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Respuesta  Mensaje 1 de 3 en el tema 
De: primaveraestate  (Mensaje original) Enviado: 30/12/2009 17:08

Da La Repubblica

Privo di biglietto perché impossibilitato a farlo mostra i soldi al controllore. Ma viene costretto a scendere dalla polizia ferroviaria

Quel ragazzo senza braccia sul treno dell'indifferenza

di SHULIM VOGELMANN



La ragazza decide di risolvere la questione in altro modo e in ossequio alla procedura appresa al corso per controllori provetti si dirige a passi decisi in cerca del capotreno. Con la sua uscita di scena i viaggiatori riprendono a respirare, e tutti speriamo che la storia finisca lì: una riprovevole parentesi, una vergogna senza coda, che il controllore lasci perdere e si dedichi a controllare i biglietti al resto del treno. Invece no.
Tornano in due. Questa volta però, prima che raggiungano il giovane disabile, dal mio posto blocco controllore e capotreno e sottovoce faccio presente che data la situazione particolare forse è il caso di affrontare la cosa con un po' più di compassione.

Al che la ragazza, apparentemente punta nel vivo, con aria acida mi spiega che sta compiendo il suo dovere, che ci sono delle regole da far rispettare, che la responsabilità è sua e io non c'entro niente. Il capotreno interviene e mi chiede qual è il mio problema. Gli riepilogo la situazione. Ascoltata la mia "deposizione", il capotreno, anche lui sulla trentina, stabilisce che se il giovane non aveva fatto in tempo a fare il biglietto la colpa era sua e che comunque in stazione ci sono le macchinette self service. Sì, avete capito bene: a suo parere la soluzione giusta sarebbe stata la macchinetta self service. "Ma non ha braccia! Come faceva a usare la macchinetta self service?" chiedo al capotreno che con la sua logica burocratica mi risponde: "C'è l'assistenza". "Certo, sempre pieno di assistenti delle Ferrovie dello Stato accanto alle macchinette self service" ribatto io, e aggiungo che le regole sono valide solo quando fa comodo perché durante l'andata l'Eurostar con prenotazione obbligatoria era pieno zeppo di gente in piedi senza biglietto e il controllore non è nemmeno passato a controllare il biglietti. "E lo sa perché?" ho concluso. "Perché quelle persone le braccia ce l'avevano...".

Nel frattempo tutti i passeggeri che seguono l'evolversi della vicenda restano muti. Il capotreno procede oltre e raggiunto il ragazzo ripercorre tutta la procedura, con pari indifferenza, pari imperturbabilità. Con una differenza, probabilmente frutto del suo ruolo di capotreno: la sua decisione sarà esecutiva. Il ragazzo deve scendere dal treno, farsi un biglietto per il successivo treno diretto a Roma e salire su quello. Ma il giovane, saputa questa cosa, con lo sguardo disorientato, sudato per la paura, inizia a scuotere la testa e tutto il corpo nel tentativo disperato di spiegarsi; spiegazione espressa con la solita esplicita, evidente parola: handicap.

La risposta del capotreno è pronta: "Voi (voi chi?) pensate che siamo razzisti, ma noi qui non discriminiamo nessuno, noi facciamo soltanto il nostro lavoro, anzi, siamo il contrario del razzismo!". E detto questo, su consiglio della ragazza controllore, si procede alla fase B: la polizia ferroviaria. Siamo arrivati alla stazione di (...). Sul treno salgono due agenti. Due signori tranquilli di mezza età. Nessuna aggressività nell'espressione del viso o nell'incedere. Devono essere abituati a casi di passeggeri senza biglietto che non vogliono pagare. Si dirigono verso il giovane disabile e come lo vedono uno di loro alza le mani al cielo e ad alta voce esclama: "Ah, questi, con questi non ci puoi fare nulla altrimenti succede un casino! Questi hanno sempre ragione, questi non li puoi toccare". Dopodiché si consultano con il capotreno e la ragazza controllore e viene deciso che il ragazzo scenderà dal treno, un terzo controllore prenderà i soldi del disabile e gli farà il biglietto per il treno successivo, però senza posto assicurato: si dovrà sedere nel vagone ristorante.

Il giovane disabile, totalmente in balia degli eventi, ormai non tenta più di parlare, ma probabilmente capisce che gli sarà consentito proseguire il viaggio nel vagone ristorante e allora sollevato, con l'impeto di chi è scampato a un pericolo, di chi vede svanire la minaccia, si piega in avanti e bacia la mano del capotreno.

Epilogo della storia. Fatto scendere il disabile dal treno, prima che la polizia abbandoni il vagone, la ragazza controllore chiede ai poliziotti di annotarsi le mie generalità. Meravigliato, le chiedo per quale motivo. "Perché mi hai offesa". "Ti ho forse detto parolacce? Ti ho impedito di fare il tuo lavoro?" le domando sempre più incredulo. Risposta: "Mi hai detto che sono maleducata". Mi alzo e prendo la patente. Mentre un poliziotto si annota i miei dati su un foglio chiedo alla ragazza di dirmi il suo nome per sapere con chi ho avuto il piacere di interloquire. Lei, dopo un attimo di disorientamento, con tono soddisfatto, mi risponde che non è tenuta a dare i propri dati e mi dice che se voglio posso annotarmi il numero del treno.

Allora chiedo un riferimento ai poliziotti e anche loro si rifiutano e mi consigliano di segnarmi semplicemente: Polizia ferroviaria di (...). Avrei naturalmente voluto dire molte cose, ma la signora seduta accanto a me mi sussurra di non dire niente, e io decido di seguire il consiglio rimettendomi a sedere. Poliziotti e controllori abbandonano il vagone e il treno riparte. Le parole della mia vicina di posto sono state le uniche parole di solidarietà che ho sentito in tutta questa brutta storia. Per il resto, sono rimasti tutti fermi, in silenzio, a osservare.
L'autore è scrittore ed editore


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Respuesta  Mensaje 2 de 3 en el tema 
De: clicy21 Enviado: 30/12/2009 18:39
E' una cosa assurda...........pero' e' ancora piu' assurdo che si mandi in giro da sola una persona senza braccia! Una qualsiasi necessita', di qualsiasi genere, come se la cava?Mi auguro che non si trattasse del solito furbastro che tenta di fare il furbastro! Tutta la storia non quadra! Se aveva i soldi poteva farseli prendere in tasca dal controllore e pagare il biglietto anche con la sovrattassa come e' capitato anche a me, inoltre quel tizio non era obbligato a dare le sue generalita' perche' non aveva offeso dando di maleducata e prima casomai di darle doveva farsi dare quelle dell'offesa tutta questa storia non torna...mah 
Ely   

Respuesta  Mensaje 3 de 3 en el tema 
De: Butterfy Enviado: 30/12/2009 23:54
Ciao a tutti...bè in verità la storia quadra poco ma,comunque sia,siamo circondati da persone che,solo perchè hanno una divisa, credono di poter fare e disfare.Si chiama abuso di potere,questo...In una cittadina nella provincia di Firenze lavorava un uomo che,solo perchè aveva una divisa e lavorava per la Polizia municipale,trovava tutti i pretesti per fare multe...C'è un piccolo particolare che non tornava...che la faceva a chi voleva lui.Figuratevi che lo avevano soprannominato "Rambo"..Quando passava per strada eran guai per molti sventurati.Si salvava solo chi(e parlo degli esercenti di negozi)gli offriva la colazione,il pasto...e chi più ne ha più ne metta...Addirittura molte donne hanno raccontato che,in cambio di un appuntamento,il bellimbusto stracciava le multe( ci ha provato anche con me!!!...Un bel giorno,senza sapere chi ringraziare, si ritrovò all'ospedale e fu segnalato all'Ufficio di competenza...Questo signore è stato trasferito in un'altra città dove...spero per lui,forse ha messo la testolina a posto...Ma questa è un'altra storia e la dovevo scrivere...Riguardo al caso descritto da Francesca,non mi rimane che chiedere..."Ma...l'umanità nei confronti del prossimo dove stà?"
 


 
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