Un
bambino in età prescolare (da due a sei anni) che ha passato un quarto
della sua giornata (a volte ne passano di più) a guardare la tv avrà
passato almeno 5000 ore (o forse molte di più) a guardare immagini di
un improbabile mondo virtuale. Per un bambino che non l'avrà fatto
queste stesse 5000 ore saranno tutte zeppe di altre attività cognitive.
E, come qualsiasi educatore sa, non si può obiettare che questa non sia
una differenza sostanziale, qualsiasi siano i programmi televisivi
visti.
Ossia: «Il principale pericolo dello schermo televisivo non sta tanto
in quello che esso fa fare (benché anche lì vi sia un pericolo) quanto
in quello che impedisce di fare: i discorsi, i giochi, le festività e
le discussioni familiari attraverso le quali avviene gran parte
dell'apprendimento del bambino e si forma il suo carattere» (Winn,
Marie, La droga televisiva, Armando, Roma, 1978, p. 123). Alcuni
studiosi si spingono a spiegare l'esplosione statunitense della cultura
delle droghe degli anni Sessanta con l'indigestione di tv dei ragazzini
degli anni Cinquanta. Il distacco dalla realtà che caratterizza lo
stato mentale delle due situazioni è infatti simile.
Il fatto che alcuni oppongano a questa visione la motivazione che la tv
comunque aiuta i bambini a divenire più svegli e furbi che non un
tempo, da un punto di vista pedagogico non regge. Essere smaliziati ed
essere maturi non è esattamente la stessa cosa...
La tv è la baby-sitter elettronica di molti bambini.
Bisogna poi trasferire l'attenzione dal cosa guardano i bambini al
perché e al quanto guardano e al cosa stanno perdendo in conseguenza di
questo.
Pretendere che tutte queste ore passate davanti alla baby-sitter
elettronica non abbia conseguenze sulla vita sociale dei bimbi è
veramente illusorio. Uno studio messo a punto in California già
all'inizio degli anni Novanta aveva appurato che il tempo massimo di
attenzione consecutiva dei bambini delle scuole elementari era di 7
minuti, ossia esattamente il tempo degli spot pubblicitari televisivi.
Elaborare programmi educativi di un certo spessore con questi ritmi è
davvero un'impresa eroica.
I bimbi rappresentano la più vasta audience televisiva rispetto alle
altri classi di età. Essi sono i futuri adulti della nostra società. Se
la percezione della realtà che essi hanno è deformata, la società che
costruiranno ne sarà lo specchio. Vanno quindi messi a punto
accorgimenti per proteggere i bambini da un'eccessiva esposizione a
questo tipo di manipolazione mentale. Se questo può oggi sembrare
un'affermazione folle si può ricordare che in tempi in cui il comune
buon senso non rientrava ancora tra le specie in via d'estinzione
questa visione era un sentire comune e diffuso nella società.
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