cronaca
29/01/2010 - La politica e le promesse mancate
Comune dietrofront: pagati
i maxipremi a 200 manager
Il dirigente generale disse: c'è crisi, si taglia
torino
E’ il primo Comune d’Italia che per far fronte alle strette di bilancio si dimezza gli stipendi» (La Stampa, 24 settembre 2008).
Questo straordinario annuncio - di ormai un anno e mezzo fa - elesse per un giorno Torino «Comune più virtuoso d’Italia». Gli applausi furono bipartisan e le parole del city manager Cesare Vaciago in giunta furono così commentate dal sindaco: «Apprezzo il senso di responsabilità dei dirigenti che dà un contributo concreto al superamento delle criticità del bilancio».
Peccato che si trattasse proprio solo di un annuncio, dal momento che nella busta paga del 27 gennaio, i 200 dirigenti di Palazzo Civico si sono ritrovati il loro bravo premio di risultato (per la precisione la seconda tranche del premio, quella che il direttore generale a settembre proclamò di «sacrificare» in nome della crisi) per un totale di oltre un milioncino di euro. Stavolta senza fare annunci urbi et orbi nel primo mese del 2010 il city manager ha ripristinato quel premio che - se abolito - avrebbe contribuito a sanare i conti in rosso dell’amministrazione. «E così ci siamo ritrovati in busta - spiega un dirigente che preferisce rimanere anonimo - un premio che ormai davamo per perduto: invece, evidentemente, si è trattato soltanto di un bel gesto ad uso esclusivo dei media».
L’assessore al Personale Domenico Mangone risponde che si stupisce dello stupore: «L’annuncio del settembre 2008 rispondeva a verità - replica - poi ci sono state proteste e anche con i sindacati si è deciso soltanto di posticipare la distribuzione di questo premio, cosa che in qualche modo produce già un risparmio». Sarà, ma di sicuro è un risparmio imparagonabile. Proviamo a chiedere spiegazione direttamente al city manager Cesare Vaciago. Lui, il dg, allo stesso modo dell’assessore Mangone non capisce dove stia la notizia: «Con quella decisione mettemmo a punto un congelamento di cassa non di competenze».
Traduzione: «Si sospesero i pagamenti non il diritto a ottenerlo, il premio». A fare i pignoli il city manager aveva parlato di «taglio» non di «congelamento», e il taglio a differenza del congelamento è irreversibile. E così, due giorni fa, i manager di Palazzo Civico (vedi tabella per conoscere le cifre più alte, quelle percepite dai direttori) in totale si sono ritrovati in tasca un milione di euro. Una cifra su cui in pochi - magari color che frequentano i colleghi sindacalisti - ci speravano ancora.
Questo significa che le finanze di Palazzo civico nel giro di sei mesi si sono risanate? Niente affatto, ma intanto, sarà perché la categoria non ha gradito, sarà perché in Comune si sono accontentati di mettere in freezer il premio, il premio è arrivato. Non uguale per tutti i dirigenti, va da sé, ma secondo la complessa pagella messa a punto dal city manager insieme con i direttori di Palazzo Civico. I «più bravi» hanno portato a casa il 40 per cento dello stipendio, altri meno, altri addirittura niente. Così come annunciato nel 2008. Peccato che alla fine si contino sulle dita di una mano.