Difficile “stare dietro” al professor Veronesi, luminare della scienza nonché parlamentare del Pd, candidato per le prossime nomine a senatore a vita. Davvero a tutto campo, poliedrico e assai creativo: dal decalogo per un nuovo femminismo dell’agosto scorso, al simposio sulla pace a Milano di alcuni mesi fa. Fino all’ultima intervista su Sky Tg 24 in cui propone, tra le righe, la nuova religione: la scienza e i suoi sacerdoti, cioè gli scienziati in camice bianco. Ma su questo molti hanno già commentato ben più di quanto possa fare io. Annoto soltanto che nella storia, ogniqualvolta queste tesi hanno prevalso sul buon senso, la rovina si è affacciata nelle case degli uomini. E annoto che le biografie dei più grandi scienziati, le loro lettere, le loro note a margine (importantissime), ci hanno raccontato di persone pervase da una spiritualità profonda e da una nostalgia di senso invano cercata con la scienza.
Difficile tenere aggiornati i nostri lettori sulle novità. Ne commento una, apparsa sulla rivista “Ok” del gennaio 2010 (scoperta per caso in una farmacia della mia città) dal titolo “L’attrazione per i trans è nella natura dell’uomo moderno”. Il senatore Veronesi ci preannuncia una nuova frontiera e dichiara testualmente: “La transessualità non ci deve inquietare, perché biologicamente potrebbe trattarsi non di una deviazione, ma semmai di un ritorno alle origini. Basti ricordare il mito dell’Ermafrodito... Questo non vuol dire, però, che andiamo verso un’umanità asessuata e sterile, ma che stiamo evolvendo verso una nuova sessualità, più ampia, che può comprendere anche il travestitismo, appunto come materializzazione del desiderio ancestrale di accoppiarsi con l’ermafrodito”.
Oibò! Se ne deduce che nei percorsi di educazione sessuale e sentimentale ai nostri figli e ai nostri adolescenti si dovrà proporre, tra le possibili vie per la realizzazione del “desiderio ancestrale”, anche il travestitismo come naturale evoluzione della sessualità umana. I genitori presi dalla vita quotidiana e dalla fatica di tirar su i propri figli, e gli stessi ragazzi desiderosi di capire cosa sono e cosa diverranno, strabuzzeranno gli occhi. Ne sono certo. Questo povero mondo adulto li confonde persino sulla costruzione della propria identità sessuale, che rimane uno dei passaggi più delicati e complessi che vive un adolescente. Sarà banale, ma penso sia bene continuare a riconoscere i ragazzi maschi e femmine, e che l’essere maschi/femmine, uomini /donne sia inscritto nella natura umana. Continuo a pensare che li si debba aiutare a costruire un’affettività aperta all’altro, continuo a pensare che la “generazione” sia una delle cose più belle che possa capitare ad un uomo e ad una donna, continuo a pensare che la mascolinità e la femminilità sia un’avventura soprattutto antropologica e culturale, fatta di valori, di pensieri, di riti e tradizioni che evolvono. Questi sì che stanno cambiando, e positivamente. Lo si capisce osservando i nostri giovani.
E per evitare inutili polemiche e furberie dialettiche o ideologiche, mi piace ribadire che le persone, le persone tutte, hanno dignità e diritti inviolabili, che sono diverse, ma che la diversità non impedisce di discutere, approvare o disapprovare. Sennò che diversità sarebbe!
Persone tutte che Dio ha volute libere, tanto libere da poter decidere del proprio destino. Anche quello di fare del male. |