cultura
11/02/2010 - MUSEO D'ARTE CONTEMPORANEA: LE INIZIATIVE
Rivoli si dà alla tv
Presto nascerà un canale online per svelare il backstage delle mostre
Abbiamo intenzione di varare un canale televisivo on line e anche una radio sul web. Con la prima vogliamo raccontare il back stage delle mostre ossia i vari momenti in cui nasce e si prepara insieme con gli artisti un’esposizione, con l’altra, affidata al d.j. francese Guillaume Sorge, creare un momento di aggregazione con il pubblico più giovane»: queste le ciliegine sulla torta del programma del «nuovo» Castello di Rivoli, annunciate ieri da Andrea Bellini, condirettore del museo di arte contemporanea. Accanto a lui sul palco dell’affollata sala del Circolo dei Lettori, anche il presidente Giovanni Minoli e la condirettrice Beatrice Merz. La torta prevede per il 2010 («è ancora un anno di transizione» ha sottolineato Bellini) la mostra «Tutto è connesso» con opere della collezione permanente a cura di Beatrice Merz. «Riallestiremo - ha spiegato lei - il primo e il secondo piano del Castello proponendo lavori di artisti storici e non, realizzati nell’arco degli ultimi dieci anni. Sarà un modo per ripercorrere la storia della collezione a partire dal presente». Si inaugurerà l’8 giugno in concomitanza con una personale della videoartista svizzera Pipilotti Rist, curata sempre dalla Merz e da Marcella Beccaria (era già nel carnet lasciato dalla precedente direttrice Carolyn Christov-Bakarghiev).
Sempre a giugno prenderà il via «Gli irregolari», un ciclo di incontri a cura di Gianluigi Ricuperati. «Non saranno - spiega ancora Bellini - convegni tradizionali ma “viaggi iniziatici”, tra arte, cinema e letteratura, per celebrare alcune figure di intellettuali fuori dagli schemi». Si parte con Emilio Villa, poeta e artista, considerato un precursore del gruppo ‘63 e Amelia Rosselli, poetessa, a settembre sarà la volta di Lawrence Weschler, giornalista e direttore del Chicago Humanities Festival, e Luc Sante, scrittore e critico delle avanguardie, a dicembre del cineasta Emile De Antonio, e dello scrittore Delmore Schwarz. Sempre a giugno parte Fuori Cornice, un ciclo di incontri e proiezioni a cura di Francesco Bernardelli. «Questi due progetti - ha spiegato ancora Bellini - indicano una delle linee guida del nostro programma triennale: fare di Rivoli non solo un museo ma anche un agorà ossia un centro polifunzionale». A settembre si inaugurerà la mostra «Exhibition, Exhibition», a cura di Adam Carr, un giovane (è nato nell’81) curatore indipendente inglese, pensata per la Manica Lunga. Le opere, dagli Anni Sessanta ai giorni nostri, sono di circa cinquanta artisti internazionali, da Ryan Gander a Nina Beier, da Andreaa Slominski a Francis Alys, da Mario Garcia Torres a Roni Horn. L’esposzione vuol essere una riflessione sul concetto di doppio ma anche sul modo in cui si percepiscono le mostre. «Nelle nostre intenzioni - ha spiegato ancora Bellini - la Manica Lunga, che è un posto davvero sfortunato con i suoi 160 metri di lunghezza per sei di larghezza, diverrà uno spazio ludico e sperimentale, in cui di volta in volta coinvolgeremo gli artisti per progetti “site specific”». Per quanto riguarda l’Arte Povera («Su di essa - aggiunge Bellini - è costruita l’identità del nostro museo») c’è l’intenzione di realizzare un archivio con gli artisti. Non è una novità perché il progetto fu avviato sotto la direzione di Ida Gianelli.
Ma la grande mostra sull’Arte Povera curata da Germano Celant (è stata annunciata due settimane fa a Milano alla presenza dei direttori di quattro musei di Napoli, Bologna, Genova e Roma), e promossa dalla Triennale in tandem con il Comitato Italia 150, non è stata presentata tra i progetti del triennio: «Finora - ha detto Bellini - non siamo stati coinvolti e la cosa ci dispiace. E’ ovvio che abbiamo intenzione di partecipare anche perché senza le nostre opere la mostra non si può fare». Per il momento, come ha spiegato l’assessore alla cultura del Comune di Torino Alfieri, è stata inviata una lettera alla Triennale. Si attende la risposta.