Ho gridato di gioia, nel tramonto.
Cercavo i ciclamini fra i rovai:
ero salita ai piedi di una roccia
gonfia e rugosa, rotta di cespugli.
Sul prato crivellato di macigni,
sul capo biondo delle margherite,
sui miei capelli, sul mio collo nudo,
dal cielo alto si sfaldava il vento.
Ho gridato di gioia, nel discendere.
Ho adorato la forza irta e selvaggia
che fa le mie ginocchia avide al balzo;
la forza ignota e vergine, che tende
me come un arco nella corsa certa.
Tutta la via sapeva di ciclami;
i prati illanguidivano nell'ombra,
frementi ancora di carezze d'oro.
Lontano, in un triangolo di verde,
il sole s'attardava.
Avrei voluto
scattare, in uno slancio, a quella luce;
e sdraiarmi nel sole, e denudarmi,
perché il morente dio s'abbeverasse
del mio sangue.
Poi restare, a notte,
stesa nel prato, con le vene vuote:
le stelle - a lapidare imbestialite
la mia carne disseccata, morta.
E la casa era lì,
in cima alla salita
di una terra che aspramente scollina;
lo sguardo su ulivi e vigneti,
la pelle grinzosa scurita
di sole e di scirocco.
Il tempo sai - tu mi dicevi -
sgretola sassi, scava rughe
e adagio poi t'annera
l'arcobaleno dei pensieri...
Ma nel lecceto, il fremito
del vento era immutato
e nel giardino
fra fitte siepi e bruciore d'ortiche,
s'era schiuso il cerulo cielo
dei tuoi giacinti.
Antonia pozzi
La nonna è molto vecchia, ha tante tante
rughe e i capelli tutti bianchi; ma gli occhi
brillano ancora come due stelle; son più
belli, anzi, delle stelle, e così dolci, così
affettuosi, che il guardare in fondo ad essi
fa bene all'anima.
E sa anche le storie più curiose; ed ha un
vestito a grandi fiorami, di una stoffa di
seta così pesante, che accompagna ogni
movimento con un fruscìo.
La nonna sa tante cose, perchè è vissuta
un bel pezzo prima che il babbo e la
mamma fossero al mondo; e di questo
puoi star sicuro!
La nonna ha un libro di preghiere con
certi grandi fermagli d'argento, e legge
spesso nel libro.
Tra le pagine, c'è una rosa, schiacciata e
secca; non è così bella come le rose che le
stanno dinanzi, nel vaso; e pure essa le
sorride più affettuosamente che a quelle,
e, tal volta, sì, le vengono anche le
lacrime agli occhi.
Perchè guarda a quel modo il fiore
appassito dentro al vecchio libro?
Lo sai tu?
Ogni volta che la nonna lascia cadere una
lacrima sul fiore, il colore torna fresco, la
rosa si rialza ed il profumo riempie tutta
la stanza; e allora le pareti si squarciano,
come fossero veli di nebbia, e tutt'intorno
ecco apparire il bosco verde, lo splendido
bosco, dove il sole brilla tra le foglie; è la
nonna... sì, è la nonna, ma giovane
giovane, una cara giovinetta coi riccioli
biondi, con le guance rosee e rotonde,
bella e graziosa - nessuna rosa è più
fresca; e pure gli occhi, i begli occhi dolci
e luminosi, son sempre gli stessi.
A lato le sta un uomo, forte, bello e
giovane; egli le porge la rosa ed ella
sorride...
La nonna non sorride più così ora.
Il sorriso le solleva un istante le labbra...
è già svanito.
Le passano ora dinanzi molte figure,
molti pensieri...
Il bel giovane è sparito, e la rosa è nel
libro di preghiere; e la nonna... ecco là di
nuovo la vecchia signora, che guarda il
fiore appassito dentro al libro.
La nonna ora è morta.
- Era seduta nella sua poltrona, e
raccontava una magnifica novella, lunga
lunga.
"E adesso la storia è finita," - disse, "ed io
sono molto stanca; lasciatemi riposare un
poco..."
Si appoggiò all'indietro, sospirò
dolcemente, e si addormentò.
Ma il sonno divenne sempre più e più
quieto; il viso era pieno di gioia e di pace:
parve che lo sfiorasse un raggio di sole... -
e poi dissero ch'era morta.
Fu messa in un feretro nero, coperta d'un
lenzuolo candido: era bella, e pure gli
occhi erano chiusi, ma tutte le rughe
erano sparite, e la bocca sorrideva.
I capelli, bianchi come l'argento,
inspiravano reverenza, e l'aspetto della
morta non metteva per nulla paura: era
pur sempre la cara nonna, tanto tanto
buona.
Il libro di preghiere le fu posto sotto al
capo, com'ella aveva desiderato, e nel
vecchio libro rimase la rosa.
Così la nonna fu sepolta.
Sulla tomba, presso al muro del cimitero,
fu piantato un rosaio; ed il rosaio fiorì e
gli usignuoli venivano su quello a
cantare; e dalla chiesa vicina si sentiva
l'organo suonare gl'inni più belli, quelli
che erano nel libro, sotto al capo della
morta.
La luna splendeva sopra la tomba, ma la
morta non usciva mai, non si faceva mai
vedere: qualunque bambino avrebbe
potuto andarci di notte senza paura, a
cogliere una rosa, presso al muro del
cimitero.
Un morto solo ne sa molto più di tutti noi
vivi presi insieme; e sa l'angoscia che ci
procurerebbe una sua apparizione.
I morti sono migliori di tutti noi; e per ciò
non vengono.
Sopra la cassa sta la terra, e terra sta
dentro la cassa.
Il libro di preghiere, con tutte le pagine, è
polvere; e polvere è la rosa, con tutte le
sue memorie.
Ma sopra la terra fioriscono nuove rose;
sopra, canta l'usignuolo e suona l'organo;
e si pensa molto spesso alla nonna, dai
dolci occhi sempre giovani.
Gli occhi non muoiono.
I nostri rivedranno un giorno la nonna,
giovane e bella com'era allora, quando
baciò per la prima volta la fresca rosa
rossa, che ora è polvere dentro alla tomba.
Hans Christian Andersen
Annamaria