Caporali si nasce
L'umanità l'ho divisa in due categorie di persone: uomini e caporali.
La categoria degli uomini è la maggioranza, quella dei caporali, per fortuna, è la minoranza.
Gli uomini sono quelli esseri costretti a lavorare tutta la vita come bestie, senza vedere mai un raggio di sole, senza avere mai la minima soddisfazione, sempre nell'ombra grigia di un'esistenza grama.
I caporali sono, appunto, coloro che sfruttano, che maltrattano, che umiliano. Questi esseri invasati dalla loro bramosia di guadagno, li troviamo sempre a galla, ai posti di comando, spesso senza averne l'autorità, l'abilità o l'intelligenza ma con la sola bravura delle loro facce toste, della loro prepotenza, pronti a vessare il pover'uomo qualunque.
Caporali si nasce, non si diventa: a qualunque ceto essi appartengano, di qualunque nazione essi siano, hanno sempre le stesse facce, le stesse espressioni, gli stessi modi, pensano tutti alla stessa maniera.
E ora alcune delle sue piu' celebri battute:
-Chi dice che i soldi non fanno la felicità,
oltre a essere antipatico, è pure fesso.
-Io non rubo, integro. D'altra parte in
Italia chi è che non integra?
-Lei vuole sposare mia figlia?
No, non se ne fa niente: a me i
generi non interessano, a meno
che non siano alimentari.
-Vorrei un caffè corretto con un po'
di cognac, più cognac che caffè...
anzi, giacché si trova, mi porti solo
una tazza di cognac e non se ne
parla più.
-Non bevi, non fumi, non vai con
e donne; lo vuoi un consiglio?
Sparati?
-Ognuno ha la faccia che ha, ma
qualche volta si esagera.
-Sono vent'anni che lei dice di essere
un perito, ma non perisce mai.
Ma perisca una buona volta,
mi faccia il piacere.
-La donna è mobile e io mi sento
un mobiliere.
-Lo so, dovrei lavorare invece di
cercare fessi da imbrogliare, ma
non posso, perché nella vita ci sono
più fessi che datori di lavoro.
Antonio De Curtis (Toto')