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Un caro amico in questi giorni è in viaggio di piacere con la sua compagna in Giappone e, periodicamente, invia a tutti i componenti della sua mailing list le curiosità e diversità più eclatanti che riscontra. Ve le riporto. |
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Qui si gira di notte, anche alle due o le tre di notte, è facile incontrare donne, ragazze che girano tranquillamente da sole e che non dimostrano minimamente di temere alcunchè.
Attimi di terrore puro lo vive il turista, quando per necessità fisiologiche è costretto ad entrare in un locale pubblico per dire “subimasen, toiret”, il bagno per favore, gentilissimi te lo indicano.
Sono di una pulizia straordinaria, sempre disinfettati e profumati, ti senti a tuo agio, ti avvicini alla tazza, il coperchio è chiuso e …............ come si apre?
Vicino alla tazza c'è tipo un bracciolo di sedia con tante scritte, in cangi …...,quelli che a noi sembrano disegni esotici, provi a schiacciarne uno, nell'aria si diffonde una musica piacevole ….. provi a schiacciarne un'altro, non succede nulla (poi scopri che ti sta riscaldando la tavoletta), schiacci ancora, i bisogni incominciano a farsi impellenti, la tazza emette quasi un ruggito e poi un gorgoglio d'acqua. Provi ancora, finalmente, magicamente, si alzano coperchio e tavoletta ma tu vuoi che la tavoletta rimanga giù,
frattanto incomincia a balenarti l'idea che colmo dei colmi rischi di fartela addosso in un bagno standoci dentro già da 5 minuti.
Infine vedi abbassarsi la tavoletta …............... OOOOOHHHHHH!
La carta igienica è quasi normale.
Dramma atto secondo!
Dov'è lo sciacquone?
Ricominci a provarle tutte ed alla fine scopri che è posto dietro il coperchio che intanto si è richiuso.
Ti dici: E' FATTA! Ma non è ancora finita.
L'acqua dello sciacquone arriva con un getto potentissimo che lava davvero tutto. Tu hai imparato dove si alza il coperchio, senti qualcuno dalla porta e per essere certo di passare per persona pulita ed educata che fai? Alzi il coperchio per dare una controllata (tramite pulsantiera naturalmente), si rimette in moto tutto …............ un forte getto di disinfettante ripassa tutta la tazza, alla prima non lo capisci e vai in panico, subito dopo vedi il fondo del cesso che si alza e lentamente si riempe d'acqua........... che faccio???? Il bidet? A noi fa un po' schifo vero? Non puoi lasciare il bagno così!!!!! Allora riscarichi l'acqua, tutto s'acquieta. Tutto sembra risolto, ti rassereni, ti incuriosiscono altri due pulsanti che non hai ancora toccato che fai? A questo punto li provi! Ebbene, uno manda un getto diretto verso il sedere (altra forma di bidet), l'altro è praticamente dalla parte opposta ad uso soprattutto delle donne.
Ma quanto tempo è passato?
Non ha importanza! Ormai ti senti un genio e sei pronto ad uscire orgogliosamente impettito per raccontare il funzionamento dell'astronave, pardon, del cesso a chi ti aspetta fuori.
Bene! Ti avvicini alla porta e …........ non ha maniglie! Ricomincia a serperggiarti il timore che non era mai svanito ma solamente sopito, incominci a temere che ti sopraggiunga il panico..... pensi, i cellulari non funzionano per comunicare a chi sta fuori per darti un aiuto, poi rifletti un attimo è ti dici “c...o, ma è solo un cesso”, riprendi il controllo della situazione ed incominci l'esplorazione ambientale. Alla fine scopri che c'è un'altro pulsante a parete, coperto da un coperchio o quella piccola protuberanza sulla porta che appena la sfiori magicamente si apre!
Con rammarico penso, forse tutto ciò è perchè non terminato gli studi universitari. |
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TOKYO è una città di circa 15.000.000 di abitanti, una estensione che, paragonata alle nostre parti, parte da Genova e finisce a Massa Carrara anche se in 1/1e mezza attraversi tutta la città tramite i suoi treni. La prima cosa che ti aspetti da una città del genere è il caos.
Niente di tutto ciò, la città è ordinatissima, pulitissima. Nella metropolitana viaggiano circa 6 milioni di persone al giorno. Non trovi neanche una pezzettino di carta per terra, delle cicche neanche a parlarne; penso che chiamerebbero la Polizia se ti vedessero buttare una cicca per terra anche solo per strada. I treni metropolitani e non, sembrano appena usciti dalla fabbrica e mai usati, non un segno, non un graffio, non una puntina di unto o di sporco. Sempre con aria condizionata che funziona perfettamente. Tanto che sui treni a lunga percorrenza, i GIAP, preso il loro posto, si tolgono tranquillamente le scarpe e rimangono a piedi nudi (non tutti). Possono farlo tranquillamente. Ai binari, come alle fermate degli autobus, ci sono i segni per terra di dove si fermerà la portiera da dove salirai, leggermente a sinistra in modo da lasciare l'altro lato libero a chi scende, e coloro che saliranno si dispongono ordinatamente in fila lungo il tracciato, quasi sempre segnato per terra. Sui treni a lunga percorrenza, trovi lungo il binario segnalazioni luminose che ti indicano esattamente dove si fermerà la portiera da cui dovrai salire in base al biglietto che hai fatto.
A noi queste cose ci fanno sorridere ma se pensi ai nostri treni quando arrivano in stazione e ti sembra di assistere ed eventualmente partecipare ad un assalto alla diligenza ….... be! Queste cose farebbero non sorridere ma …... proprio ridere i GIAP. Venerdì scorso sono andato a Kyoto, altra città straordinaria, ne parlerò a parte, la cui stazione ferroviaria oltre a svolgere egregiamente tutte le sue funzioni peculiari è anche una vera e propria opera d'arte moderna. Dicevo, ho preso lo SHINGANSEN, il treno super-veloce da 300 km all'ora, in 2he 30m ci ha portato a Kyoto, inutile dire che spaccano il secondo tanto all'arrivo che alla partenza. La curiosità: tutto il personale, anche la hostess, in perfetta divisa con giacca e cravatta e berretto con sottogola, tutti rigorosamente con i guanti bianchi, (anche gli autisti dei bus e tanti di quelli in bicicletta), loro ed il bigliettaio quando si aprono le porte del vagone (automatiche), fanno un profondo inchino, quando attraversato il vagone si aprono le porte di passaggio, si girano e …... altro inchino. Questo sempre, anche se passano 100 volte, ogni volta la stessa cerimonia. Il controllore dei biglietti, manco a dirlo, inchino, vidima il biglietto, segna su un coso suo che sei stato controllato, profondo inchino e va oltre. Non te lo chiederà più, alla fermata successiva lui va a controllare i nuovi arrivati. Straordinari!
Gli autisti di bus, quasi tutti, come pure tante persone per strada, con mascherina anti-germi sulla bocca, oltre ai guanti bianchi. Potrebbero contare del denaro e loro, maniaci, sapendo che è stato toccato da tante persone, lo toccano con i guanti, o, come accade in tanti posti, hanno una specie di contenitore dove tu devi riporre i soldi e loro senza toccarlo lo riversano in una cassa che li conta e li smista in base al valore. I bus sembrano datati ma, sempre pulitissimi e forniti di tutte le tecnologie moderne. Dimenticavo gli ascensori, entri e ti parlano, quando stai per arrivare al piano ricominciano a parlare (chissà cosa diranno?), esci e ti parlano, ti salutano e ti ringraziano. Le scale mobili di una stazione fuori mano? Ti avvicini, parlano anche loro e si mettono in moto, sali, quando scendi ti salutano, passi avanti ad una macchina che emette biglietti e parla, c'è una piantina della linea attacata al muro, ti avvicini ….... e parla! Il massimo dei treni, quelli a tratta fissa, tipo aereoporto- Tokyo Nippori arrivato in stazione, scesi i passeggeri, chiude le porte e......... in automatico rigira tutti i sedili per tornare indietro! Dimenticavo, anche i treni parlano, la prossima stazione, fra quanti minuti, preparati! Ed altre amenità. Quando arrivi alla stazione finale, ti dice di non dimenticare il bagaglio e di ricordarlo anche al tuo vicino di sedile.
Altro mezzo di trasporto: la bicicletta.
Ve ne sono moltissime, ho visto un parcheggio di 5 piani riservato solamente alle bici. Hanno un sistema di posteggio anche a due piani sovrapposti. Sembra di essere ad Amsterdam o a Ferrara.
Viaggiano sui marciapiedi, non suonano quasi mai, quando ci sono pedoni che ostacolano, si avvicinano e “SUBIMASEN” - MI SCUSI – e gli cedi il passo e loro ti ringraziano.
Molte bici hanno un aggeggio sul manubrio per tenere l'ombrello aperto, sia quello da sole (con pizzi vari) sia quello da pioggia. Quando scendono dalla bici e la posteggiano, mettono una specie di guantino, lì dov'è l'impugnatura del manubrio per non farlo sporcare, può essere di plastica schietta, di stoffa, di pelle e le signore chic a forma di guanto con pizzo.
Ultimo, qui meno importante mezzo di trasporto, l'auto. Se ne vedono poche in giro, in rapporto alla popolazione. Non trovi assolutamente una macchina posteggiata per strada, credo sia vietato, Guida a sinistra, correttissimi, non ho ancora sentito suonare un clacson. Cosa buffa per noi, in una rientranza fra palazzi, o ad esso davanti, dove ci starebbero ¾ macchine, loro ci fanno 3 o 4 piani con un elevatore davanti, l'auto ci sale su, l'elevatore la porta al piano e ridiscende. Per scendere operazione contraria e rigira anche l'auto in posizione di partenza.
Tanti particolari mi saranno sfuggiti ed avrò commesso anche tanti errori, scrivo a braccio e praticamente di notte. Ormai sono le 2, un caro saluto ed a presto. |
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Vi racconto ancora altre due stranezze brevi dei GIAP.
I loro libri iniziano là dove i nostri finiscono e naturalmente leggono a ritroso oltre che in verticale e da destra verso sinistra.
Quella più forte! Mangiano i crisantemi come verdura bollita e coltivano i pomodori come piante ornamentali anche in tante aiuole cittadine.
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Il Bagno
I Giapponesi fanno il bagno... dopo essersi lavati! Questa pratica si chiama ofuro: c'è un locale dove ci si lava insaponandosi seduti su di uno sgabellino e ci si risciacqua con l'acqua di un catino. Dopo essersi lavati si entra nella vasca da bagno dove non si usa alcun tipo di sapone; questo "rito" giapponese è d'obbligo nelle case dei giapponesi. Attenzione: una volta che avete finito di stare in ammollo nell'acqua (solitamente bollente) non dovete svuotare la vasca! La stessa acqua servirà a chi farà il bagno dopo di voi (per questo motivo dovete lavarvi molto accuratamente prima di entrarvi). La vasca viene riempita in serata, in quanto i giapponesi amano fare il bagno prima di cena. Gli ospiti entrano per prima: se siete a casa di amici giapponesi, i primi a fare il bagno sarete voi (in pratica vi viene regalato il momento in cui l'acqua è più calda).
I... buttadentro
Un “oshiya”, butta-dentro delle ferrovie, risolve un problema giapponese di etichetta; il passeggero è determinato a entrare per raggiungere in orario il posto di lavoro, ma le porte della vettura non si chiudono finché non è entrato o non è uscito. Gli altri passeggeri sono troppo educati per interferire, così l'addetto, con perfetti guanti bianchi, lo aiuta a decidersi! Yen? La moneta giapponese, che noi chiamiamo "yen", in realtà si pronuncia en ed è indicata dall'ideogramma . Soltanto gli abitanti di Tokyo, che si sentono più vicini agli occidentali, dicono "yen".
Auguri di buon anno
In Giappone gli auguri di "Buon Anno Nuovo" si fanno solo dal primo giorno dell'anno nuovo. Prima di allora si augura di trascorrere "Buone feste di inizio anno".
Fiori
E’ tradizione donare ai defunti un solo fiore, quindi qualora decideste di regalare dei fiori, regalatene sempre più di uno!
Lavorare con calma
I giapponesi nel loro lavoro sono precisi, meticolosi, non commettono errori ma non sono velocissimi! Si fermano a fare gli straordinari fino a tarda sera non perchè amano il lavoro ma perchè non sono riusciti a svolgere nel normale orario quanto pianificato per la giornata. Provare per credere: ritirate dei contanti a uno sportello bancario e ve ne renderete subito conto.
L'inglese
Tutti sono convinti che i giapponesi sappiano parlare benissimo l'inglese: niente di più falso. All'infuori di Tokyo e degli uffici turistici sono pochissime le persone che "riescono" a parlare l'inglese, e anche chi lo conosce abbastanza bene ha difficoltà nella pronuncia.
Famiglia
Se una famiglia ha solo figlie femmine, è usanza "adottare" il genero affinché il nome della famiglia non si estingua. In questo caso, il genero andrà a vivere con la moglie in casa dei suoceri e così sarà un membro della famiglia a tutti gli effetti. In Giappone infatti, i membri della famiglia non sono essenzialmente i parenti, ma sono gli abitanti della stessa casa. Ad esempio, un vicino di casa è più importante di un fratello sposato che abita in un'altra città. Fino al dopoguerra, i figli si rivolgevano ai genitori chiamandoli Okaasan (Signora madre) e Otoosan (Signor padre), ma con il diffondersi della cultura occidentale, i termini "mama" e "papa" divennero alla moda e sostituirono presto gli antichi nomi dei genitori.
Hotel a tariffa oraria
Questi tipi di hotel sono spesso frequentati da coppie regolarmente sposate. Gli appartamenti giapponesi sono molto piccoli e con i bambini per casa, mamma e papà non riescono a trovare una certa intimità. Così, per una sera, lasciano i figli a casa con la baby-sitter e si recano in questi fastosi hotel, camere ovattate, letti semovibili, musica in sottofondo, champagne e... finalmente soli!
Capsule hotel
Questi hotel sono invece frequentati da impiegati che, avendo lavorato fino a tardi (cosa normale in Giappone), preferiscono pernottare in città anziché farsi ore di viaggio in treno per tornare a casa. Per "capsula" s'intende una stanzetta delle dimensioni di un letto e alta circa un metro; vi si entra tramite uno sportello e all'interno si trovano la TV, la radio e l'aria condizionata.
Matrimonio
I giapponesi credono contemporaneamente in due religioni: lo shintoismo e il buddhismo. Mentre per i funerali ci si rivolge al buddhismo, il matrimonio si svolge con rito shintoista. Alcuni giapponesi però, pur non essendo cristiani, si sposano con rito protestante perchè considerano la cerimonia più bella e le spose non sanno resistere al fascino dell'abito bianco con il velo.
Raffreddore
E' un gesto di estrema maleducazione starnutire o soffiarsi il naso in pubblico (se vi capita, cercate di scusarvi più che potete, se non volete offendere chi vi sta attorno). I giapponesi infatti, quando sono raffreddati, nascondono il naso sotto a una mascherina, come quella dei medici. Quindi se in Giappone vedete qualcuno così "mascherato", sappiate che non lo fa per il troppo inquinamento |
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