LA VOGLIA DI INCONTRARSI
Da cosa nasce questa voglia??
L’uomo di per se, per naturali esigenze, cerca di evolversi attraverso il desiderio della conoscenza personale.
Questa conoscenza avviene nel guardarsi intorno a se e relazionandosi con altri sguardi volti alla scoperta del nuovo. Questa scoperta aumenta sempre più la curiosità unita al desiderio di ampliamento di essa.
Da cosa nasce questo desiderio?
Nasce dalla naturale tendenza dell’uomo a compararsi al suo Creatore.
Qui, menzionando il Creatore dell’uomo, è fondamentale ed inevitabile il riferirsi a Dio Onnipotente e Creatore Nostro. Da Lui abbiamo preso le sembianze poiché siamo fatti a sua Immagine e somiglianza, e a Lui vogliamo e tendiamo sempre a riferirci. Questo riferimento a Dio viene interpretato liberamente in modi diversi: giusto e distorto. Distorto, a causa dei limiti che il più delle volte l’uomo non si pone, non rendendosi conto della propria
fragilità umana, promozionato sempre più dalla volontà di arrivare all’apice della sua grandezza, cioè, compararsi con il suo Creatore per rendersi “indipendente” da Lui.
La Fede in Dio, aiuta i credenti a comprendere i propri limiti umani, senza per questo, non evolversi sempre in meglio, fisicamente e culturalmente, avendo la capacità attraverso la Fiducia posta nelle Sue mani, di comprendere che attraverso Dio, possono aprirsi nella propria vita strade più sicure che evitino di cadere nella
trappola della comparazione al proprio Creatore.
Altro elemento fondamentale e importante, per i credenti, è, avere la consapevolezza che nelle fatiche della vita, sapendosi sostenuti illuminati da Dio, camminano nella propria vita consapevoli di aver fatto il massimo consentito dalle proprie condizioni umane. Diversamente, i non credenti, non riescono a rendersi conto il perché non riescono ad arrivare agli obiettivi che si pongono, nella interezza dell’utilità comune, sociale ed universale, superando le proprie resistenze umane che inevitabilmente implodono in loro stessi.
Ciò non toglie che a questa ipotesi, da me formulata in modo grossolano, e, certamente aperta a commenti aperti costruttivi di chi non crede, non ci siano anche le eccezioni, che servono, appunto, a rinnovare sempre più le tentazioni nell’uomo ad equipararsi al suo Creatore, cioè a Dio.
Detto questo, per coloro che come noi cristiani credono nell’Avvento del Figlio di Dio, Gesù, inviato per accompagnarci con la sua Luce che salva, l’attesa della Sua nascita è un momento in cui consci della maestosità di questa Venuta, cerchiamo di renderci degni attraverso la preghiera unita all’amore per le cose e le azioni,
operate nella nostra esistenza, ponendo in esse la propria anima, che diventa così, segno della propria identità di Figli, e tappe mature verso la vita eterna, di cui possiamo riceverne piccoli anticipi, in questo nostro pellegrinaggio terreno, in attesa della gioia senza fine dell’Incontro definitivo con Cristo, Salvatore Nostro.
Pace e Bene