La danza è tutta la mia vita.Esiste in me una predestinazione, uno spirito che non tutti hanno.
Devo portare fino in fondo questo destino: intrapresa questa via non si può piu' tornare indietro.
E' la mia condanna, forse, ma anche la mia felicità. Se mi chiedessero quando smetterò di danzare,
risponderei "quando finirò di vivere".
Rudolf Nureyev
1938 Rudolf Hametovic Nureyev nasce su un treno, in una regione del lago di Baikal, durante un viaggio che la madre aveva intrapreso
per raggiungere il marito a Vladivostock. E' il 17 Marzo 1938.
1955 Entra nella scuola di ballo del Kirov di Leningrado, dopo aver studiato con la Udeltsova, che aveva fatto parte dei "Ballets Russes",
di Serghej Diaghilev. Fa alcune esperienze al Teatro dell'Opra di Ufa.
1955-57 Partecipa ad alcuni spettacoli della scuola di ballo del Kirov. 58- E' protagonista insieme con partners molto famose quali Natalia
Dudinskaya, Alla Shelest, Irina Kolpakova
1961 il 17 giugno, al termine della tournée del Kirov a Parigi, riesce a scappare dall'aeroporto per chiedere asilo politico in Francia.
Inizia così la Sua carriera in occidente, dapprima accompagnato alla grande ballerina Margot Fonteyne: lui giovanissimo e lei quasi
alla fine della sua carriera, e poi Etoile nei più grandi teatri del globo..
1982 Diventa cittadino austriaco.
Viene nominato direttore artistico della Compagnia di Balletto de I'Opéra di Parigi, che guiderà fino al 1987., e riceve premi e riconoscimenti
anno dopo anno.
10 novembre 1989: su invito personale di Mikhail Gorbaciov, il ballerino ormai più famoso del mondo può finalmente rientrare in Unione Sovietica.
Sono passati esattamente 28 anni dalla sua condanna per alto tradimento: Nureyev è stato infatti il primo artista di fama internazionale a varcare la
Cortina di Ferro, il "grande salto in Occidente" l'aveva trasformato in una icona della Guerra Fredda, nel simbolo di quel desiderio di libertà
che l'Unione Sovietica non assicurava ai suoi cittadini. Ma Nureyev non è stato solo un'icona politica: dagli anni Sessanta agli anni Ottanta,
Rudy è stato protagonista delle cronache mondane di un'intera epoca, senza tuttavia dimenticare mai il rigore che applicava al lavoro tanto amato.
Muore di AIDS il 6 Gennaio del 1993
"Aveva il carisma e la semplicità di un uomo della terra, e l'arroganza intoccabile degli dei" (Mikhail Baryshnikov)
Non sarà dimenticato, la sua arte sarà sempre un esempio di perfezione e di bellezza.
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