Giacomo Puccini, nato a Lucca nel 1858, fu il più importante compositore italiano della generazione post-verdiana
Dopo lavori ritenuti minori, Puccini ottenne la consacrazione definitiva come operista con Manon Lescaut,
rappresentata per la prima volta al Teatro Regio di Torino il 1° febbraio 1893.
Luigi Illica e Giuseppe Giacosa affiancarono Puccini nella realizzazione delle tre successive opere:
La Bohème, Tosca e Madama Butterfly. Rappresentata nel 1896 al Teatro Regio di Torino,
La Bohème non venne acclamata così entusiasticamente come Tosca, messa in scena a Roma al
Teatro Costanzi nel 1900. Il 17 febbraio 1904 Madama Butterfly venne rappresentata a Milano.
Dopo un periodo di inattività dovuto ad una condizione di stress, compose La Fanciulla del West
che venne rappresentata per la prima volta al Metropolitan Opera di New York nel 1910. A causa di alcune
divergenze d'opinione con Tito Ricordi, figlio di Giulio, nel 1912 Puccini accettò una commissione da parte
dei direttori del Karltheater di Vienna per la composizione di un'operetta: venne così prodotta La Rondine.
Questa non fu certo una delle opere migliori di Puccini, ma venne comunque accolta calorosamente.
Durante la composizione de La Rondine, Puccini iniziò a comporre anche il cosiddetto Trittico,
ossia Il tabarro, basato sul libretto di Giuseppe Adami, Suor Angelica e Gianni Schicchi,
basati sui libretti di Giovacchino Forzano.
Nel 1920 iniziò a lavorare a Turandot, ispirata alla favola teatrale di Carlo Gozzi. Nell'autunno del 1924,
quando mancava soltanto il finale dell'ultimo atto per completare l'opera, la sua salute peggiorò a causa di un
tumore alla gola che lo obbligò a sospendere il suo lavoro: morì il 24 novembre 1924. Turandot venne quindi
completata da Franco Alfano, che basò il finale sugli appunti che lo stesso Puccini aveva portato con sé
durante il suo ultimo viaggio. Fu proprio Turandot, la sua ultima opera, ad essere accettata a livello
internazionale e accolta come un pezzo standard di repertorio. La prima rappresentazione postuma dell'opera
al Teatro alla Scala di Milano il 25 aprile 1926 fu diretta da Arturo Toscanini, uno tra i pochi ad aver potuto
assistere alla realizzazione del progetto finale dell'autore. Il direttore sospese la rappresentazione
proprio nel punto in cui il compositore fu costretto a interrompere il suo lavoro: "Qui il Maestro
è morto!"
. La scomparsa di Puccini fu un lutto per l'Italia intera e per tutti i suoi sostenitori sparsi nel mondo.
Da:
.
|