Simboli e segreti nella Gioconda?
La notizia arriva dal Daily Mail, secondo cui la storica dell’arte savonese Carla Glori avrebbe identificato lo sfondo alle spalle della Gioconda con la zona di Bobbio, nel piacentino. In particolare, la Glori sostiene di esserci arrivata “riconoscendo” il ponte sullo sfondo, quello sopra la spalla sinistra della Monna Lisa:
Secondo lei si tratterebbe dell’antico ponte Gobbo sul fiume Trebbia, cioè questo qui:
O meglio, questo è quello ricostruito dopo l’inondazione del 1472 che lo distrusse. Dunque, l’ipotesi della studiosa prevede prima di tutto che Leonardo sia passato da quelle parti (fatto non documentato) e che abbia visto il ponte prima della sua distruzione nel 1472 (difficile, visto che Leonardo prima di quella data era un ragazzo che faceva il suo apprendistato nella bottega del Verrocchio, a Firenze).
Comunque, il motivo per cui la studiosa si dice sicura dell’identificazione è un altro: il fatto cioè che un altro storico, Silvano Vincenti, presidente del Comitato nazionale per la valorizzazione dei beni storici e ambientali, avrebbe individuato sotto le arcate del ponte disegnato i numeri 7 e 2, “proprio come 1472″. Sempre secondo Vincenti, poi, nell’occhio destro della Gioconda si vedrebbero anche le lettere “LV”, sorta di firma dell’autore, e in quello sinistro le lettere “CE” o “B” (ultimamente diventate “SG” per adattarle a un’altra ipotesi della Glori, e cioè che la donna dipinta sarebbe Bianca Giovanna Sforza).
A noi tutto questo ricorda molto da vicino la pareidolia, cioè la tendenza del nostro cervello a riconoscere un significato in segni e immagini ambigue e prive di significato. Tuttavia, sono prima di tutto gli storici dell’arte a non essere d’accordo con i due autori italiani.
Per Martin Kemp, esperto di Leonardo, professore di Oxford ora in pensione: «Il ritratto è quasi certamente di Lisa del Giocondo, per quanto poco romantica e poco misteriosa l’idea possa essere. Ci sono stati molti tentativi di individuare il luogo specifico del paesaggio e la somiglianza con il ponte di Bobbio non mi sembra così vicina. Ho grandi riserve su tutti i tentativi di trovare significati nascosti nei lavori d’arte del Rinascimento». Quanto ai presunti simboli nascosti negli occhi, si tratterebbe invece di crepe apparse nei secoli nella pittura a olio.
Nell’attesa che le scoperte di Glori e Vincenti vengano pubblicate su qualche rivista scientifica, dunque, ci sembra lecito mantenere tutti i nostri dubbi.
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