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De: Butterfy (Mensaje original) |
Enviado: 03/02/2011 21:48 |
Il tuo sole,con frange di porpora
si immerge nelle verdi acque
con stupendi colori animati discesi da tele ed affreschi... Il tuo sole,fra guizzi d'azzurro,si affaccia nelle valli degli oliviper accarezzare i cipressie le tue pietre forti e superbe,sbocciate nelle valli e nei colli,si illuminano di dolci ricami...Toscanainebriante il profumo delle tua terraesaltante la malìa dei tuoi secoli,consolante l'alito del tuo linguaggio..
Toscana indimenticabile terra natìa, quando ti guardo ritrovo gli stupori dell'infanzia e il respiro facile della giovinezza... quando mi allontano
il cuore spinge,insieme al sangue,
il ricordo di te nelle mie vene...
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Piemonte
Su le dentate scintillanti vette salta il camoscio, tuona la valanga da' ghiacci immani rotolando per le selve croscianti : ma da i silenzi de l'effuso azzurro esce nel sole l'aquila, e distende in tarde ruote digradanti il nero volo solenne. Salve, Piemonte! A te con melodia mesta da lungi risonante, come gli epici canti del tuo popol bravo, scendono i fiumi. Scendono pieni, rapidi, gagliardi, come i tuoi cento battaglioni, e a valle cercan le deste a ragionar di gloria ville e cittadi: la vecchia Aosta di cesaree mura ammantellata, che nel varco alpino èleva sopra i barbari manieri l'arco d'Augusto: Ivrea la bella che le rosse torri specchia sognando a la cerulea Dora nel largo seno, fosca intorno è l'ombra di re Arduino : Biella tra 'I monte e il verdeggiar de' piani lieta guardante l'ubere convalle, ch'armi ed aratri e a l'opera fumanti camini ostenta : Cuneo possente e pazïente, e al vago declivio il dolce Mondoví ridente, e l'esultante di castella e vigne suol d'Aleramo; e da Superga nel festante coro de le grandi Alpi la regal Torino incoronata di vittoria, ed Asti repubblicana. Fiera di strage gotica e de l'ira di Federico, dal sonante fiume ella, o Piemonte, ti donava il carme novo d'Alfieri. Venne quel grande, come il grande augello ond'ebbe nome, e a l'umile paese sopra volando, fulvo, irrequïeto, —Italia, Italia— egli gridava a' dissueti orecchi, a i pigri cuori, a gli animi giacenti. —Italia, Italia—rispondeano l'urne d'Arquà e Ravenna : e sotto il volo scricchiolaron l'ossa sé ricercanti lungo il cimitero de la fatal penisola a vestirsi d'ira e di ferro. — Italia, Italia!—E il popolo de' morti surse cantando a chiedere la guerra; e un re a la morte nel pallor del viso sacro e nel cuore trasse la spada. Oh anno de' portenti, oh primavera de la patria, oh giorni, ultimi giorni del fiorente maggio, oh trionfante suon de la prima italica vittoria che mi percosse il cuor fanciullo! Ond'io, vate d'Italia a la stagion più bella, in grige chiome oggi ti canto, o re de' miei verd'anni, re per tant'anni bestemmiato e pianto, che via passasti con la spada in pugno ed il cilicio al cristian petto, italo Amleto. Sotto il ferro e il fuoco del Piemonte, sotto di Cuneo 'I nerbo e l'impeto d'Aosta sparve il nemico. Languido il tuon de l'ultimo cannone dietro la fuga austrïaca moría: il re a cavallo discendeva contra il sol cadente: a gli accorrenti cavalieri in mezzo, di fumo e polve e di vittoria allegri, trasse, ed, un foglio dispiegato, disse resa Peschiera. Oh qual da i petti, memori de gli avi, alte ondeggiando le sabaude insegne, surse fremente un solo grido: Viva il re d'Italia! Arse di gloria, rossa nel tramonto. I'ampia distesa del lombardo piano; palpitò il lago di Virgilio, come velo di sposa che s'apre al bacio del promesso amore: pallido, dritto su l'arcione, immoto, gli occhi fissava il re: vedeva l'ombra del Trocadero. E lo aspettava la brumal Novara e a' tristi errori mèta ultima Oporto. Oh sola e cheta in mezzo de' castagni villa del Douro, che in faccia il grande Atlantico sonante a i lati ha il fiume fresco di camelie, e albergò ne la indifferente calma tanto dolore! Sfaceasi; e nel crepuscolo de i sensi tra le due vite al re davanti corse una miranda visïon: di Nizza il marinaro biondo che dal Gianicolo spronava contro l'oltraggio gallico : d'intorno splendeagli, fiamma di piropo al sole, I'italo sangue. Su gli occhi spenti scese al re una stilla, lenta errò l'ombra d'un sorriso. Allora venne da l'alto un vol di spirti, e cinse del re la morte. Innanzi a tutti, o nobile Piemonte, quei che a Sfacteria dorme e in Alessandria diè a l'aure primo il tricolor, Santorre di Santarosa. E tutti insieme a Dio scortaron l'alma di Carl'Alberto.—Eccoti il re, Signore, che ne disperse, il re che ne percosse. Ora, o Signore, anch'egli è morto, come noi morimmo, Dio, per l'Italia. Rendine la patria. A i morti, a i vivi, pe 'I fumante sangue da tutt'i campi, per il dolore che le regge agguaglia a le capanne, per la gloria, Dio, che fu ne gli anni, pe 'I martirio, Dio, che è ne l'ora, a quella polve eroïca fremente, a questa luce angelica esultante, rendi la patria, Dio; rendi l'Italia a gl'italiani.
Ceresole reale, 27 luglio 1890
Giosuè Carducci
Ceresole Reale 18.07.2010
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De: haiku04 |
Enviado: 04/02/2011 19:59 |
PIEMONTE
Bello essere qualcuno sull´orlo alto di una Rocca
e sorvolare le colline ondeggianti
vedere la terra essere ancora la terra verde
e in Piemonte le opere degli uomini
stanno bene al Piemonte: le cascine
sembrano chiamarsi tutte Campobello e gli agri
s´inventano un verde variegato ma le colline
si ricoprono di borghi in alto; la distanza è un chiaro
misto di foschia e Alpi -
bello vedere come tutto è bello
JONAS THORBJARNARSON
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Enzo D. Mirabella
Cosa spinge un essere umano a sentirsi legato alla propria Terra d’origine?
Sono le radici. Quelle radici che scendono così in profondità nella terra e che nessuno
riuscirà mai ad estirpare.
Anche se gli eventi della vita ti spingono lontano, a volte senti il bisogno di tornare;
corri da Lei per respirare quell’aria così particolare, quei profumi così intensi che
hanno impregnato l’anima della tua infanzia, della tua adolescenza. Senti il bisogno
di corroborarti per ritrovare la forza di proseguire nel cammino della vita.
Questo avverrà fino alla fine dei tuoi giorni.
Alla mia Terra di Puglia ho dedicato questi versi per l’amore che provo per Lei.
TERRA NATIA
Ogni volta che torno a trovarti
è un ribollire di sensazioni,
una serie infinita di ricordi
che riaffiorano nella mia mente,
un continuo tuffo nel passato
a ricordare la mia infanzia.
Quando mi assale la nostalgia
corro fra le tue braccia
per nutrirmi della tua bellezza
e corroborare la mia anima,
tuffarmi nelle strade
ed inebriarmi dei profumi
del vino, dell’olio
che doni ai tuoi cari
come madre generosa
verso i propri figli.
Continuerò ad amarti
fino all’ultimo mio respiro
mia cara terra natia.
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