da Intrage
Benessere: da anziani si diventa più felici, il peggio è a 50 anni
09/02/2011
Il benessere psicologico è uno stato che si può anche misurare, e chi ci ha provato, su un vasto campione di popolazione, ha scoperto che il massimo della felicità si raggiunge nella fase finale della vita, ma non è una crescita costante, perché, dopo gli alti livelli della gioventù, si raggiunge il minimo del benessere a circa 50 anni. Un gruppo di ricercatori statunitensi di varie università - coordinati da Arthur A. Stone, del Dipartimento di psichiatria e scienze del comportamento della Stony Brook University, di New York – ha effettuato un'indagine che ha coinvolto 340 mila persone, basata sulla percezione generale dello stato psicologico e sullo stato d'animo prevalente nel giorno precedente l'intervista.
I risultati sono netti, e simili per maschi e femmine, anche se messi a confronto con ricerche effettuate in altri paesi. A 18 anni la felicità è a livelli alti, poi declina rapidamente fino a 25 anni, quindi rimane stabile per poi crollare di nuovo dopo i 35 e arrivare ai minimi intorno ai 50. Ma la buona notizia è che poi le cose migliorano continuamente: più si va avanti con l'età, più ci si sente felici e in pace con se stessi, liberi da preoccupazioni, rabbia e stress, nonostante la salute declini.
Riguardo gli stati d'animo, la ricerca mostra quali siano prevalenti in relazione all'età. La percezione di stress è ai massimi intorno ai 25 anni, poi diminuisce sempre, crollando dopo i 50. La preoccupazione, invece, cresce fino ai 50 e poi declina rapidamente. La rabbia diminuisce costantemente con l'età. La tristezza, invece, ha una presenza piuttosto stabile, con il massimo sui 50 ed un nuovo incremento dopo i 70. La gioia ha un andamento speculare: dopo aver subito un crollo tra i 18 e i 30, rimane costante fino ai 55-60, poi aumenta parecchio, ma comincia a declinare dopo i 75. La felicità ha più o meno lo stesso andamento.