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Attualità: TOKYO.... tutto vero o non tutto vero ?
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De: clicy21 (Mensaje original) |
Enviado: 19/03/2011 00:21 |
CATASTROFE INVENTATA: A Tokyo nessuna nube né piani di fuga
Un blogger italiano dalla capitale giapponese: non fidatevi di certa stampa, qui l’apocalisse non c’è
Pubblichiamo stralci dal blog Buroggu, firmato da un insegnante italiano - Ernesto - che vive e lavora a Tokyo da anni. Il post è dell’altro ieri
ERNESTO *
La prima cosa da fare per sapere qualcosa di vero su quel che sta succedendo qui è non leggere i giornali italiani, perché - chi più chi meno - raccontano balle colossali e fanno a gara a chi racconta le notizie più catastrofiche. Io evito di leggerle, ma ogni tanto mi capitano sott’occhio e ogni volta mi viene un gran nervoso. I siti di notizie pubblicano foto di persone con la mascherina, come a voler dimostrare chissà quali precauzioni anti-atomiche, quando si tratta di una normalissima usanza giapponese in tempi di raffreddori e allergie al polline (un male che affligge buona parte della popolazione).
[...] C’è chi si inventa il piano di evacuazione di Tokyo, chi parla di una nuvola di materia radioattiva sopra la città, chi dice che i tecnici hanno abbandonato la centrale di Fukushima a se stessa, chi mostra un video girato a Tokyo di notte o all’alba, quando non c’è in giro nessuno, per dimostrare che la città è deserta… Una marea di storie inventate al solo scopo di mettere paura alla gente. Perché è questo che mi (ci, a tutti noi residenti in Giappone) fa incazzare: amici e parenti in Italia leggono queste cose e si spaventano, immaginandosi un mondo postatomico alla Ken il Guerriero. La verità è che a Tokyo c’è una marea di gente come al solito.
I treni sono pieni come al solito, anzi di più perché per risparmiare energia elettrica (quella mancante con la chiusura di alcune centrali) certe linee viaggiano con meno treni. La gente va al lavoro, va a passeggio, fa tutto quello che faceva prima. [...] Ci sono in giro meno macchine, ma solo perché c’è il razionamento di benzina (20 litri a testa, non 2 come hanno detto in Italia), dovuto ai danni subìti dalle raffinerie.
Parliamo poi della centrale nucleare di Fukushima. La gente è convinta che siano esplosi dei reattori perché lo scrivono i giornalisti.
Quella del cattivo giornalismo è una piaga non solo italiana. [...] è vero che ci sono state delle esplosioni, ma questo non significa che è scoppiato il reattore: è come se a casa mia fosse esploso il carica-batterie del telefono e qualcuno scrivesse che mi è esplosa la casa! [...] Poi può farvi piacere sapere che oggi a Tokyo è arrivata una squadra di tecnici italiani che ha misurato la radioattività nella metropoli. Questi i risultati, come riportati dall’Ambasciata Italiana a Tokyo: «[...] hanno avuto la possibilità di escludere la presenza di radiazione proveniente da isotopi radioattivi. I valori in questione sono dell’ordine di 0,04 microsievert/ora, circa un sesto del valore di radioattività ambientale tipico della città di Roma (0.25 microsievert/ora)». Martedì i contatori a Tokyo per un paio d’ore hanno rilevato un “picco”, cioè questo, e subito i giornalisti hanno gridato all’allarme atomico. In realtà significa solo che per un paio d’ore abbiamo avuto la radioattività naturale di Roma.
L’Ambasciata di Tokyo sta facendo un ottimo lavoro di informazione costante via email. Nell’ultimo bollettino (16 marzo, ore 22.30 locali) si legge che tutti i contenitori dei reattori di Fukushima sono integri. La situazione non è sotto controllo, ma non è nemmeno disastrosa come ve la vendono in Italia. [...] Per ora è tutto. Nel frattempo ricordate che la vera tragedia è quella dei terremotati nel nord del paese.
* insegnante italiano a Tokyo
http://buroggu.iobloggo.com/
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De: haiku04 |
Enviado: 19/03/2011 01:54 |
Mah, io sono contraria al nucleare e non per paura ma per le ragioni sulle quali abbiamo già discusso in un altro post, credo nella bacheca Riflessioni.
Detto questo io sono tutt'altro che catastrofista, però non si può neanche pensare che in Giappone stia andando tutto per il meglio... certo che c'è la gente per strada, e dove si vanno a nascondere più di 12 miglioni di abitanti? Ma allora anche i 180 volontari, i cosidetti "eroi di Fukushima" disposti a rischiare la vita esponendosi alle forti radiazioni sono un'invenzione occidentale?
Io penso sempre che dove c'è fumo c'è arrosto, e che la verità molto spesso sta nel mezzo....
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De: clicy21 |
Enviado: 19/03/2011 09:24 |
buongiorno Haiku cara!!! I media per fare scoop tendono a catastrofizzare tutto ed ormai questo si sa, tendono anche a strumentalizzare a pro fazioni o situazioni che interessano! Per esempio stamani leggendo le notizie su piu' quotidiani: " si ripristina l'energia ai reattori 1 2 5 6 7 e domani al 3 4"! su un altro " catastrofe livello drammatico di radioattivita' a 7" e ancora " livelli anomali di radiazioni nel latte e verdure" ed ancora altre versioni! da ricordarsi il famoso film capricorn one...ove si illustravano i metodi di massificazione mediatica per pilotare il pensiero delle masse .....a questo punto giustamente Haiku la verita' sta nel mezzo, quando hai la possibilita' di sapere il rovescio della medaglia....altrimenti e' impossibile anche fare questa media! bacione Ely |
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Ho, nel mio piccolo, esperienze personali. Dal '73 al '79 facevo sportello in uffici postali. Erano gli anni delle brigate rosse ed in sei anni accumulai dieci rapine in una delle quali fui anche colpito da uno dei ladri che usò un vecchio revolver come clava. I giornali? mai una volta raccontarono i fatti per come erano accaduti e l'unica preoccupazione mia era che non arrivassero ai miei genitori. Il giornalista non cerca la notizia ma il rumore che fa.
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De: haiku04 |
Enviado: 19/03/2011 13:31 |
Ci vuole anche un pizzico di intelligenza e di acume quando si leggono le notizie, tenendo conto degli interessi editorialisti delle varie correnti...
Sinceramente non ho una grande stima per la carta stampata, e ancora meno per quei programmi TV dove le tragedie vengono cavalcate per mesi.... se per es. non fossero morte le ragazzine di Avetrana e Brembate, di cosa avrebbero parlato negli ultimi sei mesi? Mi paiono tutti sciacalli che non mollano l'osso, e basta Vespa coi suoi plastici, un po' di decenza suvvia!
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Come hai ragione Haiku, tirano per il lungo queste tragedie che distruggono per sempre la vita di intere famiglie, solo per fare audience. Oggi, mentre ero in auto, la radio ha detto che è stato trovato iodio radioattivo nell'acqua dei rubinetti a Tokio... |
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Il rischio nucleare viene dalla politica
di Antonino Zichichi
A provocare il disastro nell’impianto nipponico sono stati i responsabili della gestione che hanno garantito al governo una sicurezza ancora tutta da verificare. Perché il problema non è la macchina ma chi la guida
Diceva Einstein che quando si passa dalla scienza alle sue applicazioni tecnologiche il vero problema sono coloro che riescono a entrare senza scrupoli nella macchina operativa. Chi è responsabile di questo «problema »? Einstein risponde: la «raccomandazione » politica. Una cosa è certa: la «raccomandazione » politica fu responsabile del disastro di Chernobyl, come abbiamo già detto su queste colonne il 18 marzo scorso. Sarebbe di estremo interesse cercare di capire entro quali limiti la «raccomandazione» politica è entrata nella «macchina operativa» del disastro giapponese. Ecco alcuni dettagli.
La Tepco (Tokyo Electric Power Company) aveva chiesto al governo di estendere ad altri dieci anni il permesso a produrre energia per il reattore più vecchio della centrale di Fukushima che aveva al suo attivo ben quarant’anni di attività. Gli ispettori inviati per verificare se il vecchio reattore poteva resistere a un terremoto sono stati sul posto appena tre giorni. Eppure, stabilire se un reattore può resistere a un terremoto, dopo ben quaranta anni di attività, è uno dei problemi più complessi dell’ingegneria civile. Nel 2002 la Tepco fu costretta a fermare i diciassette reattori nucleari che aveva in gestione per avere detto bugie nella relazione al governo. Il perdono non è servito. E infatti, quando il 28 febbraio scorso il governo giapponese chiese una relazione sulla sicurezza, ricevette ancora una volta assicurazioni che tutto era stato fatto come voluto dalle regole dettate dall’Agenzia Governativa per l a Sicurezza Nucleare.
È forse bene precisare che appena un mese prima del terremoto e dello tsunami i responsabili del controllo governativo - dopo la visita di tre giorni prima citata - avevano approvato l’estensione per ben altri dieci anni al più vecchio dei reattori nucleari della centrale di Fukushima. Molte settimane dopo aver ottenuto l’estensione, la Tepco ha ammesso di non avere fatto le dovute ispezioni in ben trentatré strutture tecnologiche relative ai sistemi di raffreddamento, incluse le pompe d’acqua e i generatori diesel. Questa ammissione è avvenuta d opo il disastro causato da terremoto e tsunami. Non si capisce come mai gli ispettori prima citati non avessero scoperto queste gravi lacune. Nel 2002 nessuno aveva tolto alla Tepco l’incarico di continuare a gestire i diciassette reattori nucleari, nonostante la relazione fasulla.
Come temuto da Einstein, questi signori sono riusciti a entrare nella macchina operativa che trasforma una scoperta scientifica in tecnologia e a restarci pur avendo mentito. Su queste colonne abbiamo reso omaggio il 18 marzo o scorso a l popolo giapponese, ai fisici giapponesi e all’imperatore Akihito che ha saputo separare nettamente il fuoco nucleare di pace (reattori a fissione) dalle bombe di Hiroshima e Nagasaki. Il fuoco nucleare di pace ha permesso al Giappone (nonostante la sconfitta nella Seconda guerra mondiale) di diventare uno dei Paesi più ricchi e tecnologicamente più avanzati del mondo. Molti media (carta stampata, radio e tv) dei Paesi occidentali nel parlare di terremoti o e tsunami che hanno colpito il Giappone hanno messo insieme la violenza della Natura e l’energia nucleare, come se a produrre le enormi devastazioni fosse stata l’energia nucleare dei reattori. Gli stessi media hanno negato ai giapponesi quel senso di estremo rispetto della verità insito nella cultura di quel popolo. Rispetto della verità che i milioni di giapponesi colpiti dal potente terremoto e dal violentissimo tsunami hanno mostrato a l mondo intero con la loro compostezza e con la loro estrema disciplina.
Chi ha tradito i valori insiti nella cultura giapponese sono i responsabili della gestione di un terzo degli impianti nucleari che lavorano nella Tepco. Nei prossimi dieci anni ben diciotto reattori, di cui cinque a Fukushima, avrann o raggiunto i quaranta anni di attività. Estendere i permessi oltre i quaranta anni vuol dire allontanare i tempi per costruire nuovi reattori e risparmiare enormi quantità di denaro. Questo non è un problema giapponese ma mondiale. Costruire nuovi reattori è il modo più sicuro per garantire la produzione di energia nel momento storico in cui i cinque miliardi e mezzo di abitanti dei Paesi non industrializzati vorrebbero avere a loro disposizione la stessa quantità di energia «pro-capite» di cui noi (un miliardo di privilegiati che viviamo nei Paesi industrializzati) disponiamo. La comunità scientifica della WFS (World Federation of Scientists) raccomanda all’opinione pubblica di tutte le Nazioni ciò che Einstein per primo mise in evidenza: tenere lontani dalla tecnologia nucleare i «raccomandati» politici. Più avanzata è la tecnologia più pericolosi diventano questi signori.
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La verità arriva a freddo e fa ancora più male. Si scopre dodici giorni dopo, e non è nemmeno più rabbia o indignazione. È molto di più. La vedi negli occhi della gente terrorizzata, che corre a farsi i test, che dà ai figli pastiglie di iodio contro il cancro alla tiroide. Oggi si sa: il disastro nucleare di Fukushima poteva essere evitato. Bastavano i controlli di routine, le carte in regola e ora, quella maledetta centrale avrebbe retto. Non ci sarebbero stati quei reattori impazziti, né l’incubo fusione. E soprattutto ora, là, non ci sarebbero quei 180 martiri corsi a spegnere gli incendi. Alla fine la Tepco, l’agenzia responsabile della centrale nucleare, ha ammesso: «Abbiamo falsificato i rapporti sulla sicurezza degli impianti». Per il Giappone è lo choc più grande. La verità detta così suona come il peggiore dei tradimenti. Arriva e delude quel senso di lealtà e di dovere che il popolo giapponese si porta nel cuore. Una ferita enorme, un disastro nucleare pari solo a quello di Chernobyl, che fa scivolare il Paese in un incubo contaminazione che si attacca sui cibi, sulla gente. È preoccupata l’Ue che ora nel consiglio straordinario dice che i «controlli si faranno in base a standard molto elevati». Anche il mare è sporco di iodio radioattivo. Un Paese in ginocchio e distrutto, che all’economia costerà 235 miliardi di dollari, il 4 per cento del Pil del Paese. Eppure sulla Tepco c’erano già stati diversi problemi in passato. Nel 2002 la compagnia elettrica dovette fermare temporaneamente i suoi 17 reattori nucleari, tra cui quelli di Fukushima, per aver falsificato i rapporti. Era solo l’inizio. Questa volta è il 28 febbraio, appena due settimane prima del terremoto, quando la Tepco fa partire un rapporto all’Agenzia per la sicurezza nucleare. Qualcosa non funziona. Il governo aveva chiesto assicurazioni dalla società per assicurarsi che le pratiche per la sicurezza erano state applicate. Anche l’Agenzia per la sicurezza vuole vederci chiaro e chiede spiegazioni. Mancano verifiche importanti ad alcune parti degli impianti nucleari e alcune valvole da cambiare non vengono sostituite. A rileggere l’informativa vengono i brividi: all’appello delle ispezioni mancano ben 33 pezzi dei 6 reattori non controllati, tra cui un motore e un generatore di energia del reattore numero 1. La compagnia aveva assicurato d’aver verificato i pezzi e i reattori. Ma non era vero. All’appello manca anche una valvola di controllo della temperatura che non è stata ispezionata per 11 anni., ma i tecnici dichiaravano il contrario. Poi l’ammissione della Tepco al governo. L’ordine alla Tepco era stato quello di correggere la sua condotta e di preparare un nuovo piano di manutenzione entro il 2 giugno. Nessuno però stava prevedendo il terremoto che si è abbattuto dieci giorni dopo sul Paese. La catastrofe dell’11 marzo ha provocato l’arresto dei sei reattori della centrale Fukushima, interrompendo l’alimentazione elettrica, ha messo in panne i generatori diesel d’emergenza e ha bloccato i sistemi di raffreddamento dei reattori. Da questo, sono seguiti una serie di incidenti a catena. «Non è possibile dire in quale misure le mancanze constatate sulla manutenzione e il controllo degli impianti abbia influenzato l’escalation di problemi partiti dal sisma», dice ora l’agenzia. Arriveranno le inchieste, le verifiche. Ma ora sono solo parole vuote.
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De: haiku04 |
Enviado: 24/03/2011 12:53 |
Infatti, ogni altra parola è inutile.... ho sempre pensato che il vero rischio del nucleare non sia la costruzione ma bensì la manutenzione delle costosissime centrali che, come ogni altra cosa, invecchiano, e per tutta una somma di motivi soprattutto finanziari, e quindi politici, continuano a venire sfruttate senza gli adeguamenti del caso o addirittura la sostituzione. Già mi sono espressa su Chernobyl e sulla certezza che di Chernobyl in Russia ce ne siano tante, cioè centrali obsolete, insicure e malandate che tuttavia continuano a dispensare energia e.... pericolo, rischio reale! Condivido: il problema non è la macchina ma chi la guida, e di questo passo nessuno di noi è al sicuro.... |
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