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General: BUON COMPLEANNO ITALIA ♥
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Respuesta  Mensaje 1 de 11 en el tema 
De: Lelina  (Mensaje original) Enviado: 16/03/2011 17:53
 

 
AUGURI ITALIA
 
Dolce nostra terra
che ci hai dato i natali
ci unisci tutti
sotto il simbolo
di una bandiera
che ha i colori
e ci lega a te:
 verde
come le  tue colline e i prati
bianco
al par della soffice neve
corona dei tuoi monti
rosso
come il sangue dei  nostri eroi
che han combattuto
 per liberare
il tuo suol dallo straniero
Auguri Italia
per i  tuoi 150 anni
per aver regalato al popolo
 libertà.
 
~ Clelia ~
 
Buon Compleanno Italia
Lely


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Respuesta  Mensaje 2 de 11 en el tema 
De: Brinetta Enviado: 16/03/2011 18:02
Dolce e amata patria nostra !
 

Respuesta  Mensaje 3 de 11 en el tema 
De: primaveraestate Enviado: 16/03/2011 18:20

Respuesta  Mensaje 4 de 11 en el tema 
De: sempreverde Enviado: 16/03/2011 21:38

Parte dalla Piazza del Quirinale la Maratona Tricolore per il 150° dell’Unità d’Italia

Partirà dalla piazza del Quirinale la Maratona Tricolore che, nella notte tra il 16 e il 17 marzo, idealmente attraverserà tutta l'Italia in attesa della festa dedicata ai 150 anni dell'Unità nazionale.

Prima, nella mattinata, il Capo dello Stato visiterà, al Complesso del Vittoriano,  la Mostra "Alle radici dell'identità nazionale", promossa da Roma Capitale e curata da Marcello Veneziani. Poi, in serata, la "Notte Tricolore" promossa dal Comitato dei Garanti per le Celebrazioni del 150° Anniversario, prenderà avvio dalla piazza del Quirinale con uno spettacolo trasmesso in diretta da Rai Uno, condotto da Fabrizio Frizzi con la partecipazione di Gianni Morandi, Roberto Vecchioni, Giancarlo Giannini, la JuniOrchestra Jung e il Coro di Voci Bianche dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia. Sono previsti collegamenti anche con le "notti tricolore" di Torino, Firenze, Napoli, oltre che con la Stazione Termini di piazza dei Cinquecento di Roma dove sarà issata una bandiera monumentale.


Respuesta  Mensaje 5 de 11 en el tema 
De: Butterfy Enviado: 16/03/2011 22:42


Respuesta  Mensaje 6 de 11 en el tema 
De: haiku04 Enviado: 17/03/2011 00:30

 

 
 
 
 

Respuesta  Mensaje 7 de 11 en el tema 
De: MOTHERSIXTEN Enviado: 17/03/2011 10:15
 

Non potevo non fare un giro internauto per leggere i vari pensieri dei bloggisti, e vedo che corrispondono al mio, anche  nello scontro delle idee a volte molto personali.....

 

 
 

Certamente i suoi 150 anni non li porta così bene come dovrebbe ma non mi sento di infierire sul nostro paese pure in questa giornata.

 

 
 

L'ITALIA è meglio di come la immaginiamo o crediamo. L'ITALIA non è quella che vediamo tutti i giorni in Tv, fatta di superficialità e ignoranza. L'ITALIA è una altra cosa rispetto a chi la rappresenta seduto in parlamento.

 

 
 

È fatta da persone oneste, da persone che si spaccano la schiena tutti i giorni senza fare compromessi. È fatta da chiunque non vede vittoria dove c'è prevaricazione sul prossimo. È fatta da chi sa che senza uguaglianza non c'è sviluppo.

 

 
 

Un problema potrebbe essere proprio la sua giovane età: centocinquant'anni sono pochi per uno Stato rimasto diviso negli altri 2000 circa di storia conosciuta.

 

 
 

Un problema che però non può diventare l'eterna scusa del paese culturalmente più ricco al mondo. Non è ora di risvegliarsi e fare di meglio?
Il Canocchiale

 

 
 

Buon compleanno Italia!
Annamaria


Respuesta  Mensaje 8 de 11 en el tema 
De: lore luc Enviado: 17/03/2011 10:36
Festa strana questo 17 marzo. Ne avevo perso la memoria. Da bambino ero abituato a festeggiare il 25 aprile, il 1° maggio, il 2 giugno.  Che significa? Il 17 marzo riguarda la nascita dello Stato Italia, le altre date sottolineano le divisioni italiche. Il 25 aprile la vittoria dei partigiani sui fascisti; il 1° maggio la vittoria dell'operaio sul padrone; il 2 giugno il prevalere dei repubblicani sui monarchici. Io sarei propenso a festeggiare ciò che ci unisce ed ignorare quel che ci ha diviso. Ma che italiani saremmo? Le divisioni ci hanno caratterizzato: da guelfi contro ghibellini a coppiani contro bartaliani, tanto nel sacro quanto nel profano.  Finché la barca va ... Viva l'Italia

Respuesta  Mensaje 9 de 11 en el tema 
De: Principe Errante Enviado: 17/03/2011 11:25
17 marzo 1861 il re Vittorio Emanuele II proclama il Regno d'Italia a Torino,prima capitale del neonato stato e inaugura la prima seduta del nuovo parlamento Italiano.Dopo gli entusiasmi iniziali,l'unione si rivelerà sofferta,passando attraverso i drammi della guerra civile del brigantaggio,del trasferimento delle strutture industriali al nord,e la conseguente ondata d'emigrazione.Ma,tra lacrime e sangue,abbiamo la nostra nazione.

Respuesta  Mensaje 10 de 11 en el tema 
De: clicy21 Enviado: 17/03/2011 11:38

buongiorno a tutti in questa giornata speciale!

buongiorno a tutti gli italiani VERI di anima, cuore e rispetto 

un abbraccio forte

Ely




Respuesta  Mensaje 11 de 11 en el tema 
De: lore luc Enviado: 01/04/2011 08:59
da "Libero"
 

C'è troppo odio, qui si rischia la guerra civile

Popolo Viola, Pd, Di Pietro: convinti di prender voti cavalcando la violenza verbale. Meglio essere sommersi dagli africani / PANSA

Libero-news.it

E'

un mestiere da poco quello di scoprire l’acqua calda. Eppure è il lavoro che si sono messi a fare molti politici, intellettuali, opinionisti, televisionisti. Ha scoperto l’acqua calda, e lo dico con gran rispetto, persino il Presidente della repubblica, Giorgio Napolitano. Quando a New York ha rivelato ai suoi interlocutori americani che nella vita pubblica italiana sta prevalendo l’odio e c’è un sentore di guerriglia imminente.

 Parlo di acqua calda perché da mesi pochi giornali e pochi giornalisti, tra questi il sottoscritto, stanno scrivendo che la battaglia politica è degenerata in una rissa brutale. E prima o poi si muterà in guerra civile. Combattuta non soltanto con le parole della rabbia, o con i lanci di monetine, bensì con altri mezzi.  Ho letto sul «Corriere della sera» di ieri un allarmato editoriale di Pierluigi Battista. Il titolo diceva: “Sull’orlo del precipizio”. Mi sono sembrati un articolo e una titolazione fuori tempo. Nel precipizio ci siamo già. I buoi sono ormai fuggiti dalla stalla. E hanno l’aspetto dei tori infuriati, pronti a travolgere tutti e tutto. 

Essendo cresciuto con il mito dei freschi inchiostri all’alba, ho sempre letto ogni giorno molti quotidiani. Lo facevo con piacere e curiosità, non soltanto professionale. Adesso continuo a farlo con fatica perché raccontano un’Italia che mi spaventa sempre di più.
Lo stesso accade con i telegiornali e i talk show. Sono diventati un diario di sciagure. Spesso conditi di una faziosità aggressiva e arrogante. Tanto che, a proposito dei talk show, occorre davvero qualche norma nuova, capace di dargli una bella regolata.
 Siamo già nel precipizio, caro Battista, perché l’Italia non è più una democrazia degna di questo nome. L’istinto a combattersi si consuma ogni giorno. Il premier Berlusconi potrà piacere o no. Ma pure chi non lo ha votato, come il sottoscritto, non può accettare quanto sta avvenendo. Il capo del governo non è più in grado di mettere la testa fuori dai suoi uffici senza essere contestato, insultato, assediato. Prima o poi, qualcuno ci regalerà il bis del pazzoide Tartaglia. Non più armato di un piccolo Duomo di Milano fatto di marmo, bensì di qualche arma da fuoco.

La moderazione dovrebbe essere la virtù numero uno dei capi politici. Ma tanti di loro ignorano dove stia di casa. Mi allarma vedere il leader del Pd, Pierluigi Bersani, un signore che apprezzavo per la saggezza, trasformarsi ogni volta in un capopolo urlante. Non sopporto più il suo intercalare urlato. Con gli “okei!” che sottolineano ogni concetto. Quasi per dire a chi lo ascolta: avete capito bene, teste di cazzo?

Il partito di Bersani, e qualunque altro partito di sinistra, di centro e di destra, non dovrebbe mai ordinare dei sit-in davanti a Montecitorio. La Camera e il Senato, così come Palazzo Chigi e il Quirinale, sono i luoghi sacri della nostra democrazia repubblicana. Non conta chi li abiti, per il tempo concesso dagli elettori. Anche se gli inquilini fossero i peggiori in quel certo momento, la loro intoccabilità dovrebbe essere cara a chiunque. Ho visto in tivù, e poi nelle foto sui giornali, i volti degli infuriati che hanno lanciato le monete contro i politici di centro-destra all’ingresso di Montecitorio. Erano in maggioranza persone di mezza età o più anziane, stravolte dall’ira. Sapete che cosa mi hanno ricordato?

Voglio dirlo, facendo gli scongiuri: le folle socialiste e comuniste del primo dopoguerra, parlo del 1919-1920, il famoso e iellato Biennio Rosso. Quando il popolo di sinistra era convinto di essere a un passo dalla vittoria politica e di poter imporre la rivoluzione proletaria. ome ci spiegano tutti i libri di storia, quelle folle vennero disperse nel giro di  pochi mesi dall’assalto degli squadristi fascisti, appena nati. Attenzione: non dobbiamo pensare che i giovanotti in camicia nera fossero soltanto dei mercenari, al servizio dei padroni industriali e agrari. Erano soprattutto militanti politici, avversari del socialismo. E non volevano che il Psi e il Pci prendessero il potere in Italia.

Sempre la storia, ci ha insegnato una verità che non conosce deroghe: ogni spinta genera una contro spinta, a ciascuna azione corrisponde una reazione. Per nostra fortuna, la destra odierna è un’area politica frantumata, divisa, e dunque pacifica, per scelta o per obbligo. Ma mi domando quel che sarebbe accaduto se, nel pomeriggio di mercoledì, i lanciatori di monetine si fossero visti arrivare addosso un gruppo di giovani armati di mazze da baseball. Pronti a mazzolare tutti, uomini, donne, urlatori di mezza età o con i capelli bianchi.

Da qualche anno, la sinistra italiana, nelle sue forme più varie, dal cosiddetto Popolo viola sino ai no global e ai centri sociali più violenti, è convinta di avere il monopolio della piazza. E di poter fare e disfare come gli pare e piace. Eccitata non da tribuni della plebe, bensì da tromboni seduti in Parlamento. O addirittura dai vertici di un partito. E non mi riferisco soltanto ad Antonio Di Pietro. Anche se lui è l’incendiario più noto e per bassi scopi elettorali: mangiarsi un po’ dei voti che oggi vanno al partito di Bersani.

La politica della piazza ha già fatto molti danni. Non sto parlando di ciò che è successo persino durante l’ultima Festa nazionale dell’Unità. Quando il segretario della Cisl, Raffaele Bonanni, rischiò di prendersi in faccia un razzo lanciato da una figlia di papà, pasionaria di un circolo antagonista. E non parlo neppure delle battaglie di strada che si susseguono da mesi, in tutte le grandi città italiane. Nel silenzio quasi totale dei giornali.

 Il danno vero è un altro. È  la convinzione che combattere nelle piazze produca un fatturato politico rilevante. E possa cambiare l’assetto politico del  Paese. Quando questa convinzione si trasformerà in certezza, l’Italia diventerà il terreno di scontro per una nuova guerra civile, fra due contendenti che hanno deciso di annullarsi a vicenda.

Di guerre civili ne abbiamo già sperimentate due. La prima all’inizio degli anni Venti del Novecento. La seconda fra il 1943 e il 1945, anzi sino al 18 aprile 1948. Vogliamo viverne una terza? Se è così, ci rimane una sola speranza. Quella di essere sommersi da milioni di clandestini sbarcati dall’Africa del nord. Saranno loro a far sparire l’Italia, prima ancora che sia distrutta dalle bande rosse, nere, bianche e azzurre. Tutta robaccia nazionale, made in Italy.

di Giampaolo Pansa


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