Sorrisi di una notte d'estate
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« L'amore è come un giocoliere con tre clave: cuore, parole, sesso. È molto facile giocare con le tre clave, ma è anche molto facile farne cadere una per terra". » |
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(Ingmar Bergmar, Sorrisi di una notte d'estate, 1955, Desirée, all'inizio del film)
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Sorrisi di una notte d'estate (Sommarnattens leende) è un film del 1955 diretto da Ingmar Bergman, presentato in concorso al 9º Festival di Cannes, dove vinse un premio per l'"umorismo poetico".
Fredrik Egerman è un avvocato che ha sposato Anne, una donna molto più giovane di lui ed è geloso del giovane nipote Henrik, studente in filosofia, che abita con lui e simpatizza con lei.
Fredrik si reca allora dall'attrice Desirée, una sua antica fiamma che ha un figlio al quale ha dato il nome Fredrik ma non vuole ammettere che l'ha avuto da lui. Mentre si trova da Desirée arriva il conte Malcom, amante della donna.
La contessa Charlotte, moglie di Malcom, si reca subito da Anne e le riferisce che Fredrik si è incontrato con Desiréè. Desirée, che intanto spera di riuscire a riconquistare l'avvocato, chiede alla madre di dare una festa nella villa e di invitare la compagnia e prepara un piano con Charlotte, anche lei desiderosa di riconquistare il marito. Mentre tutti sono seduti a tavola, dove si parla del più e del meno ma soprattutto d'amore, il giovane Henrik, che ama Anne e ha timore di non essere ricambiato, ha una crisi di collera e, lasciata la sala, tenta il suicidio.
Charlotte nel frattempo ha scommesso che riuscirà a conquistare Fredrik e riesce infatti ad attirarlo in un padiglione dove viene scoperta da Malcom che sfida Fredrik alla roulette russa. Si scoprirà poi che la pistola è caricata a salve. Il film ha un lieto fine: Malcom si riconcilia con la moglie, Fredrik con l'attrice e la servetta Marta, tipico personaggio da commedia dell'arte, conquista il maggiordomo Fritz.
[modifica] Analisi del film
L'opera, che si trova a metà tra la commedia e il dramma, fu lodata dalla critica che trovò in essa risonanze con la poetica di Strindberg, Kafka, Renoir, Clair, Shakespeare, soprattutto per "Sogno di una notte di mezz'estate" (titolo che si riecheggia in quella della pellicola bergmaniana), in quanto ritroviamo l'amore provocato (in Shakespeare dall'incanto dell'elfo Puc, in Bergman dal filtro della madre di Desiree), De Musset, Pirandello, Beaumarchais e Marivaux. In effetti scene come quelle del pranzo, in cui ognuno cerca di conquistare qualcun altro, attraverso mezze parole e sorrisi accennati, ricorda molto l'atmosfera di "Affinità elettive" di Goethe (il corteggiamento, lo scambio di coppie prememeditato ecc.).
Il film è in effetti un film di genere colto che si propone non solo come semplice e puro divertimento ma vuole essere occasione per riflettere sull'amore e sui rapporti umani.
La fotografia in bianco e nero e la puntuale interpretazione di tutti i personaggi fanno risaltare la vicenda: tutto il film si muove con un ritmo teatrale dove i personaggi si muovono maggiormente rispetto alla macchina da presa.
I primi piani hanno inizio durante il pranzo alla villa: Bergman fa entrare lo spettatore nella sfera dei sentimenti di ciascuno dei protagonisti, con le loro passioni e drammi personali, aiutandolo a comprendere che, al di là dello scherzo, è necessario riflettere sulla difficoltà di amare veramente e sulla instabilità dei legami precari se non superficiali.