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De: haiku04 (Mensagem original) |
Enviado: 23/03/2011 13:06 |
Un boschetto di meli: sugli altari bruciano incensi. Mormora fresca l'acqua tra i rami tacitamente,tutto il mondo è ombrato di rose. Stormiscono le fronde e ne discende un molle sonno e di fiori di loto come a festa fiorito è il prato, esalano gli aneti sapore di miele.
Saffo
Sarà un volto chiaro. S'apriranno le strade sui colli di pini e di pietra.... I fiori spruzzati di colore alle fontane occhieggeranno come donne divertite:
le scale, le terrazze, le rondini canteranno nel sole.
C. Pavese

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Che bella e che brava sei diventata, anche la musica!!! |
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Veramente molto bella..un bacio ad entrabe.. |
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De: haiku04 |
Enviado: 24/03/2011 01:40 |
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De: haiku04 |
Enviado: 04/04/2011 12:12 |
“Aprile è il mese più crudele, genera / Lillà da terra morta, confondendo / Memoria e desiderio,
risvegliando / Le radici sopite con la pioggia di primavera”:
così inizia “La terra desolata" di Thomas S. Eliot.
È il mese che ci dona il risveglio, che ci pone domande alle quali non sappiamo
o non vogliamo dare risposta. La sua dolcezza è estenuante, febbrile, inebriata di aromi e
di sapori che riempiono l’aria. È mese misterioso e premonitore, in attesa che la primavera
innalzi i vessilli della sua pienezza. In questa sua dolcezza navighiamo, o meglio camminiamo
come funamboli sospesi tra l’allegria e la malinconia.

Ancora cadrà la pioggia
sui tuoi dolci selciati, una pioggia leggera come un alito o un passo. Ancora la brezza e l'alba fioriranno leggere come sotto il tuo passo, quando tu rientrerai. Tra fiori e davanzali i gatti lo sapranno. Ci saranno altri giorni, si saranno altre voci. Sorriderai da sola. I gatti lo sapranno. Udrai parole antiche, parole stanche e vane come i costumi smessi delle feste di ieri. Farai gesti anche tu. Risponderai parole - viso di primavera, farai gesti anche tu. I gatti lo sapranno, viso di primavera; e la pioggia leggera, l'alba color giacinto, che dilaniano il cuore di chi più non ti spera, sono il triste sorriso che sorridi da sola. Ci saranno altri giorni, altre voci e risvegli. Soffieremo nell'alba, viso di primavera. - Cesare Pavese - 10 aprile 1950
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Per sapere la gioia dell'aprile, bisogna, amici, uscir per i sobborghi, mirare il cielo, le vie dorate e gli orti, e i colli che traspaiono laggiù.
Serenità divina! azzurro e azzurro! ... I carrettieri passano cantando; si rincorrono i bimbi strepitando; Stan sull'uscio le donne a comarò.
Una gallina ci attraversa il passo, e becca ai nostri piedi un verme rosso; gli anitroccoli biondi accanto al fosso si spulciano con gaia alacrità...
Prime foglie tremanti su la rama nuda, o lucenti sulla terra bruna! Si vorrebbe baciarle ad una ad una, piangendo di dolcezza e di bontà.
Ecco un pèsco fiorito, più soave di soave fanciulla adolescente, ecco un ciliegio più forte e splendente dell'uomo arriso dalla gioventù.
Una distesa d'orti. In primo piano: selvette d'insalata ricciolina, viali d'aglio, qualche testolina di fagiolo che spunta a far cucù;
dietro: tappeti di varia verdura distesi in simmetria, tende pezzate, molli trapunte scure fiocchettate di verze gialle e cavolfiori blu;
nello sfondo: robinie che la guazza ha ingioiellato di puri diamanti, un filare di pioppi palpitanti... e il cielo azzurro... la serenità!
Si va col passo dei conquistatori, col cuore acceso nell'aperta mano. Vogliam gettarlo, amici, al ciel lontano, o al balcone che primo s'aprirà?.

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Preziosi questi post ... Che belle le poesie di Pavese !
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