Nietzstche / Così parlò Zarathustra / Delle mosche
del mercato
Fuggi, amico mio, nella mia solitudine! Io ti vedo stordito dal rumore dei
grandi uomini e trafitto dai pungiglioni dei piccoli.
Con dignità sanno tacere con te bosco e rupe. Assomiglia di nuovo
all'albero che ami, dalle ampie fronde: silenzioso e in ascolto si protende sul
mare.
Dove cessa la solitudine, là incomincia il mercato e dove incomincia il
mercato, là incomincia anche il rumore dei grandi commedianti e il ronzio delle
mosche velenose.
Nel mondo le cose migliori non servono a nulla, se non v'è nessuno che le
rappresenti:
grandi uomini chiama il popolo questi rappresentatori.
Poco comprende il popolo la grandezza, cioè il creare. Ma è sensibile a
tutti i rappresentatori e commedianti di grandi vicende.
Intorno agli inventori di nuovi valori ruota il mondo: ruota in modo
invisibile. Ma intorno ai commedianti ruotano il popolo e la fama: questo è il
"corso del mondo".
Spirito ha il commediante, ma poca coscienza dello spirito. Sempre
crede in ciò con cui riesce a far credere gli altri più fortemente, - far
credere in lui stesso!
Domani avrà una nuova fede e dopodomani un'altra ancora. Ha i sensi pronti
come il popolo, e umori variabili.
Rovesciare - significa per lui: dimostrare. Render folli - significa per
lui: convincere. E il sangue è per lui il migliore degli argomenti.
Una verità che penetra solo in orecchi fini egli la chiama menzogna e
nulla. Infatti egli crede soltanto a dei che suscitino gran frastuono nel
mondo!
Pieno di solenni saltimbanchi è il mercato - e il popolo si vanta dei suoi
grandi uomini: questi sono per lui i padroni dell'ora.
Ma l'ora li incalza: così essi incalzano te. E anche da te vogliono un sì o
un no. Ahimè, tu vuoi collocare la tua sedia fra il pro e il contro?
Di questi incalzanti assolutisti non essere geloso, tu, amante della
verità! Mai fino ad oggi la verità andò al braccio di un assolulista.
A causa di questi precipitosi ritorna nella tua sicurezza: solo al mercato
si viene aggrediti con "sì? o no?".
Lenta è l'esperienza per le fontane profonde: a lungo devono aspettare
prima di sapere che cosa è caduto nel profondo.
Lontano dal mercatoe dalla fama avvengono tutte le cose grandi: lontano dal
mercato e dalla fama abitarono da sempre gli inventori di nuovi valori.
Fuggi, amico mio, nella tua solitudine: ti vedo trafitto da punture di
mosche velenose. Fuggi là dove spira un'aria rude e forte!
Fuggi nella tua solitudine! Vivesti troppo vicino ai piccini e ai
miserabili. Sfuggi alla loro invisibile vendetta. Contro di te essi non
sono altro che vendetta.
Non levare più il braccio contro di loro! Sono innumerevoli e non
tocca a te fare lo schiacciamosche.
Innumerevoli sono questi piccini e miserabili; e già più di un superbo
edificio bastarono a farlo perire gocce di pioggia ed erbacce.
Tu non sei una pietra, ma fosti già scavato da molte gocce. T'infrangerai e
scoppierai se ti scaveranno molte gocce ancora.
Fiaccato ti vedo dalle mosche velenose, ti vedo trafitto a sangue in cento
punti; e il tuo orgoglio non vuole nemmeno adirarsi.
Sangue vorrebbero da te in piena innocenza, sangue bramano le loro anime
esangui - e per questo pungono in piena innocenza.
Ma tu profondo, soffri troppo profondamente anche di piccole ferite; e
prima ancora che tu sia guarito, lo stesso verme velenoso ti striscia sulla
mano.
Troppo fiero sei per uccidere questi ingordi. Ma bada che non ti diventi
fatale portare su di te la loro velenosa ingiustizia!
Ronzano intorno a te anche con la loro lode: invadenza è la loro
lode. Essi vogliono la vicinanza della tua pelle e del tuo sangue.
Ti adulano come un dio o un demonio; piagnucolano davanti a te come davanti
a un dio o a un demonio. Che importa! Adulatori sono e piagnoni, e nulla più.
Spesso fanno con te gli amabili. Ma questa fu sempre l'astuzia dei vili.
Si, i vili sono astuti!
Essi rimuginano molto su di te nella loro anima angusta, - sospetto sei
loro in ogni istante! Tutto quello che viene molto rimuginato, diviene
sospetto.
Ti puniscono per tutte le tue virtù. Ti perdonano di cuore soltanto i tuoi
sbagli.
Poichè sei mite e giusto, dici: "Non hanno colpa della loro piccola
esistenza". Ma la loro anima angusta pensa: "Colpevole è ogni grande
esistenza".
Anche quando sei mite con loro, si sentono pur sempre disprezzati da te, e
ti ricambiano il beneficio con celati malefici.
La tua fierezza senza parole è sempre contraria al loro gusto; giubilano se
capita che tu sia abbastanza modesto da essere vano.
Ciò che noi riconosciamo in un uomo lo accendiamo anche dentro di lui.
Guardati perciò dai piccoli!
Davanti a te si sentono piccoli, e la loro bassezza arde in segreto e cova
contro di te un'invisibile vendetta.
Non notasti come spesso ammutolirono quando tu ti avvicinavi e come le
forze li abbandonarono, come il fumo il fuoco che si va spegnendo?
Sì, amico mio, tu sei la cattiva coscienza per i tuoi vicini, poichè essi
sono indegni di te. Percò ti odiano e sarebbero lieti di suggere il tuo sangue.
I tuoi vicini saranno sempre mosche velenose; ciò che in te è grande - non
può che renderli più velenosi e sempre più simili alle mosche.
Fuggi, amico mio, nella tua solitudine e là dove spira un'aria rude e
forte! Non tocca a te di fare lo schiacciamosche. -
Così parlò Zarathustra.