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Attualità: Escherrichia coli
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Resposta  Missatge 1 de 6 del tema 
De: lore luc  (Missatge original) Enviat: 29/05/2011 11:20

Germania, è psicosi da "cetriolo killer". Madrid avvia indagine

L'infezione causata da un ceppo batterio "Escherichia coli". In Germania si contano 4 vittime e 276 casi accertati. All'origine ci sarebbero tre cetrioli importati dall'Andalusia. La Commissione Europea: turisti, attenti ai sintomi.

  • Germania, allarme epidemia

Germania, è psicosi da "cetriolo killer". Madrid avvia indagine

Cetrioli dalla Spagna all'origine del batterio

MALAGA - Anche la Spagna ha aperto un'inchiesta sul caso dell'infezione da batterio E. Coli (Escherichia coli) che, attraverso i cetrioli, potrebbe essere all'origine dell'epidemia che negli ultimi giorni ha provocato la morte di tre persone in Germania. Secondo i primi accertamenti due società con base a Malaga e Almeria hanno prodotto i cetrioli contaminati. Nessun caso di contaminazione è stato registrato per il momento in Spagna, secondo l'agenzia spagnola di sicurezza alimentare (Aesa). L'agenzia ha precisato oggi che le autorità sanitarie della regione Andalusia "stanno indagando per sapere da dove proviene la contaminazione e come si sia prodotta".

GERMANIA: OLTRE 60 NUOVI CASI, A QUOTA 276. Oltre 60 nuovi casi di sindrome emolitica Uremica (Hus), la versione resistente e più pericolosa del ceppo Ehec del batterio E.Coli, sono stati registrati in Germania nelle ultime 24 ore: lo ha annunciato questa mattina l'istituto Robert Koch di Berlino per la salute pubblica. Fino ad oggi, quindi, i casi accertati sono aumentati a 276, rispetto ai 214 registrati ieri (in media, ogni anno, ne vengono segnalati dai 50 ai 60 casi). "L'epidemia continua", ha commentato il direttore dell'istituto, Reinhard Burger. Ieri è emerso che l'epidemia è stata provocata da cetrioli contaminati provenienti dalla Spagna. Burger ha sconsigliato oggi il consumo di cetrioli crudi.

IL BATTERIO
. L'escherichia coli è stato trovato in tre cetrioli importati da Malaga, in Spagna: i pazienti contagiati hanno riscontrato in molti casi sanguinamento del tratto digerente. La città tedesca maggiormente colpita risulta Amburgo: diverse le persone contagiate o che mostrano comunque sintomi della malattia.

CASI SOSPETTI E SINTOMI. L'epidemia sembrerebbe essere limitata alla Germania, ma le autorità stanno esaminando alcuni casi sospetti anche in Svezia, Gran Bretagna e nei Paesi Bassi tra le persone che hanno viaggiato lì, ha detto la Commissione. ''Le persone che hanno recentemente visitato la Germania dovrebbero prestare attenzione a sintomi come diarrea ematica ed eventualmente consultare il proprio medico'', ha riferito Frederic Vincent, portavoce della Commissione per le questioni sanitarie.
  
COLDIRETTI: PREFERIRE PRODUZIONI ITALIANE. L'Italia importa cetrioli e cetriolini dalla Spagna per un quantitativo che ha superato gli 8 milioni di chili nel 2010. Per la Coldiretti, bisogna evitare allarmismi ma è consigliabile comunque preferire le produzioni nazionali verificando sull'etichetta, obbligatoria per legge, la provenienza dei cetrioli acquistati, in attesa dei necessari riscontri sulla possibilità che ci siano rischi per un contagio in altri paesi europei.



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Resposta  Missatge 2 de 6 del tema 
De: haiku04 Enviat: 30/05/2011 12:05
Poichè non sono mai certa della reale provenienza, eviterò i cetrioli.... peccato perchè mi piacciono, belli freschi e tagliati a rotelline.... ma in realtà chissà quante porcherie mangiamo....

Resposta  Missatge 3 de 6 del tema 
De: lore luc Enviat: 05/06/2011 15:53

Questa infezione scomparirà in poco tempo: ecco perché il batterio killer non deve far paura


Il panico fa più danni del pericolo: l'effetto batterio costa 25 milioni. Alfredo Caprioli, responsabile del reparto Zoonosi dell’Istituto superiore di sanità, assicura: "Non ci sono rischi per il salame italiano, i test sono negativi". Il contagio è solo nell'area di Amburgo, ma un europeo su tre ha cambiato dieta

 



Alfredo Caprioli, responsabile del reparto Zoonosi dell’Istituto superiore di sanità, il salame di cervo italiano è stato scagionato.
«Abbiamo esaminato il campione che ci è arrivato dall’Austria ed è risultato negativo. Non è presente il batterio E.coli produttore di verocitotossina. Del resto avevo già anticipato che ci sarebbe stata una probabilità su un miliardo che ci fossero delle correlazioni».

è possibile la trasmissione da uomo a uomo?
«è un evento possibile ma raro e avviene in condizioni igieniche precarie. Non c’è contagio per via respiratoria, bisogna ingerirlo».

E come si fa?
«Se un bambino con la diarrea sta in una scuola materna probabile che si diffonda. Oppure una mamma che si imbratta pulendo il bambino malato e poi non si lava le mani, viene contagiata. Il batterio sta nelle feci ed è necessario portare alla bocca qualcosa che è stato contaminato. Con l’igiene il rischio di ammalarsi si risolve al 90 per cento ».

In Germania dicono che il contagio sia in diminuzione.
«Sì, ci sono primi segnali di un allentamento. Del resto, molto spesso le epidemie si estinguono da sole. Le persone sono più attente, i controlli sugli alimenti più serrati».

Ma lei si è fatto un’ idea su cosa ha scatenato l’epidemia?
«è quasi impossibile offrire risposte certe, ma escludo la storia delle insalate, ad Amburgo ormai quasi nessuno mangia verdura cruda e i contagi avvengono da un mese e mezzo».

Dunque?
«Abbiamo discusso con le autorità tedesche anche di bioterrorismo, ma io considero improbabile anche questa strada. Questo è un tipo di batterio molto strano. Mi sembra fantascienza. Avrebbero potuto utilizzare un altro batterio molto più comune ma altrettanto micidiale».

La contaminazione dell’acqua?
«Non possiamo escluderla. Ci sono degli ottimi scienziati che stanno valutando. E c’è in corso un’inchiesta poliziesca per trovare il motivo scatenante».

Nessuno li aiuta?
«A livello comunitario non gli possiamo imporre un team internazionale e loro dicono che ce la fanno da soli. Qualcuno voleva trasportare all’estero i malati ma hanno rifiutato».

Dall’Italia bisogna stare solo a guardare insomma?
«Soprattutto è necessario stare tranquilli. Finora l’epidemia è ben delimitata nel nord della Germania. E se le autorità tedesche invitano a non consumare l’insalata ad Amburgo, io che sto a Roma l’insalata la mangio. La laverò cinque volte al posto di due. Ma è tutto. Da un mese l’epidemia non si è mossa da lì e finirà tutto prima che si scopra la causa del contagio».

Ma non sarebbe opportuno bloccare le importazioni di verdura dalla Germania?
«Da loro ci arrivano i cavolfiori in autunno, la verdura fresca è principalmente italiana e super controllata. Inoltre uno Stato membro può bloccare nella Ue del cibo solo se c’è una forte evidenza di pericolo. E ora non c’è. Solo chi va in Germania deve adottare delle precauzioni. Come non mangiare verdura cruda».


Resposta  Missatge 4 de 6 del tema 
De: primaveraestate Enviat: 05/06/2011 20:43
Io ho pensato alla guerra batteriologica. Prima i cetrioli, ieri i salumi di cervo, oggi i germogli di soia. Più che tranquillizare, mi pare che gli scienziati procedano a tentoni...

Resposta  Missatge 5 de 6 del tema 
De: Principe Errante Enviat: 12/06/2011 14:17
Intanto il tempo é andato avanti,così come le vittime che sono oramai salite a 35...

Resposta  Missatge 6 de 6 del tema 
De: lore luc Enviat: 29/06/2011 08:28
29/06/2011 - batteri e polemiche

Batterio killer: secondo Garattini, forse non è un caso l’origine “bio”

Batterio killer, secondo Garattini la possibile origine "bio" non è una coincidenza - Foto: ©photoxpress.com/C.Bluesman

A detta del direttore dell’Istituto Mario Negri di Milano, il fatto che il batterio killer sia collegabile a un prodotto Bio potrebbe non essere un caso, ma la sopravvalutazione di questo genere di coltivazione

Ormai tutti conoscono la vicenda del batterio killer che ha provocato diversi decessi in Germania. E, dopo tutte le supposizioni e le svariate ipotesi, il fatto che si possa ricondurre a un prodotto Bio, secondo il professor Silvio Garattini un nesso ci può essere. «Forse non è una coincidenza o un caso che il prodotto fosse “biologico”», commenta infatti Garattini sul settimanale Oggi appena uscito in edicola. «Senza voler condannare nessuno, questi prodotti “biologici”, che si giovano solo di sostanze naturali, si arrogano meriti spesso indebiti. Sono infatti i produttori coloro che garantiscono la purezza dei prodotti e quindi la salute, mettendoli in contrapposizione con i prodotti industriali, che invece sarebbero il frutto della chimica», aggiunge il professore.

Il dubbio è che se anziché sbandierare la “purezza” dei prodotti Bio, forse sarebbe meglio promuoverne la sicurezza, suggerisce Garattini che, a tale proposito, chiarisce: «In realtà molti di questi giudizi sono autoreferenziali, perché nessuno ha mai fatto seri confronti per stabilire come stiano le cose. Sarebbero tuttavia confronti inutili perché non si possono fare valutazioni generali di categoria. Ogni prodotto va valutato per i suoi contenuti e per la sua qualità non per la sua etichetta».

L’esperto ricorda che il batterio killer  era una variante dell’Escherichia coli, che è presente sia nell’intestino che nel letame. Da qui la possibilità che attraverso questa via sia giunto nell’alimento portatore. Anche qui, il dubbio del professore è se le cose sarebbero state diverse se il concime fosse stato diverso: «Ci si può chiedere se l’infezione sarebbe avvenuta, se invece di usare il letame si fossero utilizzati concimi chimici e se non sarebbe prudente, con le dovute precauzioni e nei casi in cui sia necessario, non disdegnare l'impiego di qualche pesticida. Si è creata infatti una netta contrapposizione fra il prodotto alimentare biologico e il prodotto industriale. Il primo, essendo naturale, avrebbe tutti i vantaggi a parte il maggior costo: più vitamine e meno pesticidi. Il secondo sarebbe invece il frutto di manipolazioni tecnologiche e quindi sarebbe da abolire».

In sostanza, che sia Bio o non Bio, la sicurezza deve essere garantita sempre. Non si può accettare una spiegazione diversa o di fantasia, soprattutto quando poi le persone muoiono.
[lm&sdp]



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