Leggo con interesse il riassunto che Maria fa su Blogeko riguardo alle novità sulla TAV Torino-Lione. Da tutto l'impiccio, ne deduco quanto segue:
- Si cerca ancora di arraffare i contributi della Comunità Europea.
- La TAV è inutile (lo dice persino Ceronetti su La Stampa, il quotidiano più Si-TAV che ci sia)
- I francesi, dopo aver graziosamente approvato lacrimogeni e manganelli, vogliono cacciare meno soldi possibile, e farli tirar fuori invece a noi.
- Viene ora approvato il progetto della TAV "leggera", di cui si è parlato negli ultimi giorni.
- Tale progetto non prevede una vera TAV leggera, ma la realizzazione dell'opera in due tranches: ovvero, la TAV vera e propria non vedrà iniziare la costruzione prima del... 2025!
- Ciò significa che per "entrare in Europa" dovete aspettare come minimo il 2040. Trent'anni ancora, come faranno gli europei senza di noi?
- Ma non è neppure detto. Infatti la "leggerezza" del progetto consiste proprio nel fatto che la seconda tranche resta in forse: "i lavori, cioè, saranno realizzati in due fasi e i cantieri della seconda saranno aperti solo se ritenuti necessari." (La Stampa)
- Ma una cosa resta ferma, indiscutibile e inamovibile: il famigerato tunnel di 57 km sotto la montagna. "La priorità è la realizzazione del tunnel di base di 57 chilometri" (La Stampa). Quello si fa subito. Si fa a qualsiasi costo. E' la priorità numero 1. Un tunnel di 57 km, che potrebbe non servire mai a nulla. O, per essere precisi, per entrare in Europa a piedi e al riparo dalla pioggia. Insomma, un maxiombrello da passeggio.
A questo punto se ne conclude che l'unico interesse nei confronti della TAV sia quello di assicurarsi la realizzazione del buco, solo e solo quello. Siccome a me non va di stare troppo a cliccare, per via della cervicale, c'è qualcuno che ricorda chi abbia già assicurato l'appalto del buco? (In realtà lo so, ma mi deprime ricordare chi sia il vero mandante dei manganelli... però ecco una dritta: le talpe prosperano particolarmente in certe Regioni.)