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La recita
Giullare, femme fatale, svampita, cortigiana. Una recita continua per me, per gli spettatori a volte attenti, ma quasi sempre distratti. Per non morire, per sentire che esisto, per sentirmi utile, importante, consigliata, amata. E ad ogni recita aggiungo o tolgo battute o qualche scena ad effetto perché la noia non sovrasti la mia pièce.
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Último
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Perdona ma non odo più parole che dici. Il mio sentire è improvvisamente sordo al tuo pianto senza lacrime e ai tuoi indizi d'innocenza. Il mio corpo non accetta più carezze e baci che davi, un prepotente estetico disgusto mi soffoca. Non fingo sensazioni per asciugarti gli occhi, non oltraggio la mia mente con pietose testimonianze. La mia pelle, la mia bocca e le mie mani hanno siglato la condanna senza prove d'appello. |
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