(Carovigno 1824-Pozzuoli 1880)
Parlamentare mazziniano, progressista e riformatore sociale. I temi che gli stavano maggiormente a cuore erano la cremazione e la chiusura dei cimiteri, la riforma dell'istruzione e la soppressione dell'insegnamento religioso, la riforma del diritto di famiglia, la parità dei diritti fra marito e moglie, il divozio, l'abolizione di qualsiasi discriminazione fra figli legittimi e naturali.
Non ebbe fortuna, ma era tenace e introdusse in Parlamento, fra il 1875 e il 1880, quattro progetti per l'introduzione del divorzio nel diritto italiano. Quando morì era ridotto alla fame.
Ecco il testo, deliziosamente antiquato, della legge che egli propose in Parlamento sulla condizione della donna. «Art.1. Riconoscendo nella donna identità di tipo e facoltà eguali all'uomo, giustizia vuole che essa sia eguagliata al medesimo nei diritti civili e politici. Quindi le donne italiane, dalla pubblicazione di questa legge, sono facultate ad esercitare i diritti civili e politici nello stesso modo e con le medesime condizioni che li esercitano gli altri cittadini del regno d' Italia. «Art.2. Le divergenze degli interessi, che potranno verificarsi nel passaggio dal vecchio a questo nuovo regime, verranno composte ed ordinate da appositi decreti. «Art.3. Tutte le disposizioni del codice e di altre leggi suppletorie, che circoscrivevano e limitavano i diritti della donna, rimangono abolite. «Art.4. Le donne italiane, che si mostreranno più diligenti al miglioramento della razza umana, dando alla patria figlioli di belli e robusti tipi, e li educheranno in modo da farli divenire eroi, pensatori e produttori distinti, avranno conferiti dallo Stato titoli di onore, pubblici uffici, ed anche pensioni vitalizie, secondo il maggior bene che hanno arrecato colla loro opera».
Fonte: http://archiviostorico.corriere.it/2006/giugno/12/Salvatore_Morelli_primo_femminista_italiano_co_9_060612108.shtml