Sulla velocità dei neutrini si sono fatte troppe chiacchiere. È per questo che vorrei rispondere alla compagnia di giro di filosofi, intellettuali e moralisti che sproloquia su giornali e televisioni. Risponderò con i fatti. Primo. Il Professore Zichichi, dicono, ha rotto il segreto che circondava lo studio sulla velocità dei neutrini? È questa l’accusa? Non ho affatto rotto il segreto. Prova ne è quello che ho detto mercoledì 21 settembre e pubblicato su Il Giornale il giorno dopo. Non una parola né sugli aspetti tecnici né sui famosi 60 nanosecondi. Era questo il segreto: 60 nanosecondi! Non le voci che c’era in ballo una grande scoperta. Questo lo sapevano tutti.
Nella mattina di mercoledì ho ricevuto telefonate di tre giornalisti italiani e due stranieri che, essendo io il padre del Gran Sasso e il primo fisico al mondo che abbia proposto lo studio dei neutrini prodotti al Cern e osservati al Gran Sasso (come ha fatto il gruppo «Opera»), mi ponevano domande sui risultati ottenuti. Domande alle quali non ho risposto. Dopo cinque telefonate ho chiamato Vittorio Macioce, un giornalista che stimo, dicendogli che correvano voci di una grande scoperta e che ci sarebbero stati al Cern e al Gran Sasso due seminari sulle proprietà dei neutrini. Il segreto da me rivelato sarebbe quindi l'annuncio di due seminari e il loro tema. Non vedo francamente dove sia lo scandalo.
Seconda chiacchiera. Attenzione, ricordano i parrucconi, la scoperta deve essere confermata. Risposta. Sono stato il primo a dire che l’esperimento necessita di conferma sperimentale. Se confermato sarà la più grande scoperta del secolo. Ho detto e ripetuto: se confermato. Ed ecco un fatto da me vissuto in prima persona. Negli anni sessanta arrivò dall’America la notizia di una grande scoperta: il primo esempio di particella «scalare» il che vuol dire tipo «pallina». Siccome tutte le particelle note erano tipo «trottolina» questa scoperta fu ai tempi una «bomba». Ripetendo l’esperimento al Cern dimostrai che la particella tipo «pallina» non esisteva. Ancora oggi nessuno ha mai scoperto una particella tipo pallina. Non ho quindi nulla da apprendere dai colleghi che pontificano senza avere mai fatto un esperimento. Tutti i fisici sanno che la verifica sperimentale è indispensabile.
Terza chiacchiera. Le scoperte debbono essere date al grande pubblico dopo che sono state pubblicate su una rivista scientifica. Risposta. Non ho nulla da imparare su quando una scoperta deve essere data al grande pubblico. Ecco qui un altro fatto. Quando scoprimmo al Cern il primo esempio di antimateria nucleare (correva l’anno 1965) ci limitammo a inviare la descrizione rigorosa dell’esperimento e i risultati ottenuti alla rivista scientifica più prestigiosa d’Europa. Dopo molte settimane l'esperimento venne ripetuto in America e i risultati dati subito alla stampa. Gli autori americani pretendevano di avere la priorità scientifica proprio per averla fatta conoscere a tutti prima della rivista altamente specializzata, che ha tempi lunghi in quanto un lavoro viene sottoposto a verifiche rigorose, prima di essere pubblicato. Però incominciò così il problema su cosa fare. Gli autori della scoperta sulla velocità dei neutrini che dal Cern arrivano al Gran Sasso hanno deciso di fare il Seminario al Cern nello stesso giorno in cui hanno stampato il preprint.
Coloro che pensano di avere il diritto a pontificare - pur non avendo mai scoperto niente - debbono rendersi conto che dal 1965 è passato quasi mezzo secolo. Oggi - non certo per colpa di Zichichi - tutte le scoperte vengono date al grande pubblico ben prima di essere stampate su riviste specializzate. Questo nulla toglie al rigore col quale si deve realizzare un esperimento e alla riproducibilità di una eventuale scoperta che da quell’esperimento può venir fuori. E con questo spero di aver risposto a chi mi tira in ballo, con lezioni sul galateo scientifico.