Bergamo - Cinque anni fa sparò a un ladro in fuga, sorpreso nella sua abitazione. Ora, Antonio Monella, dovrà scontare otto anni di reclusione per omicidio volontario. La vittima, Helvis Hoxa, cittadino albanese, aveva 19 anni.
La sentenza contro l'imprenditore 50enne è stata pronunciata stamattina con rito abbreviato dal gup Vittorio Masia. Eppure il legale di Monella, l’avvocato Enrico Mastropietro, aveva chiesto l’assoluzione invocando la nuova legge sulla legittima difesa, secondo la quale in casi di violazione di domicilio il proprietario dell’abitazione può difendersi, per tutelare la sua incolumità, ma anche agire contro l’aggressione ai propri beni materiali.
Nella sera tra il 5 e 6 settembre del 2006 l’imprenditore Antonio Monella era in casa con la moglie e il figlio. Aveva sentito dei rumori e aveva trovato in corridoio un gruppo di malviventi che avevano in mano le chiavi del Suv, parcheggiato nel cortile di casa. Spaventato, aveva quindi impugnato il suo fucile calibro 12, regolarmente detenuto, e aveva sparato ad uno dei ladri dal balcone. Sanguinante il 19venne aveva raggiunto i suoi complici, che lo hanno abbandonato di fronte ad un bar di Truccazzano, già in provincia di Milano. Hoxa era poi morto in ospedale.
Durante il processo, le perizie balistiche di accusa e difesa hanno dimostrato che l’imprenditore non aveva mirato contro il malvivente in fuga. Tanto che persino l’accusa parlava di "eccesso colposo di legittima difesa" e non di "omicidio volontario". Ma il gup Bianca Maria Bianchi aveva rispedito gli atti alla procura, sostenendo che il reato da ipotizzare era il secondo perché l’imprenditore sparando dal balcone doveva mettere in conto che qualcuno dei malviventi avrebbe potuto morire. E far leva sulla legge in merito alla legittima difesa non è servito: i ladri, al momento della fuga, non stavano mettendo a repentaglio l’incolumità dell’imprenditore o dei familiari.