4 novembre 2011: una giornata molto importante per la questione NLTL (Nuova Linea Torino Lione).
Alle ore 17:30 l’aula magna del Politecnico di Torino è piena e le persone continuano ad arrivare tant’è che si deve allestire ancora un secondo spazio per gli ospiti.
Al tavolo dei relatori Angelo Tartaglia, docente di fisica presso il Politecnico di Torino, Marco Ponti, esperto economico di fama internazionale e docente presso il Politecnico di Milano, Mario Villa e Carlo Alberto Barbieri, membri dell’osservatorio tecnico per la NLTL e professori presso il Politecnico di Torino.
L’entusiasmo dei presenti è evidente: si tratta di un dibattito tecnico sulle ragioni pro e contro relative alla NLTL, un evento, purtroppo, rarissimo.
Angelo Tartaglia introduce la serata illustrando le fantasiose previsioni dell’osservatorio tecnico che vorrei qui ripercorrere velocemente:
Osservando le proiezioni (rosso) e i dati storici del traffico merci su ferrovia (in ordinata milioni di tonnellate l’anno) notiamo che dal 1992 al 1997 si registra una crescita del traffico esponenziale; la prima proiezione è, tra le tre, la più accettabile, si cerca insomma di proseguire la linea tracciata nei cinque anni precedenti.
Ciò che è stato descritto, però, si potrebbe assumere solamente in un sistema diverso da quello reale dove dobbiamo tenere conto dei limiti che lo sviluppo ci sta imponendo (Rapporto sui limiti dello sviluppo - http://it.wikipedia.org/wiki/Rapporto_sui_limiti_dello_sviluppo): l’evoluzione degli scambi commerciali ci impone inoltre un certo livello di saturazione e dunque il traffico non potrà mai avere questo tanto acclamato andamento esponenziale crescente.
Nel sistema reale, lo si evince dai dati storici, il traffico comincia a calare a partire dal 1997.
Per allinearsi con le previsioni precedenti, nel 2004, si traccia un’altra linea, anche questa volta un’esponenziale crescente che ora, però, diventa ridicola.
Spostandoci ai giorni odierni si nota che la linea tocca il picco minimo degli ultimi quarant’anni.
L’osservatorio, forse dopo avere avuto una rivelazione divina, ci scaglia nel 2053 verso quote di traffico 60-70 volte maggiori rispetto a quelle odierne. E che cosa dovrebbe succedere per giustificare tanto ottimismo?
Quando Tartaglia mostra al pubblico queste slides, i presenti scoppiano a ridere. Nel mio intervento a fine serata faccio notare che “Al di fuori di questa occasione non ho mai visto persone ridere per un grafico!”, questo è sintomatico di un’eccezionale inadeguatezza.
La fattibilità dell’opera è giustificata da queste proiezioni, la NLTL sarà costruita perchè quelle linee ci garantiscono un futuro prospero di introiti ad alta velocità.
Purtroppo non sarà così: Marco Ponti ci ricorda che, in media, in Europa il traffico su linee ferroviarie è a -40% rispetto a quello previsto da progetto mentre i costi lievitano del +40% rispetto al preventivato. In media...
Conosciamo il nostro paese, essere Italiani, ieri e oggi, ha significato convivere con un diffuso stile di vita unico al mondo che è forse il tragico motivo di questa disperata situazione attuale. A mio personale l’aumento dei costi scavalcherà la media europea ed alcuni dei suoi multipli.
L’esperto si sposta in campo economico: persino sul Sole24Ore lo scetticismo verso le grandi opere è alto, èsentore comune che “Bambole, non c’è una lira!”.
Marco Ponti ci ricorda inoltre che i dati del progetto della NLTL parlano di un transito di 35 treni al giorno sulla linea in media quando la capacità della linea stessa è di 300 treni al giorno, come si potrebbe vedere un ritorno della spesa?
Il professore Villa sale sul palco e fa notare che “Può sembrare difficile intervenire dopo il professor Tartaglia ed il professor Ponti”. Villa ci mostra immagini che rappresentano il “grande progetto Europeo” che comporta la costruzione di diversi corridoi ferroviari per il benessere della comunità.
Si discute di un concetto che sembra sfatare quelle previsioni di cui prima abbiamo discusso: una volta aperta la NLTL il traffico, magicamente, andrà a spostarsi su quella linea, saturandola nel giro di qualche decennio: "è come costruire il letto di un fiume", aggiungo io, nel deserto.
Ma perchè se il traffico aumenterà dopo la costruzione della linea, le proiezioni di crescita cominciano oggi? Situazioni paradossali...
Villa poi sembra essere perlomeno oggettivo sulla situazione economica attuale: “Eh, è un bel problema”, non si lascia perdere però l’occasione di tacere e parte insultando la dignità di quelle persone su cui grava la crisi: ci fa sapere che l’opera comporta una spesa pari a circa lo 0.5% di PIL, “i soldi tanto li si trovano”. Qui, e mi scuso verso i relatori ed il pubblico, esplodo: “Ma la scuola? L’università?” (e mi sono risparmiato).
Interviene Barbieri, una nuvola di alchimia e irrazionalità piomba sulla sala, i miei vicini di posto si chiedono se “questo”, come lo apostrofano, possa davvero essere un docente del Politecnico di Torino, un luminare. Una pessima figura per il più importante ateneo Italiano.
Barbieri non viene a raccontare dei dati. Come un banditore medievale si fa da portavoce di alcune fantomatiche notizie, provenienti direttamente dall’osservatorio tecnico suscitando l’ira di Ponti che scoppia in uno sfogo naturale contro la menzogna.
“Europa... grande chance... progetto strategico... riequilibrio Europeo... politiche di cambiamento modale rivolte alla sostenibilità.... sistema di coesione.... complemento di risultato... essere attori in questo scenario...”
Si cala poi davvero nell’assurdo e nel ridicolo: sfruttare gli scavi della linea per la ricerca e lo sfruttamento dell’energia geotermica!
Tartaglia, forse con un po’ di imbarazzo, gli ricorda che per una pompa di calore sono sufficienti 20 centimetri di diametro e qui Barbieri da dimostrazione di quella che a me piace chiamare l’ingegneria del forse, nostra compagna per gran parte della serata: “Eh appunto! Pensa quanto ne fai!”.
La qualità dei responsbaili di tale scempio intellettuale fa di questo un non-progetto elaborato da un osservatorio quasi-tecnico in un paese per-nulla-normale dove si riescono a portare tesi così vergognose nella più importante università Italiana che, invece, dovrebbe celebrare la ragione, la scienza e la tecnica.
Mi auguro che in futuro si possa davvero arrivare ad un serio confronto basato su numeri, che non lasci spazio ad interpretazioni, o meglio, ad ideologie.
Il mio più grande ringraziamento va al professor Tartaglia che, oltre all’immenso e costante contributo tecnico, ha anche concesso le slide che ha presentato in conferenza (le immagini nell’articolo sono di sua elaborazione), il professor Ponti, il TGMaddalena, la regia del Politecnico ed il gruppo NOTAV Torino che si sono occupati della diretta streaming e della registrazione ed infine il pubblico che ha partecipato, rappresentando ancora una volta quella parte di Italia che continua a lottare contro gli abusi di una certa classe dirigente, a tutela non del proprio giardino ma del bene comune.
Evento: http://www.ustream.tv/recorded/18305117
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