del Parlamento (
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«La mia posizione non è limpida, lo ammetto», dichiara Antonio Gaglione al settimanale Oggi, in edicola da mercoledì, «e quando ricevo lo stipendio di parlamentare non mi sento proprio a posto. Ma la vita è fatta di bilanci e io che per 7 anni ho dedicato alla politica tempo, energia e soldi, mi dico che globalmente il bilancio è positivo. E di conseguenza non mi dimetto». Per la prima volta parla Antonio Gaglione, il parlamentare eletto nelle file del Pd e poi passato al gruppo misto della Camera, che in questi anni ha stabilito il record di assenteismo parlamentare. Nato 58 anni fa a Latiano, in provincia di Brindisi, fervente cattolico, con un lungo apprendistato nelle formazioni giovanili della Dc pugliese, Antonio Gaglione oggi a capo di una clinica cardiologica a Bari, in una intervista pubblicata sul numero di Oggi in edicola mercoledì, non nasconde il proprio imbarazzo.
UNA CATENA DI DELUSIONI - Per spiegare il proprio assenteismo Gaglione, ripercorre le tappe della carriera politica iniziata sull’onda dell’entusiasmo nelle elezioni 2001 che lo hanno portato al Senato con oltre 52 mila voti, culminata con un incarico di sottosegretario alla salute al 2006 al 2008 e precipitata in una catena di delusioni e disillusioni dopo il 2008 quando si è reso conto di essere una semplice pedina nelle mani dei capi di partito. Una situazione che secondo il medico e onorevole pugliese è stata determinata dalla legge elettorale, che ha abolito le preferenze, cancellando ogni forma di merito e consegnando tutto il potere alle segreterie di partito. «Il Parlamento», prosegue Gaglione, «è stato espropriato delle sue funzioni. Non c’è una legge d’iniziativa parlamentare e si votano solo leggi di iniziativa governativa. Deputati e senatori sono lì solo per approvare o bocciare atti di governo. Per quello ho smesso di andarci».
«NON SONO GIUSTIFICABILE» - Il primatista di assenze parlamentari dichiara di non cercare giustificazioni: «Non sono giustificabile», aggiunge, «e questa è una confessione personale, di cui mi assumo tutta la responsabilità: mi sono reso conto che potevo essere più utile qui come medico che in parlamento a farmi manovrare come una pedina». Con un reddito che politica a parte raggiunge i 500 mila euro annui, Gaglione dice di considerare chiusa la propria esperienza di parlamentare e promette di tornare in aula quando si aprirà il dibattito sulla legge elettorale. Alla domanda sul perché non ha preso la decisione di dimettersi, dopo qualche indugio risponde: «Giovanna, mia moglie, lo dice sempre».