La pioggia ha accompagnato sempre mille miei pensieri, ha ritmato lo scendere delle lacrime, ha preso per mano i miei sogni e ha fatto compagnia ai miei respiri.
Una goccia dopo l’altra, rimbombando sui davanzali, amplificando quel senso di costanza che ti dà il cadere lento ed inesorabile dell’acqua, senza bagnarti, ricoprendoti di pienezza.
In mezzo al vuoto quel ticchettio ha riempito silenzi, paure, emozioni e sogni. Da piccola, certe volte, contavo quante gocce cadevano, da ragazza ascoltavo quel rumore facendo attenzione alla forza ed all' intensità con cui scendeva la pioggia. Cercavo di capire se stava arrivando un temporale o se era una semplice pioggerellina.
Anche il vento mi fa lo stesso effetto. A differenza della pioggia, il vento mi inquieta un po’ e nello stesso tempo mi piace guardarlo dalla finestra, standone ben lontana. Mi piace sbirciare dalla finestra e guardare il mondo mentre si muove, sentire il fischio del vento, sapere che tutto è impermanente. La mente piena di vento è una mente agitata, dicono i tibetani. Il vento disordina, scompiglia, passa senza avvertire, non si preoccupa di rimettere in ordine, può sopraffarti, può farti perdere il controllo, può sradicare. Può anche rinfrescare, è vero, quando siamo troppo accaldati, può asciugarci, può accarezzarci la pelle. Il ritmo e l’intensità. Il giusto equilibrio delle cose. Forse è questo che mi affascina del vento e della pioggia: la potenziale forza dirompente e squilibrante, l’imprevedibilità, la mancanza di poterlo controllare.
Eppure anche la vita è così. Accade che ci sono delle condizioni in cui c’è qualcosa che ti fa capire che anche ciò che ti sembra permanente, fisso, stabile invece non lo è e non lo è stato mai...
Accade che nulla è come appare... ed un colpo di vento lo trasforma. Per un attimo, per sempre. Poco importa. Non è più quello che era un secondo fa.
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