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Con Carlo Fruttero scompare un personaggio unico nella storia della nostra letteratura e del nostro giornalismo, uno di quegli scrittori di confine che sono riusciti, almeno in buona parte, a combattere e smantellare l'accigliosità di una cultura che si voleva solo "alta" e la spocchia dei giudicanti accademici, valutando nella giusta misura le novità della cultura popolare diventate nel Novecento cultura di massa. Prima che a decidere che cosa bisognasse leggere, vedere, consumare, pensare venisse deciso per noi dalle grandi concentrazioni finanziarie. Traduttore (tra l'altro, e non è poco, del teatro di Beckett), elzivirista, prefatore, conobbe del di Goffredo Fofi - Il Sole 24 Ore - leggi su http://24o.it/Ija2T |
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Era uno srittore ,ricordo La donna della domenica ,era in coppia con Lucentini.Scompare un altro grande italiano,era nato a Torino
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ROMA - è morto oggi nella sua casa di Castiglione della Pescaia, a 85 anni, lo scrittore Carlo Fruttero. Nato
a Torino nel 1926, coppia con Franco Lucentini diede vita a uno dei
sodalizi più celebri della nostra letteratura. Tra i titoli più noti
dello scrittore, La donna della domenica.
«Se n’è andato un grande intellettuale,
ha descritto con ironia vizi e virtù degli italiani. Ma maltrattandoli
li ha anche resi più grandi con impareggiabili pagine di letteratura»,
ha detto Matteo Orfini, responsabile Cultura del Pd.
L'ironia di Fruttero.
«Passati gli ottant'anni nessuno osa più scrivere di te "il vecchio
Fruttero", ancor meno "l'anziano Fruttero". Così si passa a un sinonimo
lusinghiero: "il grande Fruttero". Per far capire che è solo un modo di
dire, si può ricorrere a un superlativo: il "grandissimo" Fruttero, che
qui saluta e lascia la scena col suo più bel sorriso». Così ironizzava
sui vantaggi della vecchiaia Fruttero, in un elenco scritto per Vieni
via con me, il programma di Fabio Fazio e Roberto Saviano. Con la
consueta, raffinata e sagace ironia, Fruttero aveva scritto: «Un vecchio
è il solo ad avere i titoli per parlar male della sua età. Potrà dire:
"Mi fanno ridere questi precari. E io allora, che sono più di là che di
qua?" Potrà chiudere con "Non ne posso più di tutta questa vecchiaia",
ottenendo un sorriso comprensivo».
Altro vantaggio, «guidare contromano per 14 Km sull'autostrada, di notte.
Ti tolgono la patente, ma vuoi mettere la soddisfazione?». E ancora,
«un vecchio può continuare a fumare tranquillamente. Ormai tutti i suoi
terapeuti concordano nel dire che smettere sarebbe peggio». E perfino
«giocare la domenica pomeriggio in famiglia alla compilazione del
proprio necrologio. "Circondato dall'affetto dei suoi cari...". Meglio
tenersi sullo stringato. Costa meno e poi è anche vero, molte volte».
Anche sulla morte riusciva a scherzare.
«Se anche volessi, non potrei suicidarmi: sono invalido, e bloccato a
casa al pianterreno», aveva detto nel novembre 2010, parlando del
suicidio di Mario Monicelli. Una scelta - simile a quella di Franco
Lucentini, legato allo scrittore torinese da un sodalizio lungo una
vita, che si ammazzò nel 2002 a 82 anni - che Fruttero allora definì
come il gesto di una «personalità molto indipendente», ma forse anche il
frutto della «solitudine». Parlando di sè, poi, in quell'occasione
aggiunse: «Ho la fortuna di avere due figlie che amo moltissimo e che si
occupano intensamente di me, tre nipoti meravigliosi che anche loro si
occupano di me: un gesto del genere li rattristerebbe, per loro sarebbe
una tragedia. Quando hai una cerchia di affetti importantissimi, magari
non lo fai. E dunque, penso che tirerò avanti così».
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Lo ricordo con affetto,un suo testo in particolare,scritto a fine anni 80,dunque in tempi non sospetti,assieme al fido Lucentini s'é oggi rivelato più che profetico:"La prevalenza del cretino".
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