Gli anni Settanta sono ricordati, tra le altre cose, come gli anni della rivoluzione sessuale delle donne. L’inizio del nuovo millennio è il periodo della rivoluzione sessuale maschile, iniziata a metà anni novanta.
Con la loro rivoluzione le donne sono uscite da anni di umiliazioni e di vassazioni da parte dell’altro sesso, che le vedeva solo come oggetto-corpo su cui sfogare i propri desideri. Parlare di parità dei sessi in quel periodo era da eretici.
Per le donne non è stata una lotta facile; far capire che dietro all’apparenza estetica, c’erano dei cervelli pensanti, capacità intellettuali e manageriali, per lo meno comparabili a quelli maschili, è stato un percorso lungo e irto di ostacoli etici e morali. Con i loro slogan prima e con i conseguenti atteggiamenti, sono riuscite a mettere gli uomini al loro posto, a ridimensionarli. Se nel campo politico e imprenditoriale devono ancora faticare per emergere e dimostrare la loro capacità, in campo sessuale hanno stravinto, hanno conquistato il centro del ring e relegato l’uomo a portare il cartello che prima era il compito affidato loro per indicare il passaggio da un round all’altro. Ora quel numero indica i secondi o i minuti della durata del rapporto sessuale, che l’uomo preferirebbe nascondere, mentre le donne stanno sedute nell’angolo del ring, non a farsi massaggiare i muscoli indolenziti e a bere integratori per superare l’immane fatica dello scontro; ma nemmeno a farsi asciugare il sudore dopo una lotta di corpi e il raggiungimento del piacere nel talamo-ring. Sono lì in attesa del proseguimento di un match interrotto troppo precocemente.
Da quel momento, fare aumentare quel numero portato in alto con disonore, ridurre i silenzi imbarazzanti condivisi con partners insoddisfatte in stanze dalle quali si vorrebbe solo scappare, è stato l’obbiettivo principe del maschio amatore.
Ecco che la scienza trova la soluzione a questa paura ancestrale che si dice attanagli un uomo su due. La pillola magica, che fa arrossire solo le orecchie e permette all’uomo di riconquistare il posto di privilegio che aveva perduto. Addio impotenza. Addio brutte figure e indifendibili spiegazioni.
A Robert Furchgott, medico che ci ha liberato da tutte queste angosce e ha dato il via alla nostra rivoluzione sessuale, viene dato il premio Nobel per la Medicina nel 1998. E’ lui che ha scoperto il meccanismo che sta alla base dell’azione farmacologica del Viagra. Alla Pfizer che lo ha lanciato sul mercato, i miliardi per il nostro apprezzamento e approvvigionamento.
Eccoci alla “erezione chimica” alla base di questa rivoluzione sessuale.
Siamo sempre più schiavi di sostanze chimiche chuse in pillole che noi ormai prendiamo per risolvere tutti i nostri problemi esistenziali. Riusciamo ancora ad innamorarci per uno sguardo, a provare sentimenti, ad essere stupiti per un gesto: riusciranno a trovare la pillola che sostituisca tutto questo?
Se non avremo più paura del confronto, non ne avremo comunque bisogno!
Maurizio Romani (web)