Sette ore al giorno al cellulare.
Si ammala di tumore al cervello
Guariniello indaga la
relazione tra malattia
e onde elettromagnetiche
MASSIMILIANO PEGGIO
torino
Una vita al telefono. Sempre incollato al cellulare
per lavoro. Setto ore al giorno per quasi vent'anni. Oggi si trova a
combattere con un glioblastoma, tumore maligno al cervello: malattia
insidiosa che in genere non lascia scampo. Si tratta di un uomo di 45
anni, imprenditore, in cura a Torino: il suo caso è stato segnalato alla
Procura di Torino. Il procuratore Raffaele Guariniello ha aperto un
fascicolo d'indagine per accertare eventuali correlazioni tra la
malattia e la lunga esposizione alle onde elettromagnetiche sprigionate
dagli apparecchi telefonici utilizzati dall'imprenditore.
è il
primo caso di questo genere a Torino. La forma tumorale riscontrata dai
medici potrebbe essere compatibile con le valutazioni di uno studio
presentato lo scorso anno dallo Iarc, l'Agenzia internazionale di
ricerca sul cancro, frutto del lavoro di un gruppo di 31 scienziati
provenienti da 14 nazioni. La relazione, pur non essendo basata su
convergenze scientifiche, lancia un allarme generico contro l'abuso dei
dispositivi elettronici, indicando alcune precauzioni. Gli scienziati
hanno i ritenuto i campi elettromagnetici delle radiofrequenza come
«possibilmente cancerogeni per l'uomo». Di fatto hanno segnalato una
«evidenza limitata di cancerogenicità», cioè «situazione in cui viene
osservata un'associazione positiva tra l'esposizione e il cancro,
ritenendo quindi credibile il rapporto causale». Ma, aggiunge la
relazione: «errori dovuti al caso o eventuali distorsioni, non possono
essere esclusi con ragionevole certezza». Nessuna prova scientifica,
dunque. Ma il rischio cancerogeno si concentra ai gliomi, tumori al
cervello, e ai neurinomi dell'acustico, tumori all'apparato uditivo.
L'indagine
è scaturita da un referto medico. L'uomo è stato sentito negli uffici
della procura e ha confermato di aver usato per circa sette ore al
giorno il telefonino, senza adottare nessun tipo di cautele. La
relazione, in merito, suggerisce alcuni comportamenti precauzionali,
come l'impiego di auricolari o delle funzioni vivavoce nel corso delle
telefonate. E consiglia di limitare l'uso dei cellulari a non più di 30
minuti al giorno. «Tuttavia le conoscenze scientifiche - si legge negli
atti del Ministero della Salute - oggi non consentono di escludere
l'esistenza di causalità quando si fa un uso molto intenso del telefono
cellulare. Va quindi applicato, soprattutto per quanto riguarda i
bambini, il principio di precauzione, che significa anche l'educazione
ad un utilizzo non indiscriminato, ma appropriato, limitato alle
situazioni di vera necessità, del telefono cellulare».
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