Gesù è stato l’uomo che si è caricato delle sofferenze dei fratelli, l’uomo che non si è difeso rispondendo con violenza alla violenza che gli veniva inflitta, ma ha speso la vita per gli altri, offrendo se stesso «fino alla morte e alla morte di croce» (Fil 2,8). Proprio in questa morte che agli occhi del mondo è una sconfitta consiste la vittoria dell’amore di Gesù, il Servo del Signore crocifisso, «vincitore perché vittima». (Agostino)
Le parole di speranza che il Cristo crocifisso rivolge al ladrone pentito, sono anche per ognuno di noi: «Tu sarai con me in paradiso».
L’opera di Gesù non termina alla croce. Egli, figlio dell’uomo, come amava definirsi, ma anche figlio di Dio nato da Maria vergine per opera dello Spirito Santo, è per sempre interessato alla nostra sorte, è «l’avvocato che abbiamo in cielo» che simpatizza sempre per noi, perché come noi è stato tentato, ma senza peccare.
Soffrì e morì volontariamente sulla croce per i nostri peccati e al nostro posto. Risuscitato dai morti, ascese al cielo per esercitare nel santuario del cielo il suo ministero in nostro favore. Egli verrà di nuovo in gloria per la liberazione finale del suo popolo e per la restaurazione di tutte le cose
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