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Buongiorno a tutti...
oggi sono in ritardo per il buongiorno!
ma... è una giornata straordinaria e sono carica di energia,
non ho voglia di filosofeggiare attraverso frasi...
ma solo di giocare
stamani ho gustato un gelato dal gusto pieno della vita
sapete quale ho assaporato??
e voi... cosa prendereste??
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Ciao Marina,
bello che sia una giornata positiva.
Io vorrei il pistacchio, non c'è.... mettiamoci un "sei speciale" |
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il pistacchio...
dei gelati è quello che preferisco
specialmente quello di Bronte...
sentire sotto i denti quei pezzettini croccanti
è una grande goduria...
ecco cosa mi piace oltre il sole e il mare dell'estate...
il gelato... un cono colmo e appassionante...
sai che i colori sono importanti...
hanno un loro significato
il pistacchio viene dal verde
è il colore dell'equilibrio energetico
e chi lo sceglie cerca equilibrio e riflessione!
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Bronte
Quando l'11 maggio del 1860 il generale Giuseppe Garibaldi sbarcò con i Mille nel porto di Marsala, sapeva benissimo che, per chiudere con successo la sua impresa, gli sarebbe stato assolutamente necessario l'appoggio e la partecipazione attiva dei siciliani. Questo sarebbe avvenuto solo se fosse stato accolto non solo come il liberatore dalla tirannide borbonica, ma anche come colui che poteva dare le possibilità di nascere ad una nuova società, libera dalla miseria e dalle ingiustizie. Con questo intento, il 2 giugno, aveva emesso un decreto dove prometteva soccorso ai bisognosi e la tanto attesa divisione delle terre.
Nell'entroterra siciliano si erano, dunque, accese molte speranze di riscatto sociale da parte soprattutto della media borghesia e delle classi meno abbienti. A Bronte, sulle pendici dell'Etna, la contrapposizione era forte fra la nobiltà latifondista rappresentata dalla britannica Ducea di Nelson, proprietà terriera, e la società civile.
Il 2 agosto al malcontento popolare si aggiunsero diversi sbandati e persone provenienti dai paesi limitrofi, tra i quali Calogero Gasparazzo,[3] e scattò la scintilla dell'insurrezione sociale.
Fu così che vennero appiccate le fiamme a decine di case, al teatro e all'archivio comunale. Quindi iniziò una caccia all'uomo e ben sedici furono i morti[4] fra nobili, ufficiali e civili, prima che la rivolta si placasse.
Il Comitato di guerra, creato in maggio per volere di Garibaldi e Crispi, decise di inviare a Bronte un battaglione di garibaldini agli ordini del genovese Nino Bixio per sedare la rivolta e fare giustizia in modo esemplare. Secondo Gigi Di Fiore (Controstoria dell'unità d'Italia) e altri studiosi, gli intenti di Garibaldi probabilmente non erano solo volti al mantenimento dell'ordine pubblico, ma anche a proteggere gli interessi commerciali e terrieri dell'Inghilterra (Bronte apparteneva agli eredi di Nelson), che aveva favorito lo sbarco dei Mille, e soprattutto a calmarne l'opinione pubblica.
Quando Bixio iniziò la propria inchiesta sui fatti accaduti larga parte dei responsabili era fuggita altrove, mentre alcuni ufficiali colsero l'occasione per accusare gli avversari politici.
Il tribunale misto di guerra, in un frettoloso processo durato meno di quattro ore, giudicò ben 150 persone e condannò alla pena capitale l'avvocato Nicolò Lombardo (che, acclamato sindaco dopo l'eccidio, venne ingiustamente additato come capo rivolta, senza alcuna prova), insieme ad altre quattro persone: Nunzio Ciraldo Fraiunco, Nunzio Longi Longhitano, Nunzio Nunno Spitaleri e Nunzio Samperi. La sentenza venne eseguita mediante fucilazione l'alba successiva: per ammonizione, i cadaveri furono lasciati esposti al pubblico insepolti.
Abitanti della Provincia di Catania |
Gli assassini, ed i ladri di Bronte sono stati severamente puniti - Voi lo sapete! la fucilazione seguì immediata i loro delitti - Io lascio questa Provincia - i Municipi, ed i Consigli civici nuovamente nominati, le guardie nazionali riorganizzate mi rispondano della pubblica tranquillità!... Però i Capi stiino al loro posto, abbino energia e coraggio, abbino fiducia nel Governo e nella forza, di cui esso dispone - Chi non sente di star bene al suo posto si dimetta, non mancano cittadini capaci e vigorosi che possano rimpiazzarli. Le autorità dicano ai loro amministrati che il governo si occupa di apposite leggi e di opportuni legali giudizi pel reintegro dei demanî - Ma dicano altresì a chi tenta altre vie e crede farsi giustizia da se, guai agli istigatori e sovvertitori dell'ordine pubblico sotto qualunque pretesto. Se non io, altri in mia vece rinnoverà le fucilazioni di Bronte se la legge lo vuole. Il comandante militare della Provincia percorre i Comuni di questo distretto. Randazzo 12 agosto 1860.
IL MAGGIORE GENERALE G. NINO BIXIO.
12 agosto 1860, proclama originale di Bixio, successivo alla esecuzione[4]
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« Dopo Bronte, Randazzo, Castiglione, Regalbuto, Centorbi, ed altri villaggi lo videro, sentirono la stretta della sua mano possente, gli gridarono dietro: Belva! ma niuno osò muoversi » |
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( Cesare Abba, Da Quarto al Volturno. Noterelle d'uno dei Mille) |
Alla luce delle successive ricostruzioni storiche si è appurato come Lombardo fosse totalmente estraneo alla rivolta e invitato a fuggire da più parti si sarebbe rifiutato per poter difendere il proprio onore. Nunzio Ciraldo Fraiunco era non capace d'intendere e di volere, malato di demenza (lo "scemo del villaggio" era stato arrestato per aver girato per le strade del paese soffiando in una trombetta di latta e cantilenato “Cappeddi guaddattivi, l'ura dù judiziu s'avvicina, populu nun mancari all'appellu”).
La notte che precedette la fucilazione, una brava donna chiese il permesso di portare delle uova al Lombardo ma il braccio destro dell'Eroe dei Due Mondi, nel respingerla malamente, le rispose che il detenuto non aveva bisogno di uova poiché l'indomani avrebbe avuto due palle piantate in fronte. All'alba del 10 agosto, i condannati vennero portati nella piazzetta antistante il convento di Santo Vito e collocati dinanzi al plotone d'esecuzione. Alla scarica di fucileria morirono tutti ma nessun soldato ebbe la forza di sparare a Fraiunco che risultò incolume. Il poveretto, nell'illusione che la Madonna Addolorata lo avesse miracolato, si inginocchiò piangendo ai piedi di Bixio invocando la vita. Ricevette una palla di piombo in testa e così morì, colpevole solo di aver soffiato in una trombetta di latta.[5]
Nella novella verghiana Libertà (Novelle rusticane), viene ripreso il tema della strage, secondo Sciascia in chiave apologetica per Bixio e i garibaldini, e di accentuazione delle responsabilità dei rivoltosi[6]: l'omissione della presenza storica dell'avvocato Radice, e soprattutto la trasformazione letteraria del "pazzo del paese" (tra i condannati a morte di Bixio) in "nano", per attenuare la gravità della condanna capitale di un innocente per giunta non in pieno possesso delle sue facoltà mentali[7].
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io parlavo del pistacchio famosissimi di Bronte...
e tu ...
a proposito Je suis le nouveau comm.
quel est votre nom...???
ecco te divaghi con wilkipedia
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si accende una flash ... rapida ricerca .... conferma.
Per i più quando si dice Bronte si pensa ai pistacchi, a me sono venuti in mente fatti storici: quello postato ed un altro legato al movimento irredentista siciliano del dopoguerra; il movimento di Finocchiaro Aprile che si servì, come braccio armato, del bandito Giuliano elevato al grado di colonnello. Su quest'ultimo vado a memoria e mi riservo una ricerca. Scelta forzata visto che i dolci mi sono inibiti
Enzo |
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...L'FNS SI RICONOSCE NEI VALORI DELLA RESISTENZA, MA PUNTUALIZZA CHE QUELLA DEL 1945 IN SICILIA E' UNA STORIA DEL TUTTO DIVERSA.
Gli Indipendentisti di lu Frunti Nazziunali Sicilianu - "Sicilia Indipinnenti"si riconoscono nei valori e negli ideali più nobili che ,- in occasione della ricorrenza del 25 APRILE, - da più parti si vogliono celebrare. Meglio se senza retorica e senza reticenze. E nello spirito più sincero di concordia e di fraternità.Nel rispetto- ovviamente - della memoria di TUTTI I MARTIRI E DI TUTTE LE VITTIME. Sono tuttavia doverose ed opportune, da parte siciliana, alcune puntualizzazioni, che peraltro nulla tolgono ai contenuti ed alle finalità delle celebrazioni in corso. Si tratta infatti di precisazioni mirate al ripristino della VERITA' e al recupero della MEMORIA STORICA interessanti gli ACCADIMENTI SPECIFICI che in quel periodo coinvolsero il POPOLO SICILIANO. E SOLTANTO il POPOLO SICILIANO. Innanzi tutto va ricordato che la lotta armata contro la Repubblica Sociale Italiana (Repubblica di Salò) e contro le formazioni e le strutture nazi-fasciste, nonchè contro l'Esercito Tedersco , da parte dei Partigiani Italiani,era avvenuta ed avveniva in quel periodo (anni 1944 e 1945) quasi esclusivamente nel Centro e nel Nord Italia. Nell' ALTA ITALIA, come si diceva. Ciò ovviamente non significa che numerosi Siciliani, portando con sè le doti di umanità che li avevano contraddistinti e che li contraddistinguono, non venissero pure coinvolti, dall'una e dall'altra parte, per il fatto stesso che si trovassero in quei luoghi, quasi mai per propria volontà. Contro l'occupazione tedesca e contro il Nazifascismo tutto, fu fondamentale, in quella lotta, l'intervento, non sempre esaltato come avrebbe meritato, dell'Esercito Italiano di Liberazione. In Sicilia-accennavamo- le cose andarono in modo nettamente diverso .Diverse pure le parti in causa. E non solo nel 1945. Anche prima. La STORIA è lunga. Cerchiamo di semplificarla al massimo. Qui,infatti,alle prime luci dell'alba del 10 luglio 1943, due fra le più grandi flotte militari dell'epoca, la Britannica e la Statunitense, conversero sulle coste siciliane nell'ambito dell'operazione HUSKY e vi sbarcarono due armate rispettivamente comandate dai generali MONTGOMERY e PATTON. Fu il più grande sbarco"anfibio" del secolo ventesimo. Vi fu qualche reparto dell'Esercito italiano che tentò di contrastare l'invasione. Anche l'esercito tedesco fece del suo meglio per ostacolare l'avanzata dei "Liberatori". Vi furono vittime civili uccise dagli Alleati in entrata e vittime civili uccise per rappresaglia dai soldati tedeschi in ritirata. Le vere battaglie - come abbiamo accennato, - furono combattute dagli Eserciti regolari in campo. L'invasione della Sicilia non fu per alcuno una passeggiata. Fu un'impresa ardua con migliaia di morti e di feriti. E con migliaia di prigionieri. Il tutto si compì però in trentotto giorni complessivamente. Ed esattamente dal 10 luglio al 17 agosto 1943. Data,questa,nella quale l'ultimo soldato dell'esercito tedesco, peraltro in ottimo ordine, aveva già lasciato la Sicilia. Ci permettiamo di ricordare,non senza emozione, che fino a pochi giorni prima dello "sbarco" delle Truppe Alleate (Anglo-Americane) le città, i paesi, i centri abitati della Sicilia erano stati quasi tutti letteralmente massacrati dai bombardamenti a tappetto delle flotte aeree dei "Liberatori", che avevano seminato morte e distruzione ovunque anche per agevolare il loro sbarco, programmato da tempo. I danni di quei bombardamenti sono in gran parte visibili ancora oggi. Mentre si è tentato e si tenta di ignorare e talvolta di dimenticare le migliaia e migliaia di vittime dei bombardamenti. Anche per non oscurare l'immagine complessiva dei Liberatori-Vincitori della Seconda Guerra Mondiale. Il Popolo Siciliano- ancora prima dello Sbarco- aveva ritrovato, dignità, progettualità politica e speranza di Riscatto e di Rinascita nella LOTTA DEMOCRATICA e POPOLARE per l'INDIPENDENZA della SICILIA. Il Movimento Separatista, guidato soprattutto da ANDREA FINOCCHIARO APRILE, fu forse l'UNICO a "lanciare" messaggi e documenti politici di grande spessore, a rimboccarsi le maniche e a fare ai Dirigenti dell'AMGOT richieste adeguate ai bisogni del Popolo Siciliano. Non ebbe vita facile, soprattutto dopo l'ARMISTIZIO di CASSIBILE e dopo che il REGNO D'ITALIA guidato da BADOGLIO era diventato COBELLIGERANTE degli ALLEATI e dei LIBERATORI. Il 19 ottobre del 1944 era avvenuta a PALERMO la STRAGE DI VIA MAQUEDA ; il 31 Marzo del 1945 il COMITATO PER LA INDIPENDENZA DELLA SICILIA, presieduto sempre da Andrea Finocchiaro Aprile ( che peraltro aveva già dichiarato la decadenza della Monarchia Sabauda, spiazzando tutti) aveva inviato un MEMORANDUM alla CONFERENZA DI SAN FRANCISCO con cui si reclamava il Diritto del Popolo Siciliano a pronunziarsi in un REFERENDUM sulla Indipendenza della Sicilia . Nelle piazze e nelle strade di Sicilia la stragrande maggioranza dei Siciliani si era mobilitata per reclamare l'Indipendenza della Sicilia. Nei Boschi di Cesarò e di Bronte si era già formato il primo embrione dell'Esercito Volontario per l'Indipendenza della Sicilia,comandato da MARIO TURRI (pseudonimo del Prof.Antonio CANEPA, ex dirigente partigiano e docente dell' Università di CATANIA). Ed il cui "CAMPO" era indicato pure nella segnaletica stradale. Insomma ,alla data del 25 aprile 1945, il Popolo Siciliano , perseguitato ed oppresso, continuava a battersi fra mille difficoltà, ma in modo determinato , per ottenere che in Sicilia si applicassero i principi proclamati dalla SOCIETA' DELLE NAZIONI agli inizi della guerra contro Hitler ed i suoi alleati, e che coincidevano perfettamente con alcune importanti rivendicazioni, tipiche del Sicilianismo forte e puro (fra i quali quelli all'AUTODETERMINAZIONE, alla INDIPENDENZA,alla GIUSTIZIA, alla LIBERTA',al PROGRESSO,alla MIGLIORE QUALITA' DELLA VITA, alla RIAFFERMAZIONE DELLA PROPRIA IDENTITA' NAZIONALE, al RITORNO NEI CONSESSI INTERNAZIONALI ecc.) . Si trattava di Diritti severamente VIETATI e non solo dal Governo fascista, appena sconfitto, ma anche da tutti i precedenti Governi italiani dal 1860 in poi. Diritti che paradossalmente - in quegli anni- venivano NEGATI, spesso ricorrendo alla forza e alla repressione, dai Governi Italiani POST-FASCISTI ed ANTIFASCISTI ( Governi di :Pietro BADOGLIO,Ivanoe BONOMI,Ferruccio PARRI, Alcide DE GASPERI ecc.). Ci sembra altrettanto doveroso ricordare che che, qualche mese dopo il 25 aprile del 1945 (ed esattamente il 17 giugno 1945) , a Randazzo ,in contrada MURAZZU RUTTU, sarebbe avvenuto l'ECCIDIO nel quale restarono uccisi Antonio CANEPA, Carmelo ROSANO e Giuseppe LO GIUDICE. Non aggiungiamo altro, se non per riaffermare la nostra fede nella verità, nella giustizia e nel rispetto dei Diritti fondamentali del Popolo Siciliano, della Nazione Siciliana, nella nuova cultura di pace , di progresso, di democrazia, di fratellanza e di collaborazione fra i Popoli del Mediterraneo, dell'Europa e del Mondo. Una cultura ed una scelta di vita che da più parti si auspicano anche per non ricadere negli orrori del passato.-..
Palermo, 24 Aprile 2009
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De: haiku04 |
Enviado: 14/06/2012 23:18 |
Anch'io oggi mi sono gustata un buon gelato in un posticino dove lo fanno buonissimo!!
In genere preferisco la crema, il limone e la fragola (ti odio???? ma perchè!!!!! ),
e il....puffo, ormai quasi introvabile . E' un piccolo piacere che appaga uno dei miei tanti peccati di gola! |
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Adoro la mousse al caffè...ed il cioccolato amaro...
...ed in giro sono poche le gelaterie producono questi gusti...
almeno da noi...
Che sapore manca???...una bel gusto alla crema...
dolce come te... |
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verde.... e chi lo sceglie cerca equilibrio e riflessione! Vero Marina, anche se in questo periodo li ho trovati abbastanza.
Io preferisco tutti i gusti cremosi, il torroncino, la nocciola, il bacio, il tiramisù, il gianduja, il cioccolato e ovviamente... il pistacchio! |
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...Chissà la stracciatella che significato ha...
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