Un che di antico
Un che di antico E di tragico, di triste e di beffardo possiede la mia terra, le valli seminate di rovine splendide, i picchi di montagne fitte ancora di selve o coronate di tetti.
Un atavico tormento Rode il cuore Della mia terra; orgoglio millenario e mescolanza di nobili stirpi remote intridono i suoi sassi, persino, e la polvere dei sentieri perduti fra cespugli d’erbe odorose.
Una grazia gentile fiorisce Fra i gerani in vaso Sui balconi E fra le barche in secca Sulla riva E negli occhi dolenti E ruvidi della mia gente. |