L'invito è a cambiare visione, prospettiva delle cose, occorre strappare dal cuore la radice stessa della vendetta (la legge del taglione), per giungere fino all’amore del nemico, imitando Dio. Non proibisce né di oppororsi con dignità agli attacchi ingiusti (Gv 18, 22), né, ancor meno, di combattere il male nel mondo.
Una delle più conosciute frasi di Gesù ci chiede di porgere l’altra guancia. Tante volte mi sono soffermato a riflettere sul significato autentico di queste parole, spesso confuse come una sorta di resa incondizionata a quanti ci fanno del male e si approfittano di noi. Porgere l’altra guancia viene spesso letto come un gesto passivo, dove veniamo picchiati e diamo modo agli altri di picchiarci ancora, invitandoli quindi a continuare con il loro comportamento distruttivo nei nostri confronti.
Porgere l’altra guancia, però, non significa restare passivi a subire, significa restare aperti per amare. Se uno ti chiede la tunica tu lascia anche il mantello. Stiamo parlando di amare gli altri, anche chi ci tratta male. Porgere l’altra guancia significa continuare ad amare senza modificare il nostro comportamento per via delle azioni degli altri. Se è amando che abbiamo offerto il fianco, o meglio la guancia, se è amando che gli altri hanno scelto comunque di colpirci, porgere l’altra guancia significa continuare ad amare, nonostante tutto.
Le parole di Gesù ci invitano, sostanzialmente, a non rendere il male per il male, ma sempre e comunque il bene. La cosa fondamentale da comprendere è che amare è la sola cosa che conti, l’unica vera strada che porti la felicità. Non saremo mai felici odiando gli altri, non saremo mai felice se non impariamo a perdonare, non saremo mai felici semplicemente se accettiamo chi ci accetta e rifiutiamo chi non riesce ad amare. Se scegliamo di amare potremo ricevere in cambio disprezzo, indifferenza, ostilità, paura. E cosa faremo a quel punto? Potremo porgere l’altra guancia, cioè continuare ad amare nonostante tutto.
Porgere l'altra guancia rinunciando a difendere se stessi e i propri diritti, è giusto? E' amore?
38 «Voi avete udito che fu detto: "Occhio per occhio e dente per dente". 39 Ma io vi dico: non contrastate il malvagio; anzi, se uno ti percuote sulla guancia destra, porgigli anche l'altra; 40 e a chi vuol litigare con te e prenderti la tunica, lasciagli anche il mantello. 41 Se uno ti costringe a fare un miglio, fanne con lui due. 42 Dà a chi ti chiede, e a chi desidera un prestito da te, non voltar le spalle. 43 Voi avete udito che fu detto: "Ama il tuo prossimo e odia il tuo nemico". 44 Ma io vi dico: amate i vostri nemici, [benedite coloro che vi maledicono, fate del bene a quelli che vi odiano,] e pregate per quelli [che vi maltrattano e] che vi perseguitano, 45 affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; poiché egli fa levare il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. 46 Se infatti amate quelli che vi amano, che premio ne avete? Non fanno lo stesso anche i pubblicani?
Porgere l'altra guancia rinunciando a difendere se stessi e i propri diritti, è giusto? E' amore?
Non proibisce né di oppororsi con dignità agli attacchi ingiusti (Gv 18, 22), né, ancor meno, di combattere il male nel mondo.
Appena detto questo, una delle guardie presenti diede uno schiaffo a Gesù, dicendo: "Così rispondi al sommo sacerdote?". Gli rispose Gesù: "Se ho parlato male, dimostrami dov'è il male. Ma se ho parlato bene, perché mi percuoti? (Gv 18, 22-23)
Che significato abbiano le parole del Signore "Porgi l'altra guancia"
Quesito
Carissimo Padre Angelo, posso capire che il cristiano, che deve essere un operatore di pace, abbia il dovere (ma anche il diritto) di difendere se stesso dall'aggressione di qualcun altro. E QUINDI di salvaguardare la pace anche con la forza. Sul piano personale invece? Ammettiamo che debba difendermi da un individuo che mi vuole fare del male e lo uccida involontariamente. Commetto peccato? Immagino ancora: se lo faccio volontariamente, commetto peccato perché potrei anche solo ferirlo o intimorirlo. Dipende dalle circostanze. Quindi la Chiesa ammette la legittima difesa? Mi vengono in mente diverse frasi dei vangeli riguardanti l'argomento sopra citato: “Porgi l'altra guancia” e “chi di spada ferisce di spada perisce”. Da un’interpretazione superficiale sembrerebbe che il cristiano non si debba opporre al malvagio. Come vanno interpretate queste frasi? Inoltre dove esattamente Cristo nei vangeli dice che ammessa la legittima difesa? Un ricordo nella preghiera Benny
Risposta del sacerdote
Caro Benny, 1. Se una persona per difendersi e se la sua reazione è proporzionata al bene che vuol difendere, e se uccide involontariamente, non commette peccato. Infatti non aveva alcuna volontà di uccidere e la difesa era giusta e proporzionata. Come ho già ricordato più volte, la Chiesa dice che è lecito difendersi in caso di aggressione individuale o collettiva, purché la difesa non diventi illecita perché sproporzionata al bene che si vuole tutelare. Ad esempio: non posso uccidere e neanche ferire chi mi ruba i fagioli nell’orto!
2. Chiedi allora che significato abbiano le parole del Signore: “Porgi l'altra guancia” (Mt 5,39) e “chi di spada ferisce di spada perisce” (Mt 26,52). Il Signore, con la prima espressione, chiede con linguaggio paradossale di rinunciare alla vendetta. È interessante il commento che Lui stesso ha dato con i fatti a queste sue parole. Quando il servo del sommo sacerdote gli ha dato uno schiaffo, Gesù non ha detto: scusi, l’altra guancia ne è gelosa. Ma ha rimproverato quel servo. E gli ha detto: “Se ho parlato male, dimostralo. E se ho parlato bene, perché mi percuoti?” (Gv 18,23). Certo il Signore era disposto anche a porgere l’altra guancia, tanto che era disposto perfino ad essere crocifisso. Inoltre egli chiede di non reagire alla violenza con la violenza, ma con la ragionevolezza. Ma se il bene l’avesse richiesto, sarebbe stato disposto anche a chiedere al Padre suoi dodici legioni di angeli. Ma in tal modo come avrebbe potuto compiere la redenzione?
Per la seconda frase, l’interpretazione di sant’Agostino è la seguente: Chi uccide di spada, perirà spiritualmente proprio a motivo della spada che ha usato. Invece in un commentario biblico leggo: “è un modo di dire proverbiale, che significa: chi di propria autorità, per privata vendetta, ricorre alla spada, merita di morire di spada. Gesù richiama alla mente di Pietro questo proverbio, non per rimproverarlo, ma per fargli comprendere che, stante il numero dei nemici, è inutile ogni tentativo di resistenza e di difesa”.
Ti saluto, prego per te e ti benedico. Padre Angelo