Nella religione islamica la
funzione materna della donna è vista come un principio fondamentale.
La donna è, in quanto sposa e
madre, colei che assicura e garantisce la continuità della vita, è il simbolo
della fertilità, essa è anche chi nutre ed educa i figli.
Nel periodo in cui visse
Maometto
va ricordato che il Corano si oppose fermamente alla tradizione
beduina preislamica che praticava la soppressione delle bambine alla
loro nascita,
condannò molto severamente "coloro che nella loro follia ed ignoranza
uccidono i
propri figli”, difese la legittimità della vita delle bambine. Nato
ufficialmente nell’anno uno dell’egira o era musulmana che corrisponde
all’anno
cristiano 662 - l’islam rappresentò allora una rivoluzione etica per la società
beduina politeista.
Ricordiamo che il profeta
Muhammad fu esemplarmente affezionato alla figlia Fatima.
Essa è stata assunta, dall’islam
sciita
a immagine eccelsa e equivalente alla figura mistica di Maria. Vi sono stati
altri ruoli svolti dalla donna islamica, ma quello di sposa e madre è certo
preponderante.
Come in tutte le
società
tradizionali patriarcali, la maternità è stata considerata una virtù
quando è
esplicata nell’ambito del matrimonio; oggi i codici della famiglia che
si sono
ispirati ad una interpretazione integralista della legge canonica,
sono
spietati a riguardo del figlio illegittimo e della ragazza madre,
contraddicendo il diritto musulmano classico che lasciava aperta la
possibilità
di una filiazione materna. La donna ha anche sofferto come madre e come
sposa
ma ciò non è una prerogativa dell’Islam, l’attuale situazione di grave
repressione in cui vivono i movimenti di emancipazione e di sviluppo nel mondo
musulmano, fanno della donna la vittima dell’oscurantismo.
In seno alle diverse società e
ai loro conflittuali movimenti legislativi e politici, le donne islamiche si
adoperano per emendamenti o modifiche ai vari codici legislativi per esempio
alla maternità, le donne musulmane dei Tempi Nuovi vogliono dare un volto umano,
legislativo, sanitario e culturale compatibile con la dignità di una migliore
qualità della vita.
Il mondo musulmano è ampio,
variegato e molteplice, diverse sono le sue realtà sociali, i suoi livelli
culturali, i suoi processi di sviluppo, la realtà varia seconda dei paesi e
delle aree geografiche, diversissimi sono tra di loro le società e i loro
sistemi politici.
Nel mondo musulmano oggi le
forze reazionarie conservatrici alleatesi con tutte le forme di controllo
politico e con le interpretazioni religiose di tipo fondamentalista si
confrontano con violenza.
Strategie oscurantiste
minacciano la storia in movimento di ben altro
islam. Un islam che, senza
rinunciare al suo patrimonio storico culturale, chiede la separazione tra stato
e religioni nel rispetto
dei diritti umani e della
secolarizzazione delle istituzioni.
In quest’ampio movimento, le
donne occupano un posto predominante e la questione della maternità esemplifica
bene le trasformazioni in atto.
Nel mondo arabo musulmano, i
movimenti di emancipazione sociale della donna sono nati nel periodo a cavallo
tra la fine del secolo scorso e gli inizi di questo, tale periodo si chiama
“periodo del risveglio” .
Tutte le donne si mobilitarono
per chiedere, con manifestazioni, gruppi, forme di associazioni ed altre forme
di azione o rivendicazione, il diritto all’istruzione e al lavoro, le riforme
legislative della sharia (o legge canonica), la laicizzazione delle istituzioni
di stato.
Tutto ciò fu esemplarmente
ottenuto in Turchia, con la riforma del 1923 che abolì la sharia e laicizzò lo
stato.
Tra le riforme richieste da
queste donne musulmane, relativamente al loro statuto, furono importanti quelle a
riguardo dell’età matrimoniale, del libero consenso della donna al matrimonio,
della libera scelta della persona da sposare, dell’abolizione del tutore
matrimoniale, del ripudio e della poligamia, ecc.
La Turchia è rimasta un
caso unico e se alcune riforme sono state introdotte solo in parte, in alcuni
paesi come Pakistan, Afghanistan, Sudan e soprattutto Iran, sono avversate o
cancellate dalla restaurazione ortodossa conservatrice.
L’enorme progresso fatto dal
movimento di idee emancipatrici è stato un movimento storico irreversibile che
nessun potere sulla terra potrà cancellare.
Malgrado gli ostacoli e malgrado
l’incapacità dei singoli regimi a portare avanti politiche adeguate e di
sviluppo sociale, l’emancipazione ha dato frutti sociologicamente inconfutabili.
Nelle regioni, classi sociali,
ambienti, famiglie dove si è estesa l’istruzione, il rapporto con la maternità è
mutato, tutte le inchieste sociologiche attestano che, laddove progredisce
l’istruzione della donna, le gravidanze non sono più molteplici e incontrollate.
Esse diminuiscono e sottostanno ad una più oculata programmazione individuale in
rapporto proporzionale all’istruzione delle donne. La famiglia allargata di un
tempo o harem domestico tende con le nuove generazioni a ricomporsi attorno a un
principio di coppia.
L’evoluzione del concetto di
maternità è rafforzato laddove la donna esercita un lavoro rimunerato.
Essa dimostra maggiore maturità
nella gestione della maternità non subendola ma assumendola in modo più maturo
ed equilibrato, “guadagnare la propria vita” porta la donna a considerare
diversamente il proprio corpo, le proprie responsabilità, la qualità della vita
propria e dei figli.
In sostanza dunque le
statistiche provano che lavoro e scolarizzazione portano ad una migliore
programmazione dello sviluppo sociale e dell’infanzia. Naturalmente, sono
proprio il lavoro della donna e il suo diritto all’istruzione che vengono
attualmente denunciati ed ostacolati dai partiti dell’area fondamentalista e
dai gruppi integralisti. Essi vorrebbero un ritorno della donna alla sfera della
segregazione familiare, una sua esclusione da tutti i luoghi pubblici e
lavorativi.
In questa attuale fase di
conflitto tra progetti sociali e progetti ideologici che scuotono
drammaticamente il mondo mussulmano, emerge un fenomeno nuovo che scandalizza
ancor più il
fondamentalismo: le inchieste condotte presso le generazioni più
giovani lasciano intravedere l’emergenza della donna nubile e indipendente e
quello della donna stessa che rivendica la libertà di essere o non essere madre.
Nel mondo musulmano, come per le
nostre società nel corso degli ultimi due secoli, grandi mutazioni sono in
atto.