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Respuesta  Mensaje 1 de 4 en el tema 
De: enricorns  (Mensaje original) Enviado: 15/09/2012 13:44
 

Il Santo Chiodo nel Duomo di Milano

Una straordinaria reliquia della Passione di Cristo, custodita dalla Chiesa ambrosiana fin dal tempo di Ambrogio e venerata con particolare devozione da Carlo Borromeo. Al centro ancor oggi, in prossimità della Festa dell'Esaltazione della Croce, di una suggestiva quanto secolare cerimonia

di Luca FRIGERIO
 
Santo Chiodo Duomo Milano
Santo Chiodo san Carlo
Santo Chiodo Duomo Milano
Santo Chiodo Dionigi Tettamanzi
Santo Chiodo Carlo Maria Martini

Il ricordo di sant’Ambrogio
Di certo il primo accenno al Santo Chiodo che noi conosciamo è contenuto in un discorso di sant'Ambrogio, nell'orazione funebre tenuta in memoria dell'amico e imperatore Teodosio, esattamente 1610 anni fa, il 25 febbraio 395. In quell'occasione il vescovo spiegò come la madre di Costantino,sant'Elena, durante un suo viaggio in Terrasanta rinvenne per ispirazione divina non solo la croce, ma anche i chiodi che erano serviti alla crocefissione. Con due di essi volle forgiare dei simboli assai particolari, da donare al figlio imperatore affinchè governasse con giustizia e con l'aiuto di Dio. Uno dei chiodi fu dunque modellato come un «freno» (cioè un morso di cavallo), l'altro a mo' di diadema (ovvero una sorta di corona). Entrambi questi segni distintivi furono poi tramandati da Costantino ai suoi sucessori, fino appunto a Teodosio.

E' da notare che questo racconto del rinvenimento dei Santi Chiodi è riportato in forma pressochè identica anche da altri scrittori, storici e uomini di Chiesa dell'epoca, le cui osservazioni fanno comunque pensare che con un solo Santo Chiodo non sia stato fatto, ad esempio, un solo morso di cavallo, ma più d'uno , «tutti ugualmente valorizzati col frazionare in ciascuno una parte del prezioso ferro», come scrive Fausto Ruggeri, che alla reliquia ha dedicato un approfondito studio pubblicato alcuni anni fa dalla casa editrice Ned. Egli aggiunge inoltre che «la consuetudine di "moltiplicare" le reliquie con l'unione di una piccola parte autentica ad un facsimile della reliquia vera, oppure anche semplicemente con il contatto, è assai antica nella Chiesa».

Tornando ad Ambrogio e a Milano, la tradizione vorrebbe che il Santo Chiodo qui custodito sarebbe stato dato al vescovo milanese dallo stesso Teodosio , e in esso andrebbe riconosciuto proprio quel sacro ferro trasformato in freno. Ma va anche detto che nessuna fonte storica nè alcun documento oggi a nostra conoscenza può confermare tutto ciò. Per questo vari studiosi hanno formulato altre ipotesi.

Altre ipotesi
Lo storico Sassi, ad esempio, pensa che il Santo Chiodo sia giunto nel capoluogo lombardo dall'impero di Bisanzio attorno all'VIII secolo, salvato da qualche viaggiatore durante la furiosa lotta iconoclasta. Altri ritengono invece che la reliquia sia stata portata a Milano da quello stesso vescovo milanese Arnolfo II che aveva già fatto sistemare nella basilica di sant'Eustorgio i corpi dei Magi. Il Fumagalli, infine, e con lui altri ricercatori, ipotizza che il sacro ferro sia stato donato alla Chiesa milanese da alcuni crociati di ritorno dalla Terrasanta . Nessuna di queste ipotesi, comunque, pare poter prevalere sulle altre , e soprattutto nessuna sembra in grado di «sminuire quanto affermato dalla tradizione milanese in merito al Santo Chiodo».

Di certo, invece, si sa che la reliquia si trovava nell'antica cattedrale milaneseprima del 1369, anno in cui una precisa testimonianza ricorda come da tempo immemore («ab antiquo») il Santo Chiodo fosse posto in Santa Tecla, in un reliquiario a forma di croce, posto su una tribuna al di sopra dell'altar maggiore.

Nella nuova cattedrale
Con l'ampliamento del cantiere del Duomo e l'inevitabile distruzione di Santa Tecla, tutte le suppellettili e gli oggetti sacri che si trovavano nell'antica basilica furono trasferiti e degnamente esposti nella nuova cattedrale. Per quanto riguarda il Santo Chiodo, il suo trasporto dall'una all'altra chiesa avvenne in forma solenne il 20 marzo 1461 , accompagnato da una imponente processione popolare. Lo strumento della Passione di Cristo venne dunque sistemato là dove ancor oggi si trova, sulla sommità della volta absidale.

Una collocazione piuttosto singolare, che alcuni hanno voluto giustificare con la paura che ladri o esaltati potessero trafugare il Santo Chiodo. In realtà, come osserva giustamente ancora il Ruggeri, sembra molto più probabile che si sia voluto dare alla reliquia un posto eminente, «conformemente alla tradizione ambrosiana di collocare il crocifisso sul fastigio dell'arco trionfale della Chiesa».

Tutto quanto abbiamo detto, in realtà, non risolve affatto il problema dell'autenticità del Santo Chiodo custodito nel Duomo di Milano. Qualcuno, tra l'altro, ha osservato con ironia che di questi chiodi ce ne sono fin troppi nel mondo... A questo si potrebbe subito ribattere che non è detto che questi ferri debbano essere tutti e solamente quelli che hanno trafitto le mani e i piedi di Cristo, ma potrebbero essere benissimo anche quelli che sono serviti a tenere insieme la croce, i quali anch'essi sono stati, materialmente e metaforicamente, bagnati dal sangue di Cristo.

Ma del resto non è neppure questo il punto. Perchè sappiamo che il nostro culto delle reliquie è comunque un culto «mediato», in cui la venerazione non va direttamente alle reliquie esposte, ma esclusivamente a ciò che essa rappresenta e ricorda

da chiesadimilano


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Respuesta  Mensaje 2 de 4 en el tema 
De: enricorns Enviado: 15/09/2012 13:46

La tradizione della Nivola

Uno scenografico "ascensore", che la leggenda popolare vuole ideato da Leonardo, ancor oggi usato dall'Arcivescovo per far calare tra i fedeli il Santo Chiodo.

di Luca FRIGERIO
Nivola Duomo Milano
Nivola Duomo Milano
Nivola Duomo Milano
12.09.2012

Oggi, come quattrocento anni or sono, all'epoca del Borromeo, l'arcivescovo, nel sabato precedente la solennità, prima dei vespri sale con la «nivola» a prendere la reliquia , riportandola a terra tra il canto delle litanie dei santi e la lettura del Vangelo della Passione del Signore. Per tutta la domenica il Santo Chiodo rimane esposto sull'altar maggiore, mentre nello stesso pomeriggio l'arciprete del Duomo, accompagnato dal Capitolo e dalle confraternite, lo porta in processione lungo la navata del Duomo. Solo dopo la messa vespertina del lunedì successivo, il sacro ferro viene riportato nella sua alta custodia, dove rimane fino all'anno seguente.

Particolarmente suggestivo è il rito della «nivola», che fa letteralmente rimanere col naso per aria e a bocca aperta i fedeli accorsi in Duomo. Si tratta di una sorta di "ascensore", per quanto assai caratteristico, il cui aspetto, oltre che il suo leggero movimento, ricorda senza dubbio quello di una grossa nube che si alza verso il cielo. Tutto ciò ha fatto sì che fin dall'epoca di san Carlo, tale congegno fosse ribattezzato dal popolo con il termine dialettale di nivola (nuvola, per l'appunto), nome che ormai, con il passare dei secoli, èdiventato ufficiale.

Mosso da un congegno di funi e carrucole azionate da un duplice argano, la «nivola» su cui prende posto l'arcivescovo per salire fino al reliquiario del Santo Chiodo fu ideato, secondo una diffusa tradizione, da Leonardo da Vinci. Ma anche se il geniale inventore toscano collaborò effettivamente al cantiere della Fabbrica del Duomo sul finire del XV secolo, sembra assai più probabile che tale congegno sia stato ideato dagli architetti di fiducia di san Carlo Borromeo, che quindi dovette sperimentare per primo.

Nella sua forma attuale la nivola, così come l'artistica croce che accoglie la teca del Santo Chiodo,risale all'epoca del cardinal Federico Borromeo: rivestita di tela e ornata di pitture che raffigurano angeli e cherubini, fu dipinta dal Landriani nel 1612, e da allora fu più volte restaurata. Lungo tre metri e largo poco meno,il bizzaro «ascensore» pesa circa otto quintali. Eppure allo stupito fedele par sempre di vedere innalzarsi una tenue voluta d'incenso

da chiesadimilano


Respuesta  Mensaje 3 de 4 en el tema 
De: primaveraestate Enviado: 15/09/2012 17:05
Il 3 Febbraio giorno della Festa San Biagio Vescovo e Martire. Dopo la Santa Messa veniva unta con l'olio benedetto la gola dei fedeli, invocando San Biagio per essere liberati dai "mali della gola e da qualsiasi altro male". Per l'occasione si offrono ciambelle benedette. Non si svolge una processione in onore del Santo dato che la festa cade in pieno inverno.

Respuesta  Mensaje 4 de 4 en el tema 
De: enricorns Enviado: 15/09/2012 17:22
A me risulta che viene benedetta con due candele incrociate benedette il giorno prima durante la festa della presentazione al tempio o purificazione di Maria che cade 40 giorni dopo il Natale del Signore, comunemente detta Candelora


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