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Respuesta  Mensaje 1 de 6 en el tema 
De: MOTHERSIXTEN  (Mensaje original) Enviado: 22/02/2012 08:33
   

 

 

"Si dice che siamo quello che mangiamo…
ed è  vero.
 Ma siamo anche quello che guardiamo,
quello che ascoltiamo, quello in cui posiamo
 il cuore come una farfalla sul fiore
(ma possiamo essere mosca che si
 posa altrove…). .............Riempiamo lo
 spirito di Bellezza, guardiamo la
 Bellezza, ascoltiamo la Bellezza,
 meditiamo nel cuore pensieri di Bellezza.
 Ciò che è bello viene da Dio, è dono
del Suo Amore, creazione delle Sue dita.
 Porre sensi e mente nelle brutture del
 mondo ci nutre di bruttezza e di male.
Dopo un istantanea e doverosa presa
 di distanza dal male, volgiamo
prontamente l’anima alla Bellezza.
Altrimenti faremo il gioco del menzognero
 che con il falso pretesto di voler considerare
 il male per combatterlo ci tiene prigionieri
in esso e ci oscura il Bello e il Bene con la
sua ombra funesta. Nutriamoci di Luce
 per tornare ad essere Luce, irradiare Luce
 e illuminare il mondo cieco e ai buio!
Lode a Dio e alla Sua Bellezza, lode alla
Sua creazione, al Bello che crea in ogni
anima che ci circonda, alla bellezza dei
 sorrisi che incontro, ai gesti di affetto,
agli uccelli , alla solidarietà dei tanti
che incontro, all’onestà dei tanti piccoli
del mondo".......
Da un'amico del web

 

 
 

SERENA GIORNATA
Annamaria

 

 



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Respuesta  Mensaje 2 de 6 en el tema 
De: lore luc Enviado: 22/02/2012 10:50

Introduzione alla filosofia - di Ernesto Riva

Ludwig Feurbech

 
LUDWIG FEUERBACH (1804-1872)

Feuerbach fu forse il più famoso rappresentante della corrente anti-hegeliana. Che appartenesse oppure no ad essa è una questione che qui possiamo tralasciare, mentre è indubbia la sua influenza su tutti i giovani anti-hegeliani. Marx stesso dirà, quando apparve uno dei capolavori di Feuerbach, L’essenza del cristianesimo (1841), con parole accalorate, che "Non c’è altra via che vi porti alla verità e alla libertà se non quella che passa attraverso il torrente di fuoco; il torrente di fuoco è il purgatorio del presente" (si noti che torrente di fuoco è la traduzione di Feuerbach). 

La critica alla religione è il leit motiv della filosofia di Feuerbach. Il suo ateismo però non è un banale anticlericalismo o una critica aprioristica della religione. Infatti in Spiritualismo e materialismo (1866), troviamo scritto : "Non è compito dei miei scritti … negare l’esistenza della divinità e dell’immortalità – chi può negare che esistono almeno in libri e immagini, nella fede e nella rappresentazione ? – bensì solo riconoscere il senso e il motivo vero, il testo originale e non falsificato della divinità e dell’immortalità o, che è tutt’uno, della fede in esse, un riconoscimento attraverso cui la questione della loro esistenza o non esistenza si risolve da sé". 

L’essenza del Cristianesimo (1841) si apre con l’affermazione che la differenza tra l’uomo e l’animale consiste proprio nel fatto che gli uomini hanno una religione e le bestie ne sono prive. E in che cosa consiste la religione? La religione è la coscienza dell’infinito. Ma per Feuerbach questo infinito non si riferisce ad un essere divino bensì all’uomo, inteso come umanità, nel senso che la religione è "la coscienza che l’uomo ha, non della limitazione, ma dell’infinità del suo essere". In altri termini, l’uomo singolo può ben sentirsi limitato, e in questa consapevolezza o autocoscienza si distingue dall’animale; ma ciò accade perché egli ha il sentimento o il pensiero della perfezione e della infinità della specie umana. Dice Feuerbach : "Pensi tu l’infinito? Ebbene tu pensi ed affermi l’infinità della potenza del pensiero. Senti tu l’infinito? Tu senti ed affermi l’infinità della potenza del sentimento". Insomma, Feuerbach vuole dimostrare che la distinzione tra il divino e l’umano è illusoria, cioè che non è altro che la distinzione tra l’essenza dell’umanità e l’uomo individuo, e che di conseguenza anche l’oggetto e il contenuto della religione cristiana sono solamente umani. L’essere divino non è altro che l’essere dell’uomo ma liberato dai limiti dell’individuo ed oggettivato, cioè contemplato come se fosse un altro essere, distinto dall’uomo. "L’uomo – questo è il mistero della religione – proietta il proprio essere fuori di sé e poi si fa oggetto di questo essere metamorfosato in soggetto, in persona". Feuerbach riduce così tutti gli attributi del Dio cristiano ad attributi dell’uomo: ad esempio Dio è considerato amore perfetto solo perché l’amore è la cosa più importante nella vita dell’uomo; Dio è ammesso per fede proprio perché Dio esiste solo nella fede ovvero nella fantasia; Dio è eterno perché l’uomo è mortale mentre vorrebbe essere immortale ecc. 

La religione è la prima reazione alla limitatezza dell’uomo: l’infelicità, la sofferenza conducono l’uomo a Dio. Nella sofferenza, l’uomo si concentra su se stesso e la risposta è data da Dio "questo essere immaginario rispetto al mondo e alla natura in genere, ma reale per l’uomo". Ma se la religione è "la prima ma indiretta coscienza che l’uomo ha di se stesso", essa "precede dappertutto la filosofia, non solo nella storia dell’umanità ma anche in quella degli individui". Dunque dalla religione bisogna passare alla filosofia, dalla fede bisogna arrivare all’ateismo, visto che lo sbaglio della religione è proprio questo: considerare l’essere divino come se fosse qualcun altro, distinto e indipendente dall’uomo, da cui anzi l’uomo dipende, E’ proprio qui la debolezza della religione, l’origine del suo errore e del suo fanatismo, per cui essa aliena (l’uomo sposta il suo essere fuori di sé, prima di ritrovarlo in sé) l’uomo da se stesso e gli fa preferire un altro mondo a questo, allontanandolo dalla sua vera natura. Ma se la religione pone tutto in Dio e toglie tutto all’uomo, allora l’ateismo diventa un dovere morale, affinché l’uomo recuperi i predicati positivi che ha proiettato fuori di sé nell’essenza divina. 

Ne L’essenza della religione (1846), Feuerbach dice che il fondamento della religione è il sentimento di dipendenza che l’uomo prova istintivamente… nei confronti di Dio? No, nei confronti della natura. In altri termini, Feuerbach sostiene che è vero dire che la religione è innata nell’uomo, se però per religione si intende il sentimento dell’uomo di non poter esistere senza un ente che sia altro da lui, cioè di non dovere a se stesso la propria esistenza. Dunque ciò da cui dipende la vita e l’esistenza dell’uomo è da lui considerato Dio. La credenza che Dio abbia un’esistenza indipendente da quella dell’uomo dipende dal fatto che, in origine, è considerato come Dio l’ente che esiste fuori dell’uomo, che non è altro che il mondo o la natura. Infatti l’esistenza della natura non dipende certo dall’esistenza dell’uomo. Così, tutte le proprietà che sono attribuite a Dio, in realtà non sono altro che le proprietà astratte della natura. L’uomo, inconsapevolmente, fa, in un primo momento, della natura una sorta di essere vivente, un essere personale. In un secondo momento ne fa consapevolmente un oggetto di preghiera e di religione. Mentre in realtà nella religione l’uomo ha come oggetto solamente se stesso e la natura. Il presupposto della religione è il contrasto tra volere e potere, desiderare e ottenere. Nel volere, nel desiderare, nel rappresentare, l’uomo è illimitato, onnipotente, Dio; mentre nel potere, nell’ottenere, nella realtà, l’uomo è condizionato, dipendente, limitato. Il fine della religione è togliere tale contrasto; e l’ente in cui sono tolte le contraddizioni è Dio. Esiste Dio solo nella religione e nella fede. Si trova Dio solo nella fede perché Dio non è altro che l’essenza della fantasia e del cuore umano. Dio è, secondo Feuerbach, il principio fantastico della realizzazione totale di tutti i desideri umani. "Quali sono i desideri degli uomini, tali sono le loro divinità". Il segreto della teologia è allora l’antropologia. Se la religione è la prima ma inconsapevole conoscenza che l’uomo ha di sé, essa, considerando l’essere divino come distinto dall’uomo, contiene in sé un elemento di illusione e di errore. Essa è alienazione, visto che l’uomo sposta il suo essere fuori di sé prima di trovarlo in sé. Il superamento della alienazione consisterà nel capire che è l’uomo che ha creato Dio e non viceversa. 

La filosofia dell’avvenire. La filosofia di Feuerbach vuole essere un completo rovesciamento della filosofia religiosa e dell’idealismo hegeliano. L’inizio della filosofia non deve più essere Dio o l’Assoluto bensì l’uomo, e l’uomo determinato, concreto. L’uomo è un essere naturale, reale, sensibile, e come tale deve essere considerato dalla filosofia che non può ridurlo ad un concetto o a puro pensiero o a sola razionalità ma deve considerarlo integralmente, "dalla testa al calcagno". La nuova filosofia, la filosofia del futuro sarà la "risoluzione completa della teologia (hegeliana) nella antropologia". La nuova filosofia di Feuerbach vuole essere un umanesimo: è l’uomo l’unico vero oggetto della filosofia, e l’uomo nella sua concretezza, nella sua corporeità, nella sua fisicità (Feuerbach giunge a dire, in modo un po’ paradossale ma che indica bene la sua esigenza di concretezza, che "l’uomo è ciò che mangia": si noti che in tedesco è un gioco di parole che suona così : Mann ist wa isst). "La vera dialettica – sostiene Feuerbach – è un dialogo tra l’io e il tu". Non ha nulla a che vedere con assoluto, essenze e simili. Se poi l’uomo è un essere sociale, allora l’amore è la passione dominante dell’uomo stesso. Dunque l’amore per l’uomo, la filantropia, dev’essere lo scopo principale della filosofia : "Lo scopo dei miei scritti … è … trasformare gli uomini da teologi in antropologi, da teofili in filantropi". 

La critica ad Hegel. Come si è visto, la filosofia di Feuerbach ha come sottofondo costante di riferimento critico il pensiero hegeliano. Dall’iniziale passione per tale sistema, Feuerbach andò sempre più distaccandosene fino a diventare uno dei suoi più acerrimi critici. L’idealismo in genere e l’idealismo hegeliano in particolare, secondo Feuerbach, ha come difetto principale quello di capovolgere i rapporti reali. Nell’idealismo, quello che viene prima, cioè il concreto, figura come ciò che viene dopo, mentre ciò che viene dopo, l’astratto, figura come ciò che viene prima. Ebbene, per Feuerbach è appunto vero il contrario: non l’essere deriva dal pensiero (come vuole l’idealismo) ma il pensiero deriva dall’essere, come vuole una filosofia basata sul concreto. La dialettica hegeliana è quindi semplicemente una astrazione. Il torto ella filosofia hegeliana è quello di aver "estraniato l’uomo da se stesso, avendo fatto appoggiare tutto il sistema su questi atti di astrazione". Un’ultima critica ad Hegel è il suo sistematismo, la sua tendenza a spiegare tutto, a risolvere tutto in un sistema filosofico che comprenda tutto: ma di fronte a questa tendenza, che rischia di trasformare tutta la realtà in una sorta di macchina totalizzante ed implacabile in cui tutto deve per forza essere spiegato e ricondotto a pochi principi astratti, Feuerbach contrappone l’irriducibilità della realtà, la concretezza dell’uomo, che non possono mai essere del tutto spiegati e compresi con una teoria astratta. 

NOTA BIOBIBLIOGRAFICA

Ludwig Feuerbach nacque a Landshut, nella Baviera,nel 1804. Studiò prima teologia e poi filosofia a Berlino sotto la guida di Hegel. Ad Erlangen si laureò in filosofia e poi ottenne la libera docenza. Nel 1829 iniziò la sua carriera di docente universitario ma nel 1830 faceva uscire anonima un'opera, Pensieri sulla morte e l'immortalità, che gli troncò la carriera accademica. Continuò allora a scrivere diverse opere di storia della filosofia (Storia della filosofia da Bacone a Spinoza; le monografie su Leibniz e su Bayle ecc.), sperando in una riabilitazione. Nel 1837, fallito l'ultimo tentativo di essere nominato professore straordinario ad Erlangen, si ritirò a vita privata a Bruckberg, dove visse per 24 anni con una modesta pensione e l'aiuto della moglie, comproprietaria di una fabbrica di porcellana. Compose intanto i suoi scritti più noti: L'essenza del Cristianesimo (1841), Tesi per una riforma della filosofia (1842), La Filosofia dell'avvenire (1843), L'essenza della religione (1845). I moti del 1848 lo riportarono alla ribalta: fu chiamato per alcuni mesi dagli studenti di Heidelberg perché tenesse un corso sulla filosofia della religione ed egli accettò. Ritornò poi a Bruckberg ad occuparsi della pubblicazione delle sue opere complete. Intanto la fabbrica della moglie dovette chiudere i battenti e Feuerbach trascorse gli ultimi tempi della sua vita in grandi ristrettezze. Si trasferì a Rechenberg e qui morì il 13 Settembre 1872. 

Respuesta  Mensaje 3 de 6 en el tema 
De: MOTHERSIXTEN Enviado: 26/02/2012 07:57
 
IL VALORE DEGLI SGUARDI
 

L'incontro di due sguardi segna sempre il momento del primo ncontro......
Uno sguardo, una parola marcano il momento con un sigillo inconfondibile.
Lo sguardo fra due esseri da' il segnale di un viaggio che insieme potrebbero compiere....


Un riverbero di luce, a volte, sposta il nostro sguardo la' dove altri due occhi involontariamente hanno percepito i nostri e in quel momento,come magica attrazione due pensieri s'incontano....due vite si prendono per mano....


Sono gli occhi quel veicolo che conduce in primis verso un'altro essere. Sono la prima percezione di un coinvolgimento che puo' portare ad un grande amore,oppure anche ad una grande amicizia.....
Sono come una chiave segreta che puo' aprire le porte del nostro destino...


Il mio sguardo è nitido come un girasole.
Ho l'abitudine di camminare per le strade
guardando a destra e a sinistra
e talvolta guardando dietro di me...
E ciò che vedo a ogni momento
è ciò che non avevo mai visto prima,
e so accorgermene molto bene.
So avere lo stupore essenziale
che avrebbe un bambino se, nel nascere,
si accorgesse che è nato davvero...
Mi sento nascere a ogni momento
per l'eterna novità del Mondo...

Credo al mondo come a una margherita,
perché lo vedo. Ma non penso ad esso,
perché pensare è non capire...
Il Mondo non si è fatto perché noi pensiamo a lui,
(pensare è un'infermità degli occhi)
ma per guardarlo ed essere in armonia con esso...

Io non ho filosofia: ho sensi.
Se parlo della Natura, non è perché sappia ciò che è,
ma perché l'amo, e l'amo per questo
perché chi ama non sa mai quello che ama,
né sa perché ama, né cosa sia amare...

Amare è l'eterna innocenza,
e l'unica innocenza è non pensare...
-- Fernando Pessoa


La curva dei tuoi occhi intorno al cuore
La curva dei tuoi occhi intorno al cuore
ruota un moto di danza e di dolcezza,
aureola di tempo, arca notturna e fida
e se non so più quello che ho vissuto
è perchè non sempre i tuoi occhi mi hanno visto.

Foglie di luce e spuma di rugiada
canne del vento, risa profumate,
ali che il mondo coprono di luce,
navi che il cielo recano ed il mare,
caccia dei suoni e fonti dei colori,

profumi schiusi da una cova di aurore
sempre posata su paglia degli astri,
come il giorno vive di innocenza,
così il mondo vive dei tuoi occhi puri
e va tutto il mio sangue in quegli sguardi.
Anonimo


Non è mai notte quando vedo il tuo volto; perciò ora a me non sembra che sia notte, nè che il bosco sia spopolato e solitario, perchè per me tu sei il mondo intero; chi potrà dunque dire che io sono sola se il mondo è qui a guardarmi?

“Sogno di una notte di mezza estate” di William Shakespeare

 


BUONA DOMENICA
CON NEGLI OCCHI IL SOLE....
Annamaria

 

Respuesta  Mensaje 4 de 6 en el tema 
De: MOTHERSIXTEN Enviado: 27/02/2012 09:01
 
 
 
 
Sono le prime ore del mattino,
c'e' tanta pace intorno. Lentamente sale il giorno
.E' lundi' e i primi rumori giungono dalla strada oltre il giardino.
Non si snoda una strada statale e
quindi e' un traffico secondario
 rumoreggiato da qualche trattore
 che cigolante raggiunge la vicina campagna.
C'e' un forte vento di
 maestrale che s'intrufola fra i pini
 e che ferma la pioggia che vorrebbe
 venir giu' da quei nuvoloni inpazziti
che sfrecciano nel cielo...Un  pettirosso
volteggia intorno, indeciso sul ramo
da scegliere su cui posarsi: mi vede
e fiducioso si ferma sul pesco non
ancora fiorito, ma con su i rami
l'accenno delle sue piccole bacche
 che a giorni fioriranno. Sembra non
 aver paura e guardandolo penso:
"come sarebbe bello se tutti fossimo
 fiduciosi come quel pettirosso e non
 avessimo paura di guardarci intorno........."
Come si vivrebbe meglio!!!
 
 
BUONA SETTIMANA
Annamaria

Respuesta  Mensaje 5 de 6 en el tema 
De: MOTHERSIXTEN Enviado: 01/03/2012 06:09
 
 

La vita di ognuno è un'attesa. Il presente non basta a nessuno:
l'occhio e il cuore sono sempre avanti, oltre la breve gioia, oltre i
limiti del nostro possesso, oltre le mete raggiunte con aspra fatica.
In un primo momento della nostra esperienza pare che ci manchi
qualcosa; più tardi ci si accorge che ci manca "qualcuno", e lo
attendiamo...

 

L'impegno ci spinge più in là: verso qualcuno che resti anche quando
noi passiamo; verso qualcuno che ci prende in mano il cuore, se il
cuore non regge al salire.

 

                                         

L'uomo non è un valido appoggio per l'uomo: nessun uomo, neanche
quelli che si offrono come maestri e guide. Non è piacevole perdere
la firma di un garante, ma sulla cambiale della nostra vita non
conviene farci scrivere nomi che, alla scadenza, non possono far
fronte all'impegno.
 (Don Primo Mazzolari)

BUONA GIORNATA

Annamaria

 

Respuesta  Mensaje 6 de 6 en el tema 
De: sempreverde Enviado: 07/10/2012 09:01

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