Guarda una scuola, osservane il giardino, il cancello, le finestre: questo è il luogo che difende i bambini, li fa crescere, li protegge. Li educa a vivere nel mondo, a non averne paura.
E ora guarda quel video, guarda quegli uomini e quella donna che si fregiano di titoli, patacche dorate, divise e lucidi bottoni stemmati. Sono coloro che hanno il potere: gli altri sono nessuno. Dovrebbero difenderti, ma puoi temerli.
Riconoscine i gesti e i modi: li hai già visti, hai già visto la fredda brutalità burocratica, l’inumano senso del dovere, l’obbedienza insensibile. Lo hai già visto: in ogni parte del mondo, in ogni epoca, con divise diverse: non odono le grida d’aiuto, i pianti, le implorazioni. E’ stato sempre molto facile: basta obbedire.
Da bambino e poi da adolescente, ho trascorso pom
...
eriggi su pomeriggi a fare i compiti di scuola o a giocare nelle caserme della Polizia, aspettando che mio padre poliziotto finisse il turno di ‘piantone’ o tornasse con l’Alfa, e mi riportasse a casa. Ero un bambino che non si sarebbe neanche sognato di aver paura di una divisa.
In questa triste storia di piccoli bambini e di adulti piccoli, ho letto che in un precedente tentativo, il bambino di Cittadella si nascose per due ore sotto il letto. I piedini gli spuntavano fuori. Ma i carabinieri, mandati dal Giudice, a ‘prelevarlo’ non ebbero il coraggio di prenderlo e tirarlo fuori e si rifiutarono di obbedire. Forse De Andrè si era sbagliato, non è vero che il cuore tenero non sia una dote dei carabinieri. O forse è vero che per trascinare via un bambino che implora bisogna avere un cuore così duro che non basta neanche una divisa a riscaldarlo.