Attenti allo scippo. Lo dicono anche le statistiche
dell’Osservatorio della Sicurezza - commissionata dai commercianti, la
categoria più terrorizzata dalla criminalità crescente - a Torino si
rischia soprattutto quando si passeggia per strada. Può capitare alla
signora cui viene strappata la borsetta, ma anche all’uomo che viene
alleggerito del portafoglio (in quel caso è borseggio), il sondaggio
realizzato giusto ieri racconta una città che - se paragonata alle altre
metropoli italiane si sente un po’ più sicura - ma, invece, rispetto al
resto d’Italia continua a blindarsi in casa e nemmeno fra le mura
domestiche si sente poi così tranquilla.
Lo dicono i dati: il 27 per cento dei torinesi hanno dichiarato di
aver subito o uno scippo o un’aggressione per strada. Contro il 9 per
cento della media italiana, il 24 di Milano e il 17 di Roma. E qui
purtroppo siamo al record italiano. Va meglio, ma non di molto, la
situazione furti: il 20 per cento ne ha subito almeno uno nella vita
contro i 23 di Roma, i 32 di Milano, e i 29 di Bari. Non altissima -
poco più della metà - è la percentuale di chi dichiara «che non gli è
mai capitato nulla di simile» (54 per cento), mentre a Roma questa fetta
di fortunati sale a 23 e a Milano a 32. A Torino si rubano - in
compenso - meno automobili: l’8 per cento denuncia un furto contro il 13
di Milano, il 16 di Bari e il 23 dell’Italia.
Brutto dato, invece, al capitolo aggressioni e
minacce: il 7 per cento degli abitanti ha dichiarato di averne subite
contro i 2 di Roma i 3 dell’Italia e i 6 di Milano. Se si fa la somma di
tutti questi singoli reati si arriva a quella percentuale del 46 per
cento del totale dei torinesi che hanno subìto un atto criminoso. Una
delle domande più interessanti rivolte dall’istituto di Mannheimer agli
intervistati è se la crisi - a looro parere - abbia o meno contribuito
ad aumentare il numero dei reati. E tutti concordano sul fatto che un
clima di congiuntura economica sono cresciuti sensibilmente particolari
reati come i furti nei supermercati o nei negozi: di lì la
preoccupazione crescente dei commercianti, tabaccai, benzinai, esercenti
delle sale gioco e farmacisti in testa.