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Altro passo avanti contro la realizzazione del mostro.TAV.
La Corte dei Conti francese boccia l’Av Torino-Lione
La dichiarazione di Ezio Locatelli:
«Ancora una volta sono smentite clamorosamente le molte menzogne e mistificazioni sull’ineluttabilità e indispensabilità del Tav Torino-Lione. Proprio in queste ore la Corte dei Conti francese ha reso note le valutazioni severamente critiche del progetto della nuova linea di alta velocità contenute in un suo rapporto datato 1° agosto. In questo rapporto si parla di “costi in forte aumento”, di previsioni di traffico “riviste al ribasso”, di “debole redditività socioeconomica”, di finanziamento “non definito” e, in base a queste considerazioni, tanto più in tempi di pesanti difficoltà di bilancio, l’invito è a non abbandonare “troppo rapidamente l’alternativa che consiste nel migliorare la linea esistente”. Ancora una volta la riprova, da parte di una fonte autorevolissima, è di una mancanza di presupposti fondamentali alla realizzazione dell’opera. Il fatto è che non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire. Mi riferisco all’appello trasversale di quei parlamentari (tra cui parlamentari del Pd e Pdl) che chiedono a qualsiasi costo di “avviare il cantiere dal 2013”. Parlamentari facenti parte di una classe politica e di governo sorda a qualsiasi ragione che metta in dubbio la fattibilità di un’opera devastante oltre che inutile e costosissima. Più che classe politica e di governo forse è meglio parlare di una lobby schierata dalla parte di un blocco affaristico, una lobby che va mandata a casa prima che faccia troppi danni”».
Torino, 6.11.2012 |
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Tav: la Francia la boccia, l'Italia visita le truppe
La Corte dei conti francese boccia l'opera, a Firenze i movimenti chiedono a Monti di ripensarci, ma la Cancellieri parte per la Valle. [Checchino Antonini]
La Corte dei Conti francese smentisce Monti e riboccia la Tav Lione-Torino: un progetto inutile e costoso. «Il valore economico netto attualizzato è negativo in tutti gli scenari previsti...
». Sopravvalutate le previsioni di traffico che risalgono a stime del 1990, costi già triplicati, da 12 a oltre 26 miliardi di euro, pure in Francia anche per i lavori preliminari. Chiede lo stop ai lavori e scrive così la Coordination contre le projet Lyon Turin fret voyageur: «Gli oppositori alla nuova linea tra Lione e Torino si trovano ancora una volta confortati dalla Cour des Comptes che, per la terza volta quest'anno, condanna questo progetto». La raccomandazione è di «non escludere troppo in fretta l'alternativa di miglioramento della linea esistente» e sottolinea che «se il progetto deve continuare, studiare ogni eventuale misura che obblighi lo spostamento del traffico transalpino dalla strada alla ferrovia».
Gli studi citati spiegano che l'opera non produrrebbe profitti neppure con una ripresa economica. A luglio il ministero dei trasporti francese ci aveva provato a chiede un nuovo accordo che tenesse conto del finanziamento disponibile, soprattutto in Europa. La Tav infatti è un progetto vincolato da accordi internazionali e da un trattato. Gli stessi accordi che i firmatari della Carta d'intenti del Pd si sono impegnati a rispettare. Charo che per i nostri No Tav quei trattati sono carta straccia e il pronunciamento della Corte dei Conti cambia le carte in tavola: «E' un chiaro messaggio al presidente Hollande in vista del vertice a Lione del 3 dicembre prossimo con Monti». La Coordination contre le projet Lyon-Turin aveva fornito cifre che provano che i traffici tra Francia ed Italia sono addirittura inferiori a quelli del 2008 sommando strada più ferrovia, Fréjus, Monte Bianco più Mont Cenis ed ha denunciato «La grossolana sottovalutazione dei costi, le previsioni di traffico fantasiose e sopravvalutate», d'altronde le "enquêtes publiques" furono realizzate da soggetti coinvolti nel progetto Tav.
La notizia rimbalza a Firenze, al centro di un territorio martoriato dall'alta velocità, dove è in corso da ieri il meeting delle reti europee antiliberiste. Lì s'è costituito il Comitato europeo No Tav per lanciare un appello al premier Monti, già sottoscritto da più di 1000 professori universitari e da oltre 15mila cittadini, invitandolo al ripensamento del progetto di linea ferroviaria Tav della Val di Susa e, di conseguenza, delle altre «grandi opere inutili». «Un centimetro di Tav ha lo stesso costo di una borsa di studio annuale per un ricercatore universitario, ovvero circa 23.500 euro. Questa cifra - commenta Winfried Wolf, economista dei trasporti - rappresenta, meglio di tante parole, il dramma del vostro Paese, che preferisce creare ulteriore debito anziché investire nell'economia reale, nel lavoro e nell'istruzione».
Anche nel nodo fiorentino i costi della Tav sono lievitati di un terzo. Lo spiega Tiziano Cardosi, del comitato No Tav Firenze: «La costruzione delle grandi opere serve solo a creare una ricchezza fittizia, a vantaggio esclusivo delle imprese costruttrici che cercano, in tal modo, di combattere la crisi, oltre a causare ingenti problemi ambientali». Il rapporto tra grandi opere e crisi economica e finanziaria è stato oggetto di un seminario fiorentino, stamattina: «Non siamo contro il lavoro nell'edilizia; sappiamo che il 12% della popolazione italiana vive di questa attività, siamo invece contro il consumo del territorio, i danni ambientali, lo scarso lavoro che queste opere producono, oltre ad essere di bassissima qualità, e contro l'ulteriore creazione del debito dei nostri Paesi. Le alternative possibili esistono. Basta volerle pianificare». «Mentre la Corte dei Conti in Francia la boccia, in Italia la legge di stabilità prevede in totale 690 milioni per la Tav in Val di Susa - ricorda Paolo Ferrero, segretario Prc a Firenze per un evento della sinistra alternativa europea - il governo "tecnico" finanzia coi soldi pubblici un'opera inutile e dannosa dopo aver militarizzato una valle. Il governo Monti assume così un atteggiamento totalmente ideologico verso un'opera assurda».
In Val di Susa, intanto, si aspetta l'arrivo della Cancellieri, lunedì 12 novembre, che va a portare solidarietà alle forze dell'ordine e al sindaco «complice» di Chiomonte, Pinard. Una gita che ha il sapore di una provocazione fortissima a una popolazione vittima da più di un anno di manganelli, lacrimogeni e arresti. «Il cantiere di Chiomonte - ripetono i No Tav - è totalmente illegale poiché manca il progetto definitivo». Una sottigliezza imprendibile per un governo tecnico. http://www.globalist.it/Detail_News_Display?ID=35740&typeb=0&Tav-la-Francia-la-boccia-l-Italia-visita-le-truppe
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