Negli ultimi dieci giorni del 2012 in Italia si seppellisce la democrazia: tre sono i fatti che testimoniano inequivocabilmente, a mio avviso, il cambio di passo nel processo di instaurazione della dittatura (come la chiamiamo: euro-fascismo finanziario?):
- ricevendoli al Quirinale, il presidente Napolitano rende onore “a prescindere” ai due fucilieri di marina sotto processo in India per l’uccisione dei pescatori;
- saltando qualsiasi procedura, Mario Monti presenta su internet l’agenda per il futuro governo del dopo-elezioni 2013 ed annuncia su twitter la propria candidatura a dirigerlo;
- terminando una gestazione pilotata, entra in fase pre-parto il partito unico montiano che attorno a Casini, Fini, Montezemolo e Riccardi richiama esponenti dai due poli ex-contrapposti.
Sono tre eventi emblematici di processi in atto da molti mesi sulla scena italiana, accelerati quando Napolitano nomina Monti senatore a vita, e confermano:
- che si vogliono avere le varie gerarchie militari come pilastri del “nuovo ordine”;
- che lo strumento elettorale viene svuotato del suo significato, essendo predeterminati programma e guida del successivo governo: l’uomo forte né di destra, né di sinistra non è giudicabile dai cittadini;
- che le gerarchie ecclesiastiche e confindustriali, al di là delle posizioni formali, appoggiano nella sostanza queste operazioni di “riforma istituzionale” (la chiamano Terza Repubblica) e la costituzione del necessario strumento partitico.
Un quadro drammaticamente robusto, in cui vedo similitudini con il lontano 1922 quando il re precedente, Vittorio Emanuele terzo, incaricò l’uomo forte di allora.