Grillo è più attore adesso di quando girava i film
Critica le tasse, ma fornisce un alibi agli evasori
Prima
della famosa battuta sui socialisti ladri patentati («Fantastico 7»,
1986), prima di essere allontanato dalla Rai, Beppe Grillo era solo una
scoperta di Pippo Baudo, una delle tante. Sì, è vero, si era distinto
con due programmi poco convenzionali, «Te la do io l'America» (1981) e
«Te lo do io il Brasile» (1984), diario di viaggio di un provinciale nei
luoghi comuni di quei Paesi: comicità bonaria, racconto moderatamente
dissacrante, niente di più.
Fuori dalla tv, Grillo ha cominciato a intraprendere un lungo viaggio
nei teatri, nelle piazze, nei siti, una sorta di «Te la do io l'Italia»,
mantenendo intatto il meccanismo di fondo (la perlustrazione dei luoghi
comuni), ma acuminando lo sguardo. Come ebbe a dire il grande Dino
Risi, «Grillo è più attore adesso che non quando girava film».
Nel frattempo, il commediante è diventato lo spauracchio della politica italiana,
il capofila di quell'antipolitica che sta facendo perdere le staffe a
molti leader (che lui battezza come «dementi, dilettanti allo
sbaraglio»). In un mondo in cui tutti necessariamente recitano, secondo
le regole della politica pop, il suo successo deriva dal fatto che lui è
il più bravo a recitare. Con un repertorio ormai collaudato («La
Gasparri permette a un iPod Nano di possedere tre televisioni e venti
giornali», «Le banche ti chiedono soldi e fiducia, però legano la biro a
una catenella», «D'Alema è uno che si è finto di sinistra essendo di
destra», «L'Udc è l'Unione dei carcerati», «Rigor Montis»...) irride la
concorrenza con intolleranza. Lisciando il pelo al populismo,
incanaglisce contro le tasse («se tutti pagassero le tasse si ruberebbe
il doppio», «i controlli della Finanza sono un modo per istillare l'odio
sociale») e finisce per offrire un insperato alibi agli evasori. Sono i
rischi della demagogia, il paradosso del Buffone che volle farsi Re.
«Te la do io l'Italia» è uno spettacolo triste dove un buffone dice di farsi beffe di altri buffoni,
dove il malumore e la rabbia si travestono da ultima risata, dove il
«vaffa» esprime l'inconfessabile esultanza del proselitista, felice di
incatenare gli altri nel nome della libertà.
Dino Risi: "Grillo è più attore adesso di quando girava i film"
« La cosa che
gli è riuscita meglio è la sua svolta antipolitica: è più attore oggi
che fa politica di quando tentava di far l’attore. Credo guadagni un
sacco di soldi, adesso. Attenzione, però: non c’è niente di Grillo nel
personaggio che interpreta. Il suo diventare un antipolitico non
coincide con il vero Beppe. Ai tempi, non mi è mai sembrato uno
interessato a questi temi, per intenderci. Ha capito cosa rende e se la
sta inventando. Ha intuito che dire le cose da bar è un’attività
redditizia. Niente di meglio per gli italiani, che aspettano sempre il
capopopolo di turno. Anche Umberto Bossi, se vogliamo. Ma state tutti
attenti: Grillo non è pazzo, fa il pazzo»
GRILLO E' PIU' ATTORE ADESSO DI PRIMA: NEMMENO LUI CREDE A CIO' CHE DICE E SCRIVE ( DINO RISI
GRILLO GRILLO.-..CA' NISCIUNO E' FESSO !! e tu vorresti
scalzare il pdl ..il pd e altri proponendoti per il migliore
...l'onesto ??? SAPETE COSA DICE DI LUI IL REGISTA DINO RISI :Dino
Risi (che ha diretto Grillo nel film “Scemo di guerra”) al Corsera, afferma
che Grillo è più attore adesso che quando girava film. Non crede
affatto a ciò che dice e scrive quotidianamente nel blog! ahaahhhh
ORBENE DOMANDIAMOCI : CHI C'E' DIETRO IL MOVIMENTO 5 STELLE DI BEPPE GRILLO??
DOMANDIAMOCI che fine ha fatto il Signoraggio monetario di cui lui tanto
parlava? perché Grillo che nel 1998 sparava a zero sul Signoraggio,
sulla truffa del debito pubblico e sui banchieri, oggi non dice nulla e
si limita ad attaccare i politici: semplici camerieri del potere
economico? Cosa è successo nel frattempo? Ha ricevuto pressioni e/o
ricatti? Oppure ha cambiato idea? Nessuno lo sa ad eccezione della sua
coscienza!
Al Beppone nazionale va il merito di essere stato il primo a denunciare
la truffa del Signoraggio monetario (nel tour “Apocalisse Morbida” del
1998) e la natura privatistica della Banca d’Italia.
In quello spettacolo ha sparato a zero sui banchieri (Fazio, Duisemberg,
ecc.), definiti i cavalieri dell’Apocalisse, che controllano le
economie planetarie, sottolineando più volte come questi signori
“stampano le banconote e le prestano”.
Avete capito bene: stampano denaro e lo prestano ai governi!
Per non parlare del debito pubblico. Dice infatti Grillo: “e il debito? A
chi li dobbiamo due milioni e mezzo di miliardi di lire?”
Nonostante questo, da un po’ di anni Grillo si rifiuta, o gli è stato
consigliato di non parlarne, di Signoraggio e dei banchieri durante i
suoi spettacoli, perché?
Una spiegazione la fornisce il dottor Antonio Miclavez in una recente
intervista video: «ne ho parlato (si riferisce a Grillo, ndA) circa sei
mesi fa e mi ha detto: “sì è molto bello, ma questo per la gente è
troppo. Se è troppo poi la gente si spaventa e non lo capisce perché è
troppo!”.
ECCO CHI C'E' DIETRO BEPPE GRILLO....
L’editore di Beppe Grillo oggi è la Società CasaleggioAssociati di Milano.
Nella prefazione del libro del 2004 “Web Ergo Sum” scritto da uno dei fondatori della Società, Gianroberto Casaleggio (che ha dato anche il nome alla ditta), Beppe Grillo spiega come ha incontrato quello che diventerà il suo editore di fiducia!
«lo incontrai per la prima volta a Livorno, una sera di aprile, durante
il mio spettacolo Black Out. Venne in camerino e cominciò a parlarmi di
Rete. Di come potesse cambiare il mondo. (…) Pensai che fosse un genio
del male o una sorta di San Francesco (…) Ebbi, lo confesso, un attimo
di esitazione. Strinsi gli occhi. Casaleggio ne approfittò. Mi parlò allora, per spiegarsi meglio, di Calimero il pulcino nero, Gurdjieff(il famoso mago nero, uno dei maestri del cantautore Franco Battiato, ndA),
Giorgio Gaber, Galileo Galilei, Anna di York, Kipling, Jacques Carelman (…) Tutto fu chiaro, era un pazzo. Pazzo di una pazzia nuova, in cui
ogni cosa cambia in meglio grazie alla Rete. (…) Ce n’è abbastanza per
rinchiuderlo. E’ un individuo oggettivamente pericoloso e socialmente utile»[1]
Gianroberto Casaleggio (interessato a Gurdjieff!) è riuscito dove tutti avevano fallito: convertire Grillo a internet!
Da quell’incontro infatti è nato non solo il blog di Beppe Grillo, ma
anche tutti i libri e dvd, come pure e le organizzazioni dei Meet-up! In soldoni l’immagine mediatica (a 360 gradi) di Grillo viene gestita e controllata dagli esperti della società milanese.
Addirittura Gianroberto sarebbe diventato il consigliere numero uno di
Grillo, a tal punto che secondo indiscrezioni, è sua l’idea del
V-Day![2] Quello che ha sparso nel mondo il verbo o virus del V-Day
convincendo, attraverso il suo comico portavoce, centinaia di miglia di
persone in Italia.
“Uomo (Gianroberto) sulle orme del Parsifal dichiara di
voler ricercare la vera natura degli uomini”. E così, ad esempio, per le
riunioni da sempre ama immergere il gruppo dirigente nel mondo
cavalleresco e spirituale della leggenda di Camelot (alla scoperta di
quei luoghi ha persino trascorso una vacanza). Usa una tavola rotonda
attorno alla quale fa sedere i suoi manager per «parlare liberamente».[3]
Sua è anche la gestione del sito web dell’amicone di Grillo, il Ministro per le Infrastrutture Antonio Di Pietro.[4]
E’ arrivato il momento di vedere chi sono questi associati, e soprattutto di cosa si occupano.