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General: IL Papa lascia il pontificato il 28 febbraio
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Respuesta  Mensaje 1 de 26 en el tema 
De: sempreverde  (Mensaje original) Enviado: 11/02/2013 11:35

Papa lascia il pontificato il 28 febbraio

tempo realeAggiornato alle 12:21

Annuncio shock di Benedetto XVI: "Sento il peso dell'incarico di Pontefice, ho preso questa decisione per il bene della Chiesa". Tra le motivazioni anche "l'età avanzata"

Benedetto XVI lascerà il pontificato il 28 febbraio. Lo ha annunciato lui stesso personalmente, in latino, durante il concistoro per la canonizzazione dei martiri di Otranto. La "ingravescentem aetatem", cioè l'età avanzata, è tra i motivi addotti dal Papa per le sue dimissioni. Il Pontefice ha spiegato di sentire il peso dell'incarico, di aver a lungo meditato su questa decisione e di averla presa per il bene della Chiesa.

12:21 Alfano: "Grato per suo magistero morale"

"I sentimenti della più profonda gratitudine a Benedetto XVI" vengono espressi dal segretario del Pdl Angelino Alfano. A margine di una conferenza stampa del Pdl Alfano esprime "i sentimenti più profondi di gratitudine per ciò che ha fatto con il suo magistero morale e per quanto continuerà a fare".

12:21 Governo tedesco turbato ed emozionato

"Il governo tedesco reagisce con emozione e turbamento". Lo ha detto il portavoce del governo tedesco commentando le dimissioni del Papa.

12:20 Ratzinger: "Consapevole della gravità del mio atto"

"Ben consapevole della gravità di questo atto, con piena libertà, dichiaro di rinunciare al ministero di Vescovo di Roma, Successore di San Pietro, a me affidato per mano dei Cardinali il 19 aprile 2005". Lo ha detto Benedetto XVI annunciando le sue dimissioni.

12:19 Sede vacante dalle 20 del 28 febbraio

La "sede vacante" dopo le dimissioni di Benedetto XVI scatta dalle ore 20.00 del 28 febbraio. Lo ha detto il Papa annunciando ai cardinali la decisione di dimettersi. Dovrà quindi essere convocato un conclave per l'elezione del nuovo Papa.

12:18 Vendola: "Notizia che turba molto"

"La notizia delle dimissioni del Papa ci turba molto...": sono le prime parole con cui il leader di Sel Nichi Vendola commenta, durante un intervento in occasione di un incontro con la Coldiretti, l'annuncio delle dimissioni del Pontefice mostrandosi colpito. "Sono notizie - aggiunge poco dopo tornando sul tema - che confermano che viviamo dentro un tempo storico, una storia con la S maiuscola".

12:15 "Lascio per ingravescentem aetatem"

12:12 Monti: "Scosso da questa notizia inattesa"

12:06 Convocato il conclave per il successore

11:57 Sodano: "Fulmine a ciel sereno"

11:46 BENEDETTO XVI ANNUNCIA: LASCIO PONTIFICATO



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Respuesta  Mensaje 12 de 26 en el tema 
De: giulipippi Enviado: 11/02/2013 19:40
La libertà di un uomo afferrato da Cristo

Con questo gesto, tanto imponente quanto imprevisto, il Papa ci testimonia una tale pienezza nel rapporto con Cristo da sorprenderci per una mossa di libertà senza precedenti, che privilegia innanzitutto il bene della Chiesa. Così mostra a tutti di essere totalmente affidato al disegno misterioso di un Altro.

Chi non desidererebbe una simile libertà?

Il gesto del Papa è un richiamo potente a rinunciare a ogni sicurezza umana, confidando esclusivamente nella forza dello Spirito Santo, come se Benedetto XVI ci dicesse con le parole di san Paolo: “Sono persuaso che colui che ha iniziato in voi questa opera buona, la porterà a compimento fino al giorno di Cristo Gesù”  (Fil 1,6).

Attraverso l’annuncio del Papa, il Signore ci domanda di trapassare ogni apparenza, attraversando tutto l’entusiasmo umano con cui avevamo salutato l’elezione di Benedetto XVI e con cui lo abbiamo seguito in questi otto anni, grati per ogni sua parola.

Desiderando di vivere la stessa esperienza di immedesimazione con Cristo che ha dettato al Papa questo atto storico per la vita della Chiesa e del mondo, accogliamo anche noi con libertà e pieni di stupore questo estremo gesto di paternità, compiuto per amore dei suoi figli, affidando la sua persona alla Madonna affinché continui a esserci padre dando la vita per l’opera di un Altro, cioè per l’edificazione della Chiesa di Dio.
Con tutti i fratelli, insieme a Benedetto XVI, domandiamo allo Spirito di Cristo di assistere la Chiesa nella scelta di un padre che possa guidarla in un momento storico così delicato e decisivo».
di Julian Carron

lanuovabq


Respuesta  Mensaje 13 de 26 en el tema 
De: primaveraestate Enviado: 11/02/2013 19:54
Non so se sono persone che amano o meno la Chiesa. Per rapportarmi con le persone, non chiedo mai la razza, il ceto, il credo, l'importante è che siano esseri umani che a me sembrino sinceri.

Respuesta  Mensaje 14 de 26 en el tema 
De: giulipippi Enviado: 12/02/2013 09:26
“Una scelta d’amore, coraggioso gesto di libertas in veritate” 
Dichiarazione del presidente Martinez sulle dimissioni del Papa Benedetto XVI

Benedetto XVI - Clicca per ingrandire...

La notizia delle dimissioni del Pontefice Benedetto XVI ha suscitato in me e nel RnS tutto stupore, dolore e commozione. Il Papa della Caritas in veritate si congeda così dal mondo intero all'insegna della libertas in veritate, con un coraggioso quanto sorprendente (non si dica "inaspettato", dal momento che più volte il Pontefice ne aveva ipotizzato la possibilità) gesto di libertà nella verità. La sua non è una fuga dalla responsabilità di un Pontificato terribilmente esigente quanto ad efficienza richiesta, piuttosto l'umile, coscienziosa, veritiera espressione di una responsabilità che non potendo più essere onorata nella pienezza del servizio richiesto e non potendo essere delegata ad alcun altro Vescovo o Cardinale, può solo essere rimessa nelle mani del Collegio cardinalizio, perché sia lo Spirito Santo ad indicare chi dovrà governare la Chiesa. Il Papa è il solo Vicario di Cristo e a nessuno è concesso di vicariarlo! Certo la decisione di Benedetto XVI pone alla Chiesa, che di tradizioni plurisecolari vive, la "sfida" di scegliere il Successore di Pietro non post mortem e d'intendere ora, in modo  adeguato "cosa lo Spirito le chiede" di compiere. Benedetto XVI, chiamato alla guida della Chiesa dopo il Pontificato "magno" del Beato Giovanni Paolo II, si era autodefinito "umile operaio nella vigna del Signore", offrendoci in modo inequivocabile la nozione di Papato come "servizio" e non come "potere". E il servizio richiede non solo la piena donazione di sé, ma energie, forze, dinamismo che Pontificati precedenti a quello del Beato Giovanni XXIII non avevano prima mai conosciuto, registrando una progressiva accelerazione, impressionante con l'inizio del terzo millennio. Dunque la necessità di essere "operativi" sui molteplici e complessi scenari della globalizzazione, la cura pastorale della Curia Romana, l'effettiva vicinanza alle Chiese e ai fedeli di ogni angolo della terra, hanno portato Benedetto XVI, in retta coscienza non a lasciare la Chiesa, ma a lasciarla nelle mani di un nuovo Pontefice. Immaginiamo quanta sofferenza e quanta umiliazione abbiano accompagnato la decisione assunta dal Successore di Pietro. Prenderne atto, seppure con dispiacere, significa intanto ringraziare il Signore per il dono di questi otto anni di Pontificato, grazie ai quali la Chiesa ha ritrovato una nuova, lucida passione per la fede in Gesù e per tutte le sue coerenti applicazioni. Ci stringiamo al Papa con grande affetto filiale e riconoscente, memori dei grandi doni che ha voluto elargire alla "famiglia del Rinnovamento", in ultimo, proprio nei giorni scorsi, il dono della Fondazione Vaticana "Centro Internazionale Famiglia di Nazareth" a noi affidata per la diffusione del Magistero della Chiesa nel mondo, in special modo in Terra Santa. Da questo momento il Rinnovamento nello Spirito indice un tempo speciale di preghiera di intercessione, denominato "Muro di Fuoco", che vedrà coinvolte tutte le Diocesi d'Italia, a sostegno del Papa e della Chiesa tutta. Non è tempo di dietrologie: il Papa ci invita a guardare avanti. Lui ha aperto per noi la porta della fede con una forza testimoniale rara. L'ha varcata per primo e ora chiede a noi di proseguire il cammino. La nostra cattolicità è cum Petro. Oggi, più che mai, siamo debitori alla Chiesa di amore e di comunione. E non vogliamo perdere la gioia della speranza, seppure oggi tribolata, come Benedetto XVI ci ha chiesto di fare sin da quando si è presentato al mondo il giorno della sua elezione. 


rns-italia

Respuesta  Mensaje 15 de 26 en el tema 
De: haiku04 Enviado: 12/02/2013 12:22
A mente più lucida, dopo la buriana di ieri, mi sento di dire, a livello personale, che il Papa, chiunque esso sia, ha il grande potere di radunare intorno a sè la moltitudine dei cattolici di tutto il mondo, e per poter fare questo ha bisogno di essere, soprattutto psicologicamente, all'altezza delle situazione. Se, essendo umano, poichè il Papa non è figura divina ma umana, non se la sente più, l'unica cosa da fare è lasciare il posto ad un altro. Purtroppo per lui è sempre stato paragonato, e schiacciato, dall'operato e dal carisma del suo predecessore, e per i fedeli verrà spontaneo anche il paragone tra differenza della conclusione del mandato... Penso comunque che il peso di questa decisione non sarà facile da portare per quello che è stato Benedetto XVI.                                                           

Respuesta  Mensaje 16 de 26 en el tema 
De: giulipippi Enviado: 12/02/2013 12:35
Certo che verrà e vine spontaneo fare paragoni, ma in questo momento servono innanzitutto e soprattutto pregare, per lui, per la chiesa, per quelli che saranno chiamati a eleggere il nuovo pontefice e per noi

Respuesta  Mensaje 17 de 26 en el tema 
De: giulipippi Enviado: 12/02/2013 12:45
poichè il Papa non è figura divina ma umana,

certo ma ha il mandato di Cristo e il sostegno dello Spirito santo in modo particolare e dunque non possiamo pensare che certe decisoni siano prese solo dal punto di vista umano

Respuesta  Mensaje 18 de 26 en el tema 
De: haiku04 Enviado: 12/02/2013 13:03
La maggior parte della gente vorrà credere ad una fragilità umana, ad un'autocritica su quello che non poteva più fare. Se tu propendi per il fattore divino (il mandato di Cristo), allora doveva "portare la sua croce" sino in fondo!

Respuesta  Mensaje 19 de 26 en el tema 
De: Butterfy Enviado: 12/02/2013 18:21

Ma nel momento in cui decide di dimettersi da Papa, Benedetto XVI infrange un tabù plurisecolare, quasi teologico. Fa capire al Vaticano che nessuno è insostituibile: nemmeno l'uomo che siede sulla «Cattedra di Pietro». E apre la porta a una potenziale ondata di dimissioni. Soprattutto, addita al Conclave la drammaticità della situazione della Chiesa. Dà indirettamente ragione a quegli episcopati mondiali, in particolare occidentali, che da mesi osservano la Roma papale come un nido di conflitti e manovre fra cordate che da tempo pensano solo alla successione. L'annuncio delle dimissioni avviene in coincidenza con l'anniversario dei Patti lateranensi...e nel bel mezzo di una campagna elettorale: al punto che ieri alcuni leader si chiedevano se interrompere per un giorno i comizi. Ma già si guarda avanti. Bertone ha chiesto di incontrare per una decina di minuti il capo dello Stato Giorgio Napolitano prima della festa in ambasciata di oggi pomeriggio. E il «toto-Papa» impazza, con le scommesse fuorvianti sull'«italiano» o il «non italiano». Stavolta, in realtà, sarà un Conclave diverso. Il sacrificio di Benedetto XVI, per quanto controverso, mette tutti davanti a responsabilità ineludibili.


Respuesta  Mensaje 20 de 26 en el tema 
De: giulipippi Enviado: 12/02/2013 18:45
Benedetto XVI infrange un tabù plurisecolare, quasi teologico

Tabù plurisecolare, quasi teolgico?

Gli altri papi che hanno scelto di rimanere fino alla morte sono forse stati obbligati?

Respuesta  Mensaje 21 de 26 en el tema 
De: giulipippi Enviado: 12/02/2013 20:46
Monsignor Bettazzi L'ex vescovo di Ivrea: "Anche Wojtyla voleva dimettersi. Il nuovo Papa non sarà europeo"
 
 Benedetto XVI ha deciso di dimettersi per non lasciare la guida della Chiesa in mano ai collaboratori come avvenne con Wojtyla. Anche Giovanni Paolo II voleva ritirarsi ma non glielo permisero”.
Fu esattamente un anno fa, il 13 febbraio del 2012, quando Monsignor Luigi Bettazzi, ex Vescovo di Ivrea, anticipò in diretta radiofonica l'ipotesi che il Papa potesse dimettersi.
Erano quelli i giorni in cui si parlava di un presunto attentato a Josef Ratzinger e Bettazzi spiegava che, a suo avviso, quella voce sarebbe stata fatta circolare all'unico fine di preparare la comunità cattolica al successivo annuncio del ritiro.
Ratzinger ha intenzione di dimettersi?”, gli chiesero. La risposta fu: “Io credo di sì, penso che lui si senta molto stanco, basta vederlo, è uno abituato agli studi”. Pertanto, di fronte ai problemi emersi nella Chiesa, alle tensioni all’interno della Curia, il Pontefice avrebbe potuto pensare “che di queste cose se ne occuperà il nuovo Papa”.
Monsignor Bettazzi, oggi la sua profezia si avvera. Cosa la indusse allora a pensare che il Papa si sentisse tanto stanco da poter decidere di lasciare il pontificato?
La conoscenza dello spirito di servizio di Benedetto XVI. Quando lui stesso si è reso conto di non poter più assolvere al suo servizio ha deciso di ritirarsi.
Che giudizio dà lei di una scelta così clamorosa?
Dimettersi è stato un grande atto di umiltà, di fede e di spirito di servizio. Del resto a noi vescovi chiedono di dare le dimissioni a 75 anni e un cardinale, compiuti gli 80 anni, non può più eleggere il Papa, quindi mi sembra coerente che un pontefice possa dire di essere anche lui un uomo e decidere di lasciare il suo incarico a un altro che possa svolgerlo più efficacemente.
E' una visione della missione di Papa molto diversa rispetto a quella di Wojtyla che resistette fino all'ultimo suo giorno di vita...
Anche Wojtyla voleva dare le dimissioni, ma non gliel'hanno lasciato fare. Questo lo disse pubblicamente la signora Wanda Poltawska che dopo essere sopravvissuta al campo di concentramento divenne sua sorella spirituale e gli era vicinissima.
Chi non avrebbe permesso a Papa Wojtyla di dare le dimissioni?
I suoi collaboratori naturalmente. Perché volevano fare loro.
E' possibile, a suo avviso, che Ratzinger, dimettendosi, abbia anche voluto esprimere un giudizio negativo sulla scelta di Wojtyla di non farlo?
Di fronte alla volontà di Papa Wojtyla di non scendere dalla Croce ci siamo commossi tutti, ma è anche vero che bisogna essere in grado di restarci sulla Croce e negli ultimi anni Giovanni Paolo II non lo era più. Benedetto XVI si è reso conto di non poter continuare a guidare la Chiesa con la necessaria energia fisica e spirituale e piuttosto che lasciare tutto in mano ai collaboratori ha preferito ritirarsi per lasciare assolvere la sua missione a un nuovo Papa.
Crede che Benedetto XVI, che risiederà in Vaticano, continuerà comunque a esercitare una qualche influenza?
No assolutamente. Come ero certo che prima o poi si sarebbe dimesso, così sono sicuro che non eserciterà alcuna influenza diretta. Ogni Papa tiene conto del comportamento del suo predecessore per non smentirlo, ma ritengo che un uomo di tanta fede e discrezione, come lo è Ratzinger, non farà mai nessun tipo di pressione.
Chi sarà eletto Papa?
Mi fido dello Spirito Santo e lo prego di illuminare i cardinali.
Sì, ma lei cosa prevede?
La nostra Europa è un po' vecchia e stanca. Credo che il nuovo Papa arriverà dall'Africa o dall'America Latina.
http://news.panorama.it/cronaca/Monsignor-Bettazzi-profezia-Papa

Respuesta  Mensaje 22 de 26 en el tema 
De: MOTHERSIXTEN Enviado: 13/02/2013 08:28
Un giudizio prettamente personale: ieri quando ho visto la carellata dei potenziali aspiranti alla sedia papale,mi ha colpito emotivamente quel Cardinale di colore......non so, e' stato un attimo, ma l'ho visto bene insediato..........Mi piace crederlo e poi e' anche giovane!....Allarghiamo gli orizzonti......
 

Respuesta  Mensaje 23 de 26 en el tema 
De: giulipippi Enviado: 13/02/2013 08:53
Certo lasciamo fare allo Spirito e preghiamo che ispiri con forza, potenza e verità.

Ma una cosa mi preoccupa ed è che NOI non siamo pronti a certe svolte.

Respuesta  Mensaje 24 de 26 en el tema 
De: giulipippi Enviado: 13/02/2013 19:32
LA RINUNCIA DI BENEDETTO XVI: UN PASSO INDIETRO? NO, UN PASSO AVANTI
Nel cuore di ciascuno di noi almeno per un attimo c'è stata delusione, ma i criteri di giudizio solo umani devono lasciare il posto a quelli di ordine trascendente
di Tommaso Scandroglio

Ogni parola del Papa, lo sappiamo bene, deve essere letta con attenzione, perché colui che parla e scrive è il Vicario di Cristo sulla Terra. Ma a maggior ragione quando lo scritto riguarda "una decisione di grande importanza per la vita della Chiesa" quale quella presa da Benedetto XVI poche ore fa. Ogni riga e parola assume quindi un significato non solo giuridico, oppure programmatico o meramente biografico, bensì anche di ordine soprannaturale.
Leggiamo un passaggio dell'annuncio del Papa: "Sono ben consapevole che questo ministero, per la sua essenza spirituale, deve essere compiuto non solo con le opere e con le parole, ma non meno soffrendo e pregando". [...] Il Pontefice ha scelto questa seconda strada.
Da una parte quindi la sofferenza, sia fisica che soprattutto morale e spirituale. Quest'ultima non è difficile intuire che è nata nel cuore di Benedetto XVI dal constatare che la barca di Pietro è sempre più piena d'acqua anche perché molti suoi occupanti provocano nello scafo continue falle. Una sofferenza sopportata e vivificata dalla preghiera e offerta come strumento di santificazione per tutta la Chiesa.
Dall'altra le opere e le parole, cioè la vita attiva, l'evangelizzazione, la concretezza dei progetti pastorali, i discorsi, le lettere, le encicliche e molto altro che la sofferenza impedisce di portare a termine. Da una parte una candela che si consuma nel dare luce sino alla fine, dall'altra la scelta pragmatica non di arrendersi agli anni che passano ma di passare il testimone per il bene maggiore della Chiesa.
Dobbiamo essere sinceri: nel cuore di ciascuno di noi almeno per un attimo c'è stata delusione, mista a costernazione, come se ci fossimo sentiti traditi da una scelta che a pelle sentiamo di minor pregio (come non pensare agli apostoli increduli e scandalizzati di sapere il loro Maestro morto in croce?). "Rinuncia" è infatti il termine che più hanno in bocca i commentatori, una parola che sa di sconfitta. Il Papa ha gettato la spugna ed ha vinto il mondo, ci viene quasi da dire. Meglio ha fatto Giovanni Paolo II che ha lottato sino alla fine ed è rimasto al suo posto – quel posto a cui è stato chiamato da Dio - fino alla morte.
Ma quando si tratta del Vicario di Cristo e quando, come in questo caso, si tratta del teologo Joseph Aloisius Ratzinger, i criteri di giudizio solo umani devono lasciare il posto a quelli di ordine trascendente, evitando di cedere a facili riduzionismi. Qui non abbiamo l'amministratore delegato di Eni che ha lasciato il posto per motivi di salute. Qui stiamo parlando del successore di Pietro che deve condurre gli uomini verso la salvezza. è dal Cielo che occorre guardare tutta questa vicenda.
Allora dato che lo stesso Pontefice ha sottolineato il fatto che la sua decisione non assomiglia ad un'agevole scorciatoia ma esito di reiterati esami di coscienza fatti al cospetto di Dio ("dopo aver ripetutamente esaminato la mia coscienza davanti a Dio") dobbiamo nutrire la certezza che la sua decisione è quella che Dio stesso gli ha indicato. Il criterio che Benedetto XVI ha seguito è l'unico valido da seguire non solo per decisioni di questo calibro ma per qualsiasi decisione di qualsiasi Papa: il maggior bene della Chiesa.
Il martirio, il consumarsi sino allo stremo è via obbligatoria solo se Dio lo chiede perché in quella circostanza e per quella persona è la via più efficace per contribuire al bene della Chiesa. Ma parimenti il passaggio di testimone. Cosa serve ora alla Chiesa? La testimonianza della sofferenza o le opere compiute da chi non è ancora intaccato in modo sensibile nella propria vigoria fisica e interiore? Chi meglio del Papa può rispondere a questo interrogativo? E Benedetto XVI ha dato la risposta che Dio gli ha ispirato nel cuore. Allora in questa prospettiva la scelta del Papa è stata la via indicata dalla Provvidenza, non un passo indietro ma un passo avanti nel misterioso cammino dell'economia della salvezza.
Un pontificato vissuto come la Via Crucis di Gesù, se vogliamo, è più facile da interpretare, più alla nostra portata da decifrare, perché richiama immediatamente un atto eroico, una identificazione confortante e quasi plastica con il Crocefisso. La via dell'umile nascondimento – "un semplice e umile lavoratore nella vigna del Signore" si definì il Papa appena eletto – del riconoscimento che oggi la barca di Pietro ha bisogno di vigorosi rematori comporta per noi un maggior sforzo per quel muscolo spirituale che è la fede, proprio quella virtù teologale che il Papa ci ha chiesto di meditare e approfondire quest'anno.
In questo senso la decisione del Sommo Pontefice ci obbliga a privilegiare la prospettiva teologica – e Ratinger è teologo - ed in particolare quella escatologica orientata alla salvezza eterna, prospettiva più ardua da assumere. In quest'angolo di visuale ultramondano forse si nasconde anche l'indicazione che dobbiamo assegnare valore più che alla persona di Joseph Ratzinger al munus, all'ufficio di Pontefice che non muore mai perché passa da uomo a uomo, al di là delle contingenze, delle sofferenze e degli acciacchi. E dunque per paradosso la rinuncia di Benedetto XVI fa risplendere ancor di più l'importanza del ruolo di Pontefice, più che mettere l'accento sull'uomo che lo Spirito Santo ha scelto perché temporaneamente assuma questo altissimo incarico. Un ufficio che richiama quella frase della Bibbia piena di mistero: «Tu sei sacerdote per sempre al modo di Melchisedec».
La scelta di Benedetto XVI allora rimanda in modo trascendente alla perennità del ministero petrino, ministero che rimarrà fino alla fine dei tempi perché Cristo è eternamente vivo e dunque altrettanto vivo deve essere l'ufficio di Vicario. Ma nello stesso tempo la decisione del Papa ci fa riflettere sulla caducità dell'essere umano, lui sì stretto d'assedio da infiniti limiti.

 
Fonte: La nuova Bussola Quotidiana, 11-02-2013

Respuesta  Mensaje 25 de 26 en el tema 
De: MOTHERSIXTEN Enviado: 14/02/2013 08:25
Tutto cio' che si scrive e si dice in questo momento, sono soltanto concetture,poiche' e' ora di vedere i fatti, anzi piu' che fatti,il cambiamento strutturale del pensiero della Chiesa che fino ad oggi era fermo a domande senza risposte validi e intelligenti......Il mondo e' andato avanti e anche la capacita' di pensiero dell'umanita', che si fa delle domande,alle quali fino ad oggi non si e' mai saputo dare delle risposte.
Sono anche molti preti  che sono reticenti ad  operare dei cambiamenti. Per esempio nel Padre Nostro e' da tempo che si dovrebbe cambiare la frase "NON C'INDURRE IN TENTAZIONI"
perche' come si fa a pensare che sia Dio ad indurci in tentazione?!, mentre si dovrebbe dire un qualcosa, come "fa che non cada in tentazioni"......perche' nella preghiera e' un aiuto che si chiede.....

Respuesta  Mensaje 26 de 26 en el tema 
De: giulipippi Enviado: 14/02/2013 09:16
Oltre alla già citata modifica del «Padre Nostro» (per il momento soltanto nel testo evangelico, (e non abbandonarci alla tentazione) e non nella preghiera, ma è possibile che venga adeguata anche quella nel nuovo messale)

Certo forse per evitare che qualcuno pensio che Dio possa positivamente indurre qualcuno in tentazione, o essere Egli stesso causa di tentazione.
Si tratterebbe veramente di uno scandalo , perché è molto facile ricordare, con San Giacomo, che “Nessuno, quando è tentato, dica: "Sono tentato da Dio"; perché Dio non può essere tentato al male ed egli non tenta nessuno” (Gc 1,13).




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