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De: giulipippi (Mensaje original) |
Enviado: 14/02/2013 12:48 |
E’ indubbio. Lo sperimentiamo in ogni
missione di evangelizzazione, lo scopriamo ogni qual volta riusciamo a
scavare nel cuore di chi ci sta di fronte : oggi come in passato l’uomo è
un affannoso cercatore di Dio…vuole credere che il cielo non sia vuoto e
che la sua non sia la situazione di un essere gettato nella storia, un
anello indifferente dell’eterno evolversi della materia. Secoli di
filosofia hanno poi dimostrato che non è assurdo credere. Essere atei,
nel senso più stretto del termine, è un’assurdità e contrasta con le
stesse leggi della scienza e della logica. La
massima parte di coloro che oggi si dicono atei lo fanno più per moda
che per convinzione; sono in realtà agnostici …o peggio sono persone a
cui Dio semplicemente non interessa, preoccupate solo di tenere lo
sguardo ben fisso al suolo per la paura di dover guardare il cielo e
porsi domande esistenziali. Gesù
invece, più o meno depauperato della sua divinità, resta
sociologicamente un personaggio accattivante. E’ un idealista convinto,
un rivoluzionario anticonformista, è il propugnatore e l’icona della
esigenza, tutta umana, di amore, eguaglianza e pace. Per quanti hanno il
dono della fede (più o meno convinta, più o meno vissuta!) Gesù è “Dio”
a misura d’uomo … che sta dalla nostra parte, che si fa dono totale
fino alla morte che è pronto a perdonare le nostre immancabili
“marachelle”. Certo la teologia ha molto più da dire e precisare sulla
figura teandrica di Cristo Gesù …ma tant’è! Insomma,
un Padre nostro che sta lassù: causa incausata, motore immobile….
Postulato della ragion pratica, non dà fastidio a nessuno. Un Gesù
supereroe è simpatico a tutti. Una religione senza dogmi e senza impegni
ad uso e consumo dell’utente è quanto di più comodo possa trovarsi per
restare nel numero di quanti sono abbastanza intelligenti per non essere
atei ma non sufficientemente coraggiosi per essere veri credenti. Il
grande Paolo VI, che ebbe a traghettare la Chiesa uscita dal Vaticano
II da una visione piramidale e statica alla autocoscienza di essere
popolo di Dio itinerante nella storia e luce delle genti, già nel 1972
in una sua omelia che destò non poche perplessità ebbe a dire
«Attraverso qualche fessura il fumo di Satana è entrato nella Chiesa». E’
Certo la Chiesa non è stata mai immune dagli attacchi del “cornutaccio”
e certamente nella sua lunga storia tante volte ne è risultata
colpevolmente vittima nella sua dimensione umana. E’ vero che tanti scandali e tante ipocrisie di uomini hanno minato e minano la sua credibilità, ma
è altrettanto certo che da sempre la Chiesa di Cristo è bersaglio di
calunnie e attacchi ben orchestrati da parte di quei “figli delle
tenebre” che, in diversi modi e in diversi ambiti, cercano di
screditarla e renderla inerme. Questa
situazione ha provocato oggi più che in passato la convinzione che si
può essere credenti e cristiani a prescindere dalla Chiesa. Esiste
poi un attacco più subdolo alla Chiesa che come un cancro intestino la
rode dentro. Mi riferisco ad un crescente relativismo dogmatico ed etico
da cui non pochi cristiani (compresi sacerdoti ed operatori pastorali)
non sono esenti. Troppo spesso in
nome di una interpretazione buonista si giustificano comportamenti
immorali o si diffondono idee che rasentano l’eresia. Questo ha di fatto ingenerato un cristianesimo elastico che più o meno inconsciamente vuole fare a meno della Chiesa. Quante volte ci sentiamo dire durante l’evangelizzazione: credo in Dio, credo in Cristo…non credo nella Chiesa. Eppure Cristo e Chiesa sono un binomio inscindibile. Il
mistero stesso dell’incarnazione e tutta la predicazione di Gesù di
Nazareth sono in funzione della Chiesa, voluta dalla Trinità come
sacramento universale di salvezza. In altre parole è sempre valido l’asserto di Cipriano di Cartagine (+ 258) “Non può avere Dio per padre chi non ha la Chiesa per madre.
Se si fosse potuto salvare chi era fuori dall’arca di Noè si salverebbe
anche chi è fuori della Chiesa”, così come resta valido (pur con la
dovuta esegesi) l’asserto di Bonifacio VIII “Extra ecclesiam nulla
salus” (Fuori della Chiesa non c’è salvezza) . Se
è vero che la fede scaturisce da un incontro personale e libero con Dio
in Cristo, è altrettanto vero che Dio non ci si salva in diretta
solitaria, ma all’interno di un popolo in cammino sostenuto dalla Grazia
che ad esso viene offerta dai sacramenti di cui solo la Chiesa è
depositaria e ministra. In una intervista rilasciata a V. Messori l’allora cardinale J. Ratzinger notava che la crepa che allargandosi minaccia la stabilità di tutto l’edificio della fede va individuata nella crisi del concetto di Chiesa. La
nuova evangelizzazione che costituisce uno dei punti forti del nostro
carisma, deve farsi pertanto carico di annunciare il Cristo nella sua
totalità cioè nel suo intimo legame con la Chiesa. Anche
nella evangelizzazione il fine non giustifica i mezzi. A nostro merito
va imputato comunque che tutta la nostra attività pastorale è
organizzata in simbiosi con le Diocesi e le con Parrocchie e non in
competizione con esse. La
comunione ecclesiale in una cattolicità concretamente vissuta in
Cristo, costituisce così la prima forma di evangelizzazione e la nota
caratteristica che la fonda e la finalizza. In altre parole ogni annuncio del vangelo promana dalla Chiesa (cfr 1 Pt 1,20) ed è finalizzato all’edificazione della Chiesa. Non si fa un buon servizio all’umanità annunciando un Cristo disincarnato dalla Storia e dal suo corpo mistico che è la Chiesa. La
Chiesa può anche apparirci talvolta con la veste appariscente ma oscena
della prostituta ma essa resta la “sposa bella di Cristo”, resa ogni
giorno casta dal perdono e dalla grazia dello Sposo.
Cipriano di Cartagine ci ricorda ancora: “La sposa di Cristo non sarà
mai adultera: essa è incorruttibile e pura, una sola casa conosce; con
casto pudore custodisce la santità di un solo talamo. Lei ci conserva
per Dio. Lei destina al Regno i figli che ha generato. Chiunque,
separandosi dalla Chiesa, ne sceglie una adultera, viene a tagliarsi
fuori dalle promesse della Chiesa: chi abbandona la Chiesa di Cristo,
non perviene certo alle ricompense di Cristo”. E’
solo nella Chiesa una e Santa, diffusa nello spazio della geografia e
del tempo che possiamo conoscere la realtà di un Dio concreto, non il
Dio dei filosofi ma quello dell’Alleanza, quello dei martiri e dei santi
che si rivela come Abbà prima che come causa e fine ultimo. E’
nella Chiesa che possiamo incontrare il vero Cristo: non un superuomo
ma il Salvatore che è a via la verità e vita per l’uomo viatore nel
quotidiano…lo Sposo che fa alla sposa il dono nuziale dello Spirito
santificatore dal talamo cruento e immacolato della Croce . ….Allora
? Allora amiamo la Chiesa che nonostante le sue macchie e le sue rughe
resta nostra madre, difendiamone le verità …rendiamola più bella con la
nostra testimonianza.. Così facendo, il volto di Cristo e la presenza di
Dio ci saranno certamente meno nascosti. nuoviorizzonti
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Si può separare Cristo dalla Chiesa, o la Chiesa da Cristo?
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No, assolutamente. Nulla c’è di più assurdo che separare la Chiesa da
Cristo. Fra Cristo e la Chiesa non c’è alcuna divisione né
contrapposizione. E questo per diversi motivi:
• la Chiesa è
fondata sugli Apostoli, scelti direttamente da Cristo. Essi “sono così
il segno più evidente della volontà di Gesù riguardo all’esistenza e
alla missione della sua Chiesa, la garanzia che fra Cristo e la Chiesa
non c’è alcuna contrapposizione” (BENEDETTO XVI, Catechesi del mercoledì,
15/3/06): “Salì poi sul monte, chiamò a sé quelli che egli volle ed
essi andarono da lui. Ne costituì dodici che stessero con lui e anche
per mandarli a predicare e perché avessero il potere di scacciare i
demòni. Costituì dunque i dodici...” (Mc 3,13-16; cfr. Mt 10,1-4; Lc 6,12-16).
Per mezzo degli Apostoli, risaliamo dunque a Gesù stesso;
• la Chiesa è il Corpo di Cristo, che ne è il Capo (cfr. Ef
5,3). Non si può separare il Capo dal Corpo né viceversa: si avrebbero
due realtà snaturate, decapitate. Cristo «è il Capo del Corpo, cioè
della Chiesa» (Col 1,18). Cristo e Chiesa formano il “Cristo totale - Christus totus. (…) Pienezza di Cristo: il Capo e le membra. Qual è la Testa, e quali sono le membra? Cristo e la Chiesa” (Sant’AGOSTINO, In Iohannis evangelium tractatus, 21, 8); «Capo e membra sono, per così dire, una sola persona mistica» (San TOMMASO D’AQUINO, Summa theologiae,
III, q. 48, a. 2, ad 1). “Come il capo e il corpo formano un unico
uomo, così il Figlio della Vergine e le sue membra elette costituiscono
un solo uomo e l’unico Figlio dell’uomo. Secondo la Scrittura il Cristo
totale e integrale è Capo e Corpo, vale a dire tutte le membra assieme
sono un unico Corpo, il quale con il suo Capo è l’unico Figlio
dell’uomo, con il Figlio di Dio è l’unico Figlio di Dio, con Dio è lui
stesso un solo Dio. Quindi tutto il Corpo con il Capo è Figlio
dell’uomo, Figlio di Dio, Dio. Perciò si legge nel Vangelo: Voglio, o
Padre, che come io e tu siamo una cosa sola, così anch’essi siano una
cosa sola con noi (cfr. Gv 17, 21). Secondo questo famoso testo
della Scrittura né il Corpo è senza Capo né il Capo senza Corpo, né il
Cristo totale, Capo e Corpo, è senza Dio” (BEATO ISACCO, - monaco
cistercense, vissuto nel XII sec.-, Discorso 42);
• se si separasse Cristo dalla Chiesa;
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si avrebbe una falsificazione della realtà e della missione di Cristo
stesso: si avrebbe “un Gesù di fantasia. Non possiamo avere Gesù senza
la realtà che egli ha creato e nella quale si comunica. Tra il Figlio di
Dio fatto carne e la sua Chiesa v’è una profonda, inscindibile e
misteriosa continuità, in forza della quale Cristo è presente oggi nel
suo popolo” (BENEDETTO XVI, Catechesi del mercoledì, 15/3/06);
-
si snaturerebbe sostanzialmente anche la natura stessa della Chiesa, la
quale, separata dal Suo fondatore e dal Suo Capo, non sarebbe più la
stessa realtà. La Chiesa è di Cristo, è nata dalla Sua volontà, dal Suo
cuore, dalla Sua Morte e Risurrezione, dalla effusione del Suo Spirito.
“La Chiesa non ha altra luce che quella di Cristo. Secondo un’immagine
cara ai Padri della Chiesa, essa è simile alla luna, la cui luce è tutta
riflesso del sole” (CCC, 748). La Chiesa pertanto non vive di se
stessa e per se stessa, ma di Cristo, con Lui, per Lui e per la
missione da Lui affidatale: annunciare il Suo Vangelo e comunicare agli
uomini la Salvezza operata da Cristo;
• siamo membra della
Chiesa, fratelli gli uni degli altri, proprio e solo in quanto siamo
fratelli di Cristo. Formiamo la Chiesa, in quanto Cristo ci unisce
intimamente a Sé. E’ Lui che ci fa essere una cosa sola tra noi. Più
siamo uniti a Lui e più siamo uniti tra noi. Ciò si realizza in
particolare mediante il sacramento del Battesimo, in virtù del quale
siamo uniti alla Morte e alla Risurrezione di Cristo, e mediante il
sacramento dell’Eucaristia, grazie alla quale “partecipando realmente al
Corpo del Signore, siamo elevati alla comunione con Lui e tra di noi” (Lg, 7);
• “Se non si ha la Chiesa per madre, non si può avere Dio per Padre” (San CIPRIANO - inizio del III secolo - , De Ecclesiae catholicae unitate, 6);
• “ Dov'è la Chiesa, è anche lo Spirito di Dio; e dov'è lo Spirito di Dio, è la Chiesa e ogni grazia” (SANT'IRENEO DI LIONE, Contro le eresie III, 24, 1-2);
• la Chiesa è criterio saldo e stabile della canonicità della Sacra Scrittura;
• “Il Figlio di Dio ha assunto la natura umana con una unione così
intima da essere l’unico ed identico Cristo non soltanto in colui, che è
il primogenito di ogni creatura, ma anche in tutti i suoi santi. E come
non si può separare il Capo dalle membra, così le membra non si possono
separare dal Capo” (Papa LEONE MAGNO, Disc. 12 sulla passione, 3, 6, 7).
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Lo slogan: “Gesù sì, Chiesa no” è pertanto del tutto inaccettabile e
inconciliabile con la volontà di Cristo e con la natura stessa della
Chiesa. “Guardati bene dal separare il capo dal corpo; non impedire a
Cristo di esistere interamente (…) «Quello che Dio ha congiunto l'uomo
non lo separi. Questo mistero è grande, lo dico in riferimento a Cristo e
alla Chiesa» (Mt 19, 6; Ef 5, 32). Non voler dunque
smembrare il capo dal corpo. Il Cristo non sarebbe più tutto intero.
Cristo infatti non è mai intero senza la Chiesa, come la Chiesa non è
mai intera senza Cristo. Infatti il Cristo totale ed integro è capo e
corpo ad un tempo” (BEATO ISACCO, Omelia 13; Discorso 11).
tratto da Zenit 11 maggio 2009
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Gesù sì, Chiesa no?” da Giovani per i Giovani
La bellezza del volto della Chiesa sta nel riflettere la bellezza del volto del suo Signore. Allora
ha senso la frase che sempre più sovente corre sulla bocca di molti
giovani e non: “Gesù si, Chiesa no?”. La tendenza a dividere Gesù dalla
Chiesa, a mostrare un indice di gradimento per Gesù e insieme una punta
di ostilità verso la Chiesa, non porta da nessuna parte.
Molti
oggi, che discutono di teologia, di catechesi, hanno una tale bravura,
una tale sottigliezza e scioltezza di linguaggio, che lasciano sempre
incerti chi li sta ascoltando proprio su quello che è il centro del
nostro essere cristiani, cioè se Gesù Cristo sia vivo oggi, fra noi,
come persona unica, irripetibile, singolare, così come lo era prima
della sua morte, oppure se sia vivo solo il suo messaggio, la sua grande
dottrina morale. C’è una tale “sofisticheria” oggi, nel discorso
teologico e catechistico, per cui questo, che è il nodo essenziale della
nostra fede viene disatteso.
Se
Gesù Cristo è persona viva, dove lo posso incontrare? Perché se è una
dottrina basta prendere in mano il libro del Vangelo, ma se è una
persona non la si incontra in un libro! Dove lo incontro perciò? Nella
Chiesa, nella Chiesa concreta. É lei che dice oggi “Ecco l’agnello di
Dio!”, é lei che lo annuncia, é nella Chiesa che Gesù Cristo é vivo, nei
Sacramenti della Chiesa. É nella Chiesa che si costruisce,
nell’incontro con Cristo, nella fede, la comunione vera.
Nessuna
manifestazione di Cristo, neanche la più interiore, la più
meravigliosa, la più mistica, può mai essere staccata dalla carne e dal
sangue della Chiesa, dalla concretezza storica della Chiesa. Senza la
Chiesa, la persona unica di Cristo risorto finisce sempre per ridursi ad
un’idea, o ad una dottrina, o ad un sentimento; tenete presente che ci
si innamora delle persone e non delle idee.
Allora
ha senso la frase che sempre più sovente corre sulla bocca di molti
giovani e non: “Gesù si, Chiesa no?”. La tendenza a dividere Gesù dalla
Chiesa, a mostrare un indice di gradimento per Gesù e insieme una punta
di ostilità verso la Chiesa, non porta da nessuna parte. La Chiesa è il
luogo e il prolungamento dell’azione e della Parola di Gesù. Altrimenti
il grande pericolo è che il nostro rapporto con Cristo sia alla mercé
della nostra immaginazione, della nostra interpretazione, del nostro
stato d’animo. Cristo sarebbe lontano e perciò sarebbe vittima della
nostra interpretazione se non vivesse nella Chiesa Vivente; sarebbe
totalmente soggettivo.
Cristo
si fa conoscere, si rende accessibile e dunque ci dà il suo Spirito
nella Chiesa, attraverso la Sacra Scrittura, i Sacramenti i ministri e
il Magistero. La Chiesa è l’umanità resa nuova.
Vivere
nella Chiesa è la possibilità di rivivere l’esperienza di Zaccheo; è la
possibilità di sentirsi dire ogni giorno da Gesù: “Scendi perché oggi
devo venire a casa tua”. Questo episodio ci fa capire che incontrare il
Signore non significa, come invece molto spesso crediamo, fare quello
che Lui ti dice di fare, ma consiste nel lasciarci vincere da questo
incontro stesso nel quale Gesù ti invita a stare con lui. C’è un solo
modo, un solo metodo, una sola strada per incontrare Cristo: vivere
l’esperienza della Chiesa, perché la Chiesa è vivere con Cristo. da donboscoland
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La tendenza a dividere Gesù dalla Chiesa, a mostrare un indice di gradimento per Gesù e insieme una punta di ostilità verso la Chiesa, non porta da nessuna parte. La Chiesa è il luogo e il prolungamento dell’azione e della Parola di Gesù
IOR, PEDOFILIA, EMANUELA ORLANDI, TESORI, CON CHE CORAGGIO SI PARAGONANO AD UN PROLUNGAMENTO DELLA PAROLA DI GESU'??????????????????????????? |
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La
Chiesa può anche apparirci talvolta con la veste appariscente ma oscena
della prostituta ma essa resta la “sposa bella di Cristo”, resa ogni
giorno casta dal perdono e dalla grazia dello Sposo.
Allora
? Allora amiamo la Chiesa che nonostante le sue macchie e le sue rughe
resta nostra madre, difendiamone le verità …rendiamola più bella con la
nostra testimonianza.. Così facendo, il volto di Cristo e la presenza di
Dio ci saranno certamente meno nascosti.
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vivere l’esperienza della Chiesa, perché la Chiesa è vivere con Cristo.
Penso che veramente la Chiesa dovrebbe essere il prolungamento della parola di Gesù ma non è proprio così in quella "attuale"...
Se così fosse vedrei la "Chiesa" in altro modo...la Chiesa è formata
da persone,quindi uomini...pastori ma proprio perchè uomini (alcuni
con la vocazione"vera" altri...boh...)...sbagliano anche loro fino a
ridurre la "Chiesa" come è attualmente...purtroppo... |
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Gli errori sopra citati sono reali ma di persone e non dela Chiesa in quanto tale, ma chi di noi può vantarsi di avere nella propria famiglia una certezza incorruttibile che le permette di vantarsi di poter giudicare?
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la Chiesa è formata da persone,quindi uomini...
ma tu frainendi sempre???Io non giudico...è solo ciò che penso... |
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Mi dispiace ma giudichi e giudichi delle persone precise nelle loro precise funzioni, se tu intendessi la chiesa formata da uomini comprenderesti che nela chiesa ci siamo anche noi con le nostre debolezze i nostri errori e le nostre tentazioni e dunque incapaci e inadatti a giudicare, ma se vogliamo veramente dirci chiesa è tempo di piegare le ginocchia e pregare per gli errori nostri di tutti i componenti la chiesa, qualsiasi ruolo, funzion o ministero svolgano
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Non ti seguo Enrico.. io e Fly, non giudichiamo.... purtroppo CONSTATIAMO! |
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