Meno
«dibattiti strumentali» sulle coppie di fatto, più attenzione per la
famiglia oggi, «per avere più Italia domani». A pochi giorni dalle
elezioni, il Forum delle associazioni familiari rende noti gli impegni
dei candidati che hanno sottoscritto la «piattaforma valoriale» di
impegni concreti per politiche familiari efficaci. E allo stesso tempo
critica la sentenza di Strasburgo sulle adozioni alle coppie gay,
sintomo di una deriva culturale che rischia di «distruggere l’idea di
famiglia: questa non è l’Europa che ci piace».
è Francesco Belletti, presidente del cartello di quasi 50 associazioni, a tirare le fila della campagna «Io corro per la famiglia» che ha chiesto ai candidati di tutti i partiti di sottoscrivere un’agenda a favore dei tanti genitori «eroi della vita quotidiana». Circa 300 le adesioni: le più numerose vengono - in ordine decrescente - da Udc, Pdl, Io amo l’Italia, Lista Monti per l’Italia, Fratelli d’Italia, Fare per fermare il declino, Pd e M5S. Assente Rivoluzione civile. A livello regionale, al primo posto sono i candidati dell’Emilia Romagna, seguiti da Puglia, Toscana e Veneto.
In cima alla piattaforma del Forum c’è una profonda riforma fiscale: «O è a misura di famiglia, o non sarà equa». Poi «un punto di Pil in più per la famiglia»; il sostegno alla vita, alla natalità, alle famiglie giovani; la conciliazione tra famiglia e lavoro; il sostegno alle persone fragili e non autosufficienti; infine, politiche di reale parità per la scuola. Per il Forum però questa campagna elettorale si è occupata molto poco di famiglia, «quando invece la cittadinanza della famiglia deve essere al primo posto in una efficace strategia di ripresa».
A rubare la scena, invece, spesso è il dibattito sul riconoscimento delle coppie di fatto e sulle relazioni affettive tra persone dello stesso sesso. Belletti denuncia che «troppo spesso questo tema è usato strumentalmente: dovremo costruire un dibattito sereno e non pregiudiziale e ideologico».
Piuttosto le forze politiche devono recuperare «un senso di bene comune a urne chiuse e a Parlamento costituito». «Siamo riusciti a incontrare Pd, Pdl, Udc, Fare, Io amo l’Italia– spiega – e ora dovremo incontrare la Lista Monti». Nessun riscontro dal movimento di Grillo e da Rivoluzione civile.
Il Forum ora promette un controllo scrupoloso sui primi cento giorni del futuro governo: «Saremo una spina nel fianco di chi assumerà decisioni per il bene comune del Paese: dovrà considerare la famiglia come motore di sviluppo del paese».
Sul riconoscimento delle coppie di fatto, dice Francesco Belletti, «bisogna distinguere decisamente tra il luogo famiglia, fondata sul matrimonio, e la protezione dei diritti e delle pari opportunità per ogni persona. Gli interventi legislativi non devono trasformare l’identità della famiglia ma devono riconoscerla. La tutela della famiglia è un gesto di futuro e non di conservazione del passato».
Circa la sentenza della Corte di Strasburgo sull’adozione alle coppie gay, il Forum avverte che «l’Europa può essere una grande opportunità per la famiglia nel nostro paese, ma non diventi cogente quando distrugge l’idea di famiglia. Questa non è l’Europa che ci piace: vogliamo un’Europa che rispetti tutte le diversità culturali identitarie».
è Francesco Belletti, presidente del cartello di quasi 50 associazioni, a tirare le fila della campagna «Io corro per la famiglia» che ha chiesto ai candidati di tutti i partiti di sottoscrivere un’agenda a favore dei tanti genitori «eroi della vita quotidiana». Circa 300 le adesioni: le più numerose vengono - in ordine decrescente - da Udc, Pdl, Io amo l’Italia, Lista Monti per l’Italia, Fratelli d’Italia, Fare per fermare il declino, Pd e M5S. Assente Rivoluzione civile. A livello regionale, al primo posto sono i candidati dell’Emilia Romagna, seguiti da Puglia, Toscana e Veneto.
In cima alla piattaforma del Forum c’è una profonda riforma fiscale: «O è a misura di famiglia, o non sarà equa». Poi «un punto di Pil in più per la famiglia»; il sostegno alla vita, alla natalità, alle famiglie giovani; la conciliazione tra famiglia e lavoro; il sostegno alle persone fragili e non autosufficienti; infine, politiche di reale parità per la scuola. Per il Forum però questa campagna elettorale si è occupata molto poco di famiglia, «quando invece la cittadinanza della famiglia deve essere al primo posto in una efficace strategia di ripresa».
A rubare la scena, invece, spesso è il dibattito sul riconoscimento delle coppie di fatto e sulle relazioni affettive tra persone dello stesso sesso. Belletti denuncia che «troppo spesso questo tema è usato strumentalmente: dovremo costruire un dibattito sereno e non pregiudiziale e ideologico».
Piuttosto le forze politiche devono recuperare «un senso di bene comune a urne chiuse e a Parlamento costituito». «Siamo riusciti a incontrare Pd, Pdl, Udc, Fare, Io amo l’Italia– spiega – e ora dovremo incontrare la Lista Monti». Nessun riscontro dal movimento di Grillo e da Rivoluzione civile.
Il Forum ora promette un controllo scrupoloso sui primi cento giorni del futuro governo: «Saremo una spina nel fianco di chi assumerà decisioni per il bene comune del Paese: dovrà considerare la famiglia come motore di sviluppo del paese».
Sul riconoscimento delle coppie di fatto, dice Francesco Belletti, «bisogna distinguere decisamente tra il luogo famiglia, fondata sul matrimonio, e la protezione dei diritti e delle pari opportunità per ogni persona. Gli interventi legislativi non devono trasformare l’identità della famiglia ma devono riconoscerla. La tutela della famiglia è un gesto di futuro e non di conservazione del passato».
Circa la sentenza della Corte di Strasburgo sull’adozione alle coppie gay, il Forum avverte che «l’Europa può essere una grande opportunità per la famiglia nel nostro paese, ma non diventi cogente quando distrugge l’idea di famiglia. Questa non è l’Europa che ci piace: vogliamo un’Europa che rispetti tutte le diversità culturali identitarie».