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Il nido
Vorrei bere alle tua bocca. Mangiare pane dalle tue labbra. Dormine nel nido caldo delle tue braccia. Così come fanno gli uccellini implumi che ancora non sanno volare. |
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Il tuo bacio è come un rock
Atteso, cercato quasi insperato Mimato, sognato Mille volte pensato Sulle labbra appoggiato Col pensiero mandato Sulle ali volato Senza permesso violato Con la mente elaborato Come un ladro rubato Con fantasia immaginato Lento, caldo, appassionato Con gli occhi aperti, spiato Di rossetto pasticciato Di piacere mangiato Nella notte agoniato Nella tua bocca cercato Troppo tempo aspettato Ora dimmi Accidenti !! Perchè non mi hai ancora baciato?
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Tela di ragno
Io e te. Noi. I nostri giorni appallottolati come carta di giornale. Scorrazzando nella tua mente cerco i miei perché, i tuoi forse, non lo so. Intrappolata nella tua rete di ragno resto immobile, in attesa.
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Nubi minacciose si addensano sui miei occhi spalancati. Cerco d'infilzarle con la punta dell'ombrello. Troppo alte. troppo gonfie di rabbia. Se mai le bucassi esploderebbero come bombe in trincea. Mi sposto ma loro non vogliono saperne mi seguono inesorabili, non mi resta che attendere. Quando ormai sature riverseranno il loro livore sarò in preda a venti furiosi, di mari in tempesta e muri d'acqua scrosceranno sulla mia testa. Dammi la mano, stringila forte, legami con nodi marinari, così come Ulisse voglio salvarmi dall'uragano, per poi navigare in acque tranquille e trasparenti così che occhi e lacrime si confondano con il fondo del mare. |
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La voce della coscienza
Solo quando scende la notte e il buio si fa pesto, solo allora riesco a guardare veramente dentro me. proprio perchè nulla distrae i miei occhi vedo ciò che a cielo aperto non vedrei mai. Mi racconto pietose bugie per salvarmi da quella voce che dentro continua a dirmi , chi sei ? parla con quella voce che non voglio ascoltare. Chiudo gli occhi. Metto le mani sulle orecchie. Ma la voce s'infiltra e impietosa m'inchioda. Prendi carta e penna dice facciamo i conti. Non sono brava in matematica! Cerco di svignarmela. Ma nel buio più nero la voce è forte e chiara. Accendo la luce e la voce sparisce. Sento che dice.. non puoi scapparmi. Dopo ogni giorno torna sempre la notte! |
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È un duro percorso
Ai piedi dell'invalicabile montagna, piego le ginocchia stanche come raccolta in preghiera, la fronte sull'umido terreno. Mi raggomitolo mimetizzandomi. Voglio solo riposare prima di tornare in piedi, trovare la posizione originale.
L'ombra mi sovrasta e incombe come grandine gelata sulla mia pelle nuda. Il cuore stretto in pugno si nasconde per paura di essere colpito ancora. Ma il suo pulsare aritmico amplifica il suono e scoppia in un pianto di fango.
Mi accartoccio tra le braccia. chiudo gli occhi per vedere un altro buio colorato. Vorrei scavare un fosso come fanno i cani e dormirci dentro.
Ma i piedi dolenti sotto il peso non si arrendono e muovono lenti. Sarà un passo. Poi un altro e un altro ancora.
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