Oltre a Franck Talleu, professore cattolico fermato e multato dalla polizia perché indossava una maglietta con il disegno di due bambini che tengono per mano la mamma e il papà, non è affatto isolato. Almeno altre 10 persone sono state fermate con le buone e con le cattive, costrette a spogliarsi, multate e rilasciate in attesa di processo con la stessa accusa: indossavano la maglietta di “Manif pour Tous” la corrente di pensiero che si ispira alla famiglia tradizionale e che, democraticamente, critica l’idea di legalizzare il matrimonio tra coppie dello stesso sesso. Talleu, in gita ai “giardini del Lussemburgo” coi figli, è stato avvicinato dai poliziotti che prima gli hanno chiesto di levare la maglietta perchè “contraria al buon costume” e poi, di fronte al rifiuto, è stato portato al presidio di polizia dove è stato costretto a spogliarsi dopo essere stato multato per “organizzazione di manifestazione non autorizzata”. Sembrava un caso isolato, ma adesso si scopre che i denunciati sono tanti.
Christophe, imprenditore che faceva jogging al parco, racconta di essere stato “fermato e condotto al presidio di polizia trattenuto per un braccio, come un ladro”. Una volta lì -dice a Le Figaro- lo hanno interrogato e dopo un’ora hanno chiamato una macchina per portarlo al commissariato, identificarlo e multarlo. Stessa sorte perMarie, 19 anni, fermata mentre camminava tranquilla e multata per“disturbo alla tranquillità pubblica per mezzo di immagini provocatorie”. Frederic invece, accanto al disegno, aveva anche la scritta: “Hollande la tua legge non passerà” ed è stato ancor più redarguito e multato. In attesa del processo Talleu si chiede: “Se il semplice disegno di una famiglia su una t-shirt è considerato contrario ai buoni costumi, cosa capiterà a una coppia che se ne va per strada tenendosi per mano con un paio di figli? Faranno un verbale anche a loro?”.
Nel Mondo nuovo Aldous Huxley descrive, nella Londra del futuro, le modalità di concepimento e di formazione degli embrioni, sulla base dei lavori che gli esseri costruiti artificialmente dovranno svolgere una volta venuti alla luce. Indica pure la sorte di coloro che si ostinano a fare figli come una volta: sono i selvaggi, che vengono chiusi in una riserva perché non contagino chi vive nella civiltà. Ottant’anni dopo ci siamo: l’emarginazione dei retrivi affianca l’abuso della genetica. Non a Londra, ma nella Parigi di Hollande. Dall’inizio del 2013 per due volte oltre un milione di persone sono scese in strada nella capitale gallica contro il progetto del presidente francese del matrimonio fra persone dello stesso sesso, con annesse adottabilità e fecondazione artificiale.
Quale sarà il passo successivo? Vietare che papà uomo, mamma donna e figli come sono venuti al mondo passeggino tenendosi per mano perché “contrario ai buoni costumi?” Quando, qualche decennio fa, si leggeva Huxley si pensava che era il caso di stare attenti, ma in fondo era un romanzo; e quando i vari Gay pride hanno alzato il livello della provocazione, si è bollato come intollerante chiunque obiettasse qualcosa; né si è reagito quando, fra tribunali europei e nazionali, si sono demolite le leggi che ponevano argini ragionevoli alle biotecnologie. La felpa vietata chiude il cerchio. E proprio in un cerchio confina i “selvaggi” che osano criticare il Progresso. Nuova presa di posizione del cardinale André Vingt-Trois, contro il progetto di legge sulle nozze gay, fortemente voluto dal presidente francese. Parlando per l’ultima volta a Parigi nelle vesti di presidente della Conferenza episcopale di Francia, il cardinale ha messo in guardia il governo: la legalizzazione del matrimonio tra persone dello stesso sesso rischia di scatenare nuove violenze, in un contesto sociale già molto teso, tra crisi economica e disoccupazione alle stelle. Proprio come le migliaia di militanti anti-nozze gay, il cardinale ha denunciato la decisione della maggioranza socialista di accelerare il processo legislativo per adottare la legge nei tempi più rapidi possibili. “Sono stati messi in campo tutti i mezzi per evitare il dibattito pubblico, incluso nel processo parlamentare”, ha osservato il cardinale, secondo cui “questo è il modo in cui si sviluppa una società violenta”. In questi giorni, gli oppositori al matrimonio omosessuale, continuano a promettere nuove azioni, raduni ogni sera davanti alla sede del Parlamento e un’altra grande manifestazione nazionale il 21 aprile, nonché il 23, giorno del voto definitivo. Sostengono che continueranno a battersi anche dopo che il testo verrà adottato e mantengono in calendario la protesta del 26 maggio.
Intanto le famiglie “etero” del paese, cominciano a subire emarginazioni sociali. L’informazione dei media sembra essere andata in ferie. Immaginate solo per un attimo se un anonimo poliziotto di servizio in un parco si avvicinava ad un qualsiasi uomo con la maglietta raffigurante una coppia gay per obiettargli la non opportunità, in quanto “contraria al buon costume…”. Tutte le lobby omsex avrebbero montato una campagna mediatica aggressiva, capace di far chiedere “scusa”, in nome della libertà di pensiero. In democrazia ognuno può esprimere la sua opinione. Quando invece si ricorre con ogni mezzo per affermare le proprie posizioni ed idee, siamo vicini alla dittatura. Accettare il “dissenso” dall’una e dall’altra parte è fondamentale, affinchè i diritti di tutti possano essere tutelati. L’allarme rosso suona da tanto tempo. Come mai non riusciamo a sentirlo?
vatican insider