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De: haiku04 (Mensaje original) |
Enviado: 07/05/2013 16:17 |
Pablo Neruda - Pelleas e Melisanda
Melisanda:
Il suo corpo è un’ostia fine, minuscola e lieve. Ha gli occhi azzurri e le mani di neve. Nel parco gli alberi sembran congelati, gli uccelli si ferman su di essi stanchi.
Le sue trecce bionde toccano l’acqua dolcemente come due braccia d’oro sbocciate dalla fonte. Ronza il volo perduto delle civette cieche. Melisanda s’inginocchia e prega.
Gli alberi s’inclinano fino a toccar la sua fronte. Gli uccelli s’allontanano nella sera dolente. Melisanda, la dolce, piange presso la fonte.
L’incantesimo:
Melisanda, la dolce, ha smarrito la strada: Pelleas, giglio azzurro d’un giardino imperiale, la reca tra le braccia, come un cesto di frutta.
Il colloquio meravigliato:
Pelleas: Io andavo lungo il sentiero, tu venivi, il mio amore cadde tra le tue braccia, il tuo amore tremò nelle mie. Da allora il mio cielo di notte ebbe stelle e per raccoglierle la tua vita si fece fiume. Per te ogni roccia che toccheranno le mie mani dev’essere sorgente, aroma, frutto e fiore.
Melisanda: Per te ogni spiga deve stringere il suo grano e in ogni spiga deve sgranarsi il mio amore.
Pelleas: M’impedirai, in cambio, di guardare la strada quando verrà la morte per lasciarla tronca.
Melisanda: Ti copriranno i miei occhi come una doppia benda.
Pelleas: Mi parlerai d’una strada che non finirà mai. La musica che occulto per incantarti fugge lungi dalla canzone che gorgoglia e rimbalza: come una via lattea dal mio petto fluisce.
Melisanda: Tra le tue braccia s’impigliano le stelle più alte. Ho paura. Perdona se non son giunta prima.
Pelleas: Un tuo sorriso cancella tutto un passato: conservino le tue dolci labbra ciò che è ormai distante.
Melisanda: In un bacio saprai tutto ciò che ho taciuto.
Pelleas: Forse non saprò allora conoscere la tua carezza perchè nelle mie vene il tuo essere si sarà fuso.
Melisanda: Quando morderò un frutto tu saprai la sua delizia.
Pelleas: Quando chiuderai gli occhi resterò addormentato.
La chioma:
Pesante, densa e rumorosa, alla finestra del castello la chioma dell’Amata è un lampadario giallo.
- Le tue mani bianche sulla mia bocca. - La mia fronte sulla tua fronte di luna.
Pelleas, ebbro, barcolla sotto la selva profumata.
- Melisanda, un levriero ulula per le strade del villaggio.
- Ogni volta che ululano i levrieri muoio di spavento, Pelleas.
- Melisanda, un corsiero galoppa presso il bosco d’allori.
- Tremo, Pelleas, nella notte quando galoppano i corsieri.
- Pelleas, qualcuno m’ha toccato la tempia con una mano fine.
- Sarà un bacio del tuo amato o l’ala d’una rondinella.
Alla finestra del castello è un lampadario giallo la chioma miracolosa.
Ebbro, Pelleas impazzisce. Anche il suo cuore vorrebbe essere una bocca che la bacia.
La morte di Melisanda:
All’ombra degli allori Melisanda sta morendo.
Morirà il suo corpo lieve. Sotterreranno il suo dolce corpo. Uniranno le sue mani di neve. Lasceranno aperti i suoi occhi perchè illuminino Pelleas fino a dopo che sarà morto.
All’ombra degli allori Melisanda muore in silenzio. Per lei piangerà la fonte un pianto tremulo e eterno.
Per lei pregheranno i cipressi inginocchiati sotto il vento. Vi saran galoppi di corsieri, latrati lunari di cani.
All’ombra degli allori Melisanda sta morendo.
Per lei il sole nel castello si spegnerà come un infermo.
Per lei morirà Pelleas quando lo porteranno al sepolcro.
Per lei vagherà di notte, moribondo per i sentieri. Per lei calpesterà le rose, inseguirà le farfalle e dormirà nei cimiteri.
Per lei, per lei, per lei Pelleas, il principe, è morto.
Canzone degli amanti morti:
Lei era bella ed era buona. Perdonala, Signore! Lui era dolce ed era triste. Perdonalo, Signore!
S’addormentava tra le sue braccia bianche come un’ape in un fiore. Perdonalo, Signore!
Amava le dolci canzoni, lei era una dolce canzone! Perdonala, Signore!
Quando parlava era come se qualcuno avesse pianto nella sua voce. Perdonalo, Signore!
Lei diceva: ‘Ho paura. Sento una voce in lontananza.’ Perdonala, Signore!
Lui diceva: ‘La tua piccola mano sulle mie labbra.’ Perdonalo, Signore!
Guardavano insieme le stelle. Non parlavano d’amore.
Quando moriva una farfalla piangevano entrambi. Perdonali, Signore!
Lei era bella ed era buona. Lui era dolce ed era triste. Morirono dello stesso dolore.
Perdonali, perdonali, Perdonali, Signore!
(In origine dramma simbolista di Maurice Maeterlinck, poi, nel 1902, opera di Claude Debussy)
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è una poesia che sublima la vita
che sublima l'amore...
quando ci sono cose che sublimano la vita
e sublimano l'amore... vale bene vivere....
grazie donna dagli occhi lontani |
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De: haiku04 |
Enviado: 08/05/2013 13:32 |
Io non sono una fanatica di Neruda, sebbene
riconosca che ogni sua cosa è scritta in modo
altissimo, le sue parole sono un rotolare di perle
sulla sabbia più fine e dorata....
Però questo poemetto è pura grazia, dove le
perle sono lacrime diventate perle, quindi infinitamente
più lucenti e preziose....
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Faccio mie le parole di Gabbiano
quando ci sono cose che sublimano la vita
e sublimano l'amore... vale bene vivere.... |
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bimba come dicono o......."diciamo"
in toscana... mettiti a lavoro
ti lascio in reception la richiesta per quel che
trovi di neruda....
trova un modo per lasciarlo qui in bacheca
e dimmi come debbo fare io per la stessa cosa
sono un concorrente lo so.... ma ... passavo di qua...
ma una cosa.... ti voglio dire... su neruda...
grandissimo... grandissimo... ma quando gli
passò vicino la ... poesia più alta.... non la riconobbe |
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De: haiku04 |
Enviado: 09/05/2013 11:17 |
Franco, non ho capito se vuoi che posti altre poesie di Neruda
Se è così, vorrei trovare le più rare, io non so se riuscirò, perchè
i sonetti, peraltro bellissimi, si leggono dappertutto!
Comunque ne lascio una che mi piace molto....
Fammi sapere! |
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De: haiku04 |
Enviado: 09/05/2013 11:18 |
Io t’invito al topazio,
all’alveare della pietra gialla,
alle sue api,
al miele congelato del topazio,
al suo giorno d’oro,
alla famiglia della tranquillità riverberante:
si tratta d’una chiesa minuscola,
stabilita in un fiore,
come ape,
come la struttura del sole,
foglia d’autunno della profondità più gialla,
dell’albero incendiato
raggio a raggio, lampo a corolla,
insetto e miele e autunno
si trasformano nel sale del sole:
quel miele, quel tremito del mondo,
quel frumento del cielo
è lavorato fino a convertirsi
in sole tranquillo, in pallido topazio.
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PabloNeruda ... poeta dalle emozioni grandi
di lui ricordo un episodio significativo che scrisse in un libro autobiografico
"confesso che ho vissuto"
dove dichiara apertamente che... in ogni verso... in ogni magico suono di parole c'è sempre l'influenza di qualcun'altro vate
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Adoro Neruda...uno dei miei poeti preferiti...ho ancora un libro dei suoi capolavori-un'edizione del 1982-"Viente poemas de amor y una cancion desasperata"...Il profumo di quella carta ingiallita ci riporta ai quegli anni...Ma la più bella,per me...rimane "Barcarola" anche se ha scritto poesie bellissime che pochi conoscono...
Se solamente mi toccassi il cuore, se solamente mettessi la tua bocca sul mio cuore, la tua bocca sottile, i tuoi denti, se mettessi la tua lingua come una freccia rossa lì dove il mio cuore polveroso martella, se soffiassi nel mio cuore, vicino al mare ... suonerebbe con rumore scuro ...... ...... come acque vacillanti, come l'autunno in foglie, come sangue, con un rumore di fiamme umide che bruciano il cielo, suonando come sogni o rami o piogge o sirene di un porto triste, se tu soffiassi nel mio cuore vicino al mare, come un fantasma bianco, al bordo della schiuma, in mezzo al vento, come un fantasma scatenato, in riva al mare, ..... qualcuno verrebbe forse, qualcuno verrebbe, dalle cime delle isole, dal fondo rosso del mare, qualcuno verrebbe, qualcuno verrebbe.......... (Pablo Neruda)
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Neruda insieme a Tagore
è il poeta che più ammiro
ma i secondo tocca tasti
più profondi
ma come un quadro bello
è messo in una sala dove
le pareti anzichè essere
imbiancate si è pensato
di lasciarle alla fantasia
di ragazzi con il pennello
facile..
io guardando Neruda
vengo immediatamente distratto
o preso da quei disegni..
non posso sfuggire quei
tocchi leggeri che non volevano
nulla ed invece hanno fatto cantare
le pareti....... |
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De: haiku04 |
Enviado: 10/05/2013 12:51 |
Purtroppo è troppo inflazionato, dappertutto si legge Neruda!
Io amo particolarmente i suoi lavori meno noti, più difficile da
trovare.....
Amo questa Regina.... perchè.... perchè.....
Io ti ho nominato regina. Ve n'è di più alte di te, di più alte. Ve n'è di più pure di te, di più pure. Ve n'è di più belle di te, di più belle. Ma tu sei la regina. Quando vai per le strade nessuno ti riconosce Nessuno vede la tua corona di cristallo,
nessuno guarda il tappeto d'oro rosso che calpesti dove passi, il tappeto che non esiste. E quando t'affacci tutti i fiumi risuonano nel mio corpo, scuotono il cielo le campane, e un inno empie il mondo. Tu sola ed io tu sola ed io, amor mio, lo udiamo.
P. Neruda
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Un giorno vorrei vederti
Regina dei deserti ..
aprire le tue mani
e far scintillare stelle......
alza le tue sale... i corridoi luccicanti
in questo sabbia ...
portaci fra i corridoi dove la poesia ti
cade e non inciampi
facci prendere gli occhi
dall'abbaglio dei cistalli del tuo scrigno
facci tirare un sospiro per i mondi
che si formano sui nostri
piedi vibranti.... |
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