Tra le tante ignobiltà di questo paese, una delle più schifose, alla quale sarebbe possibile rimediare nel tempo necessario per approvare una legge composta da 4 righe di testo, è quella delle mega pensioni.Sono 100.000 i "super-pensionati" e ci costano ben 13 miliardi di euro all'anno. Per garantire il cospicuo assegno a queste persone - che hanno guadagnato cifre ingentissime durante la carriera lavorativa - devono versare i contributi qualcosa come 2.200.000 lavoratori. Uno sproposito.La pensione più ricca d'Italia è quella di Mauro Sentinelli, ex manager e ingegnere elettronico della Telecom; percepisce un assegno di 90.246 euro al mese, - circa 3008 euro al giorno - che si sommano ai gettoni di presenza che percepisce in qualità di membro del Consiglio di Amministrazione di Telecom e Presidente del Consiglio d’Amministrazione di Enertel Servizi Srl. Non male per un pensionato, no? A Mauro Sentinelli dobbiamo riconoscere che se oggi percepisce una pensione di tale portata, è perché ha fatto una carriera di tutto rispetto, a differenza dei tanti che percepiscono 20-30.000 euro al mese per aver scaldato gli scranni del parlamento per trent'anni. E' stato lui l'ideatore del "servizio prepagato Tim Card", che ha generato immensi profitti per la sua azienda. Una carriera, la sua, premiata con diverse cariche onorifiche: nel 1999 è diventato Cavaliere della Repubblica, nel 2002 Commendatore, nel 2006 Grand’Ufficiale. Dobbiamo riconoscergli di aver versato senza dubbio ingenti contributi pensionistici e tasse, tuttavia pensioni di tale importo non dovrebbero essere contemplate dalla legge, non dovrebbero esistere. Nella classifica dei pensionati d'oro dietro a Sentinelli, c'è Mauro Gambaro, ex direttore generale di Interbanca, con 665.084 euro all'anno, seguito a ruota da Alberto De Petris, altro ex dirigente del settore telefonia, con 653.567 euro annui. I signori citati sopra sono stati protagonisti di una brillante carriera lavorativa, e percepiscono questi compensi esagerati a causa delle leggi troppo "generose" stabilite dai governi che si sono susseguiti.Passiamo ai politici: che invece percepiscono un lauto assegno per il "merito" di aver guidato questo paese allo sfascio a cui assistiamo oggi. Personaggi che, in molti casi, sono entrati in politica in gioventù, per poi trovarci la pensione (in alcuni casi sono 'senatori a vita') persone che in molti casi, avendo - oltre alla carica elettiva di senatore/deputato - anche un lavoro, si sono viste versare per decenni "contributi figurativi" che hanno concorso alla pensione da lavoratore pur non svolgendo la propria mansione.Tra i politici il pensionato più pagato è il presidente emerito Carlo Azeglio Ciampi, che cumula 30 mila euro/mese di pensione Bankitalia con 4000 euro dell`Inps ed i 19.054 euro dell`indennità da parlamentare. Oscar Luigi Scalfaro, oltre all`indennità di palazzo Madama (19.054) prende 4.766 euro netti al mese dall`Inpdap per avere esercitato l`attività di magistrato per tre anni (dal 1943 al 1946), Lamberto Dini incassa 18 mila euro da Bankitalia, 7000 dall`Inps e 19.054 dal Senato, Giuliano Amato invece cumula 22.048 euro mese dall`Inpdap coi 9.363 che gli da il Parlamento.
Quest'ultimo, ospite della trasmissione "Otto e mezzo" alla domanda "se è disposto a ridursi la pensione" ha risposto che "non ha capito la domanda..." è proprio vero, certe cose i politici non solo non vogliono sentirle, ma non ci riescono nemmeno...
Se i "senatori a vita" (quelli nominati tali, e quelli che lo sono di fatto in quanto da 20-30 anni presenti ininterrottamente in parlamento) arrivano a intascare una cifra intorno ai 30.000 euro, per assicurarsi una bella pensione sui 10.000 euro basta poco più di un paio di legislature; e anche i dipendenti delle due camere, dove anche i barbieri e gli stenografi sono super-pagati, non avranno certo pensioni più basse.L'ex dirigente siciliano Felice Crosta, che è andato in pensione recentemente con un assegno di 1.400 euro al giorno, se lo è visto dimezzare dalla Corte di Cassazione, e ha presentato immediatamente ricorso per tutelare la sua mega pensione. L'unica soluzione di BUON SENSO e GIUSTIZIA SOCIALE, in questa italietta governata da persone che non conoscono nemmeno il significato di tali parole, sarebbe quella di INTRODURRE UN TETTO MASSIMO. Indipendentemente dall'importo dei versamenti previdenziali versati, stabiliti in base al reddito, nessuno dovrebbe percepire una pensione superiore ai 3.000 - 3.500 euro mensili netti: una misura che consentirebbe all'Inps di risparmiare almeno 8 miliardi all'anno, che dovrebbero essere impiegati per aumentare le pensioni minime, che oggi non sono sufficienti per la sopravvivenza di una persona.
Con 8 miliardi di euro annui - pari a poco più di 666.500.000 al mese - sarebbe possibile aumentare immediatamente di 100 euro mensili ben 6.650.000 pensioni; una somma che pur non essendo sufficiente per offrire condizioni di vita decenti a chi percepisce la pensione minima, rappresenterebbe una boccata d'ossigeno, soldi che sarebbero immessi nell'economia reale, visto che anziché andare ad ingrassare i conti correnti di qualche privilegiato, verrebbero spesi per far fronte alle necessità quotidiane.
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